OCSE e Canti

447 OCSE E CANTI DI UN CANTORE ERRANTE D’ITALIA di Umberto Tenuta

CANTO 447 LA BUONASCUOLA IN UNA RADIOGRAFIA DELL’OCSE (http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2015-04-05/quelle-aule-troppo-distanti-realta-081320.shtml?uuid=ABeTAoKD) E NEI CANTI CHE ANDATE LEGGENDO.

 

Nella radiografia della BUONASCUOLA italiana fatta dall’OCSE viene innanzitutto confermato il <<gap tecnologico e metodologico della nostra scuola>>, gap che è prima metodologico e poi, conseguentemente, tecnologico.

Se la metodologia imperante nella scuola italiana resta ancora, come resta, quella fondata sulla lezione dell’insegnante, basta la voce del docente.

La lavagna di ardesia e la LIM semmai servono per le interrogazioni: lo studente interrogato viene inviato alla lavagna!

Se invece, <<lo “studiare” si trasforma in una pratica di “ricerca” e scoperta>>, come nei nostri canti ci siamo sgolati ad affermare, la scuola ha bisogno −prima che della LIM− del Museo didattico agazziano e dei Materiali strutturati della Montessori.

Infatti, <<Le caratteristiche che rendono eccellente un sistema scolastico sono l’infrastrutturazione tecnologica, la qualità delle metodologie didattiche e l’organizzazione del sistema formativo, non le differenze di censo o la quantità di compiti>>.

Nell’articolato della BUONASCUOLA non si fa alcun riferimento, né alle metodologie didattiche, né alle dotazioni tecnologiche e, conseguentemente, nemmeno all’organizzazione del sistema formativo.

Non si capisce proprio come in questa prospettiva si possa parlare di BUONASCUOLA.

Ed infine, dulcis in fundo, ma amaro in bocca, le questioni degli alunni svantaggiati, dei compiti a casa, del costo e del peso dei libri di testo.

La scuola della lezione collettiva non può garantire, come sarebbe suo dovere, il successo formativo a tutti gli studenti.

Né può risolvere il problema dell’assistenza domestica per i compiti a casa.

Questione a parte è quella del costo e del peso dei libri di testo.

Resta il fatto che <<In Gran Bretagna e Finlandia, gli studenti vanno poi a scuola, spesso, solo con un notebook o un tablet che garantisce loro l’accesso sia all’ambiente virtuale della scuola sia ai contenuti digitali per l’apprendimento>>.

Qualcuno si meraviglia ancora per i miei inni ai tablet?

<<Più contenuti e di miglior qualità, “studenti ricercatori” e attivi, regia digitale dell’insegnante sui compiti a casa. Ecco perché un uso “sensato” e metodologicamente corretto delle tecnologie digitali può rendere più inclusiva, motivante ed efficiente la nostra scuola… invero oggi non troppo “buona”>>.

Repetita iuvant.

Certamente!

Io continuerò a cantare.

Canterò ancora.

Canterò fino a che qualcuno non perderà la pazienza.

Canterò fino a quando, per farmi tacere, i docenti delle scuole italiane smetteranno di fare lezioni.

E diranno agli studenti: ora faticate voi!

Sudate, sudate, sudate!

Ricercate, scoprite, inventate!

Bevete e mangiate, solo così crescerete,

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

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