Federico Batini, Drop-out
2014, Fuorionda (collana AltrEducazione. Voci)
di Vanessa Benedetti
“Drop-out” è un termine attraverso cui si fa riferimento a tutti quei giovani che hanno lasciato un percorso di studi o formativo senza aver acquisito una certificazione formale.
E’ proprio a questi ragazzi/e che Federico Batini, ricercatore e docente di Pedagogia sperimentale, Metodologia della ricerca educativa, dell’ osservazione e della valutazione e di Pedagogia sperimentale e consulenza pedagogica presso il Dipartimento di Scienze Umane e della Formazione dell’ Università degli Studi di Perugia, autore di questo testo (pubblicato dalla casa editrice “fuori|onda” per la collana AltrEducazione, maggio 2014 – Lavis, TN) ha rivolto la sua attenzione, ed è su di loro e sul loro mondo che ha deciso di aprire una finestra per permettere ai lettori di “guardare” più da vicino una realtà, quale quella dei drop-out, che si sta facendo sempre più imponente.
Il volume si compone di 179 pagine ed è articolato in due parti, la prima delle quali, intitolata “Perché ascoltare i drop-out?”, ci offre una panoramica teorico-concettuale dell’ argomento trattato e una generica ma chiara presentazione di alcune ricerche fatte nell’ ambito dell’ apprendimento. In questa parte prima è inoltre presente la descrizione dettagliata della ricerca che Batini ha svolto in relazione al fenomeno in questione.
Tale ricerca è stata realizzata su un campione di 67 soggetti drop-out (diviso in una componente perugina, costituita da un campione a valanga di 40 soggetti, e da una componente aretina, composta da 27 soggetti, al tempo frequentanti tre percorsi formativi dell’ Amministrazione Provinciale di Arezzo ) di età compresa tra i 16 e i 18 anni ad ognuno dei quali è stata somministrata un’ intervista narrativa semi-strutturata che ha permesso di ottenere un materiale di ricerca adeguatamente rispondente alla finalità stessa di quest’ ultima, ovvero quella di “lasciar emergere una voce, anzi una pluralità di voci”.
Dal metodo di analisi delle interviste adottato, che è stato affidato ad un processo ermeneutico e alla costruzione di categorie ex post, si evince ciò che “sta dietro” e, soprattutto, “dentro” al singolo ragazzo/a che decide di abbandonare la scuola; appaiono chiare le motivazioni che lo hanno condotto/a a tale scelta.
Nella seconda parte, che non a caso si intitola proprio “Voci”, si possono riscontrare i risultati della ricerca, vengono infatti riportate nero su bianco tutte le interviste raccolte nell’ area di Arezzo e, per motivi di spazio, solo alcune di quelle raccolte nell’ area di Perugia.
Sono gli stessi ragazzi quindi che, raccontando le loro esperienze scolastiche e non solo, ci permettono di comprendere come e perché si diventa un drop-out ed è leggendo le risposte che molti di loro hanno dato in particolar modo alla domanda “come mai hai deciso di abbandonare il percorso scolastico?” (una risposta ad esempio è stata “..a scuola non mi piaceva come facevano lezione e non mi permettevano di apprendere..”) che ben si comprende quanto questi ragazzi si siano sentiti poco, o per niente, parte integrante e attiva del loro stesso processo di formazione ed istruzione all’ interno del proprio contesto scolastico che, primo fra tutti, avrebbe invece dovuto saper rispondere ai loro bisogni formativi.
Leggere questo testo sarebbe e dovrebbe essere un’ esperienza interessante non solo per insegnanti, studenti o per gli stessi drop-out, ma per chiunque abbia a cuore il futuro delle nuove generazioni, quella attuale e quelle che verranno.
Desta forte preoccupazione sapere che secondo i dati Eurostat (2013), riportati anche in questo volume, in Italia, il tasso di abbandono scolastico (relativo all’ anno scolastico 2012-2013) è del 17,6 %, mentre sono molti i Paesi europei che hanno già superato, o sono vicini a farlo, il 10% che è il tasso posto dall’ Unione Europea come obiettivo da raggiungere entro il 2020.
Questi dati dovrebbero farci profondamente riflettere e dovrebbero rappresentare per noi uno stimolo ulteriore nella lotta ad un fenomeno come quello dei drop-out.
Questo è un testo che può essere considerato come un punto di partenza per il raggiungimento di un così nobile obiettivo perché alla sua base c’ è esattamente la convinzione che è proprio a partire dall’ ascolto, da un vero, attento e profondo ascolto, dei ragazzi stessi che si può veramente dare inizio ad un processo di autentica e positiva trasformazione tanto dell’ istituzione scolastica, quanto della società in generale.
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