Scuola, Renzi: “Il preside non è uno sceriffo ma neanche un passacarte”

da La Stampa

Scuola, Renzi: “Il preside non è uno sceriffo ma neanche un passacarte”

Il premier: “Non faremo decreti, ma chi contesta ha diritto di farlo”
roma

Sulla riforma della Scuola il governo è disponibile al confronto. Lo scrive il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella enews, ricordando che l’esecutivo ha «già stralciato la riorganizzazione degli organi collegiali» e che si darà «più ruolo al consiglio di istituto».

Con la riforma della scuola il preside «non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte di circolari ministeriali».

«Siamo pronti a discutere nel merito di come valutare i professori (non è possibile che si chieda ai ragazzi di fare del proprio meglio e contemporaneamente si abbia paura del merito: la stagione del 6 politico è finita, voglio sperare)» scrive il premier

«Ci sono molte polemiche – aggiunge Renzi – da parte dei professori, comprensibili. Difficile smontare il senso di rabbia per una politica che ha lasciato indietro la scuola per troppi anni. Vorrei, se possibile, discutere nel merito. Noi siamo il Governo che ha messo più soldi di tutti sull’edilizia scolastica (e ancora non basta). Che propone l’assunzione di oltre centomila precari. Che vuole istituire un fondo per la valutazione del merito dei professori, per il diritto allo studio e soldi per la formazione dei docenti (500 euro l’anno a testa, non per la finta formazione arrangiata, ma a disposizione dell’insegnante)”».

«Sul tema della scuola non faremo un decreto legge, non procederemo con strumenti d’urgenza. Chi contesta ha tutto il diritto di farlo. Ma il giorno dopo, per favore, entriamo nel merito. Punto per punto. La scuola è un bene troppo prezioso per lasciarlo alle ideologie e agli slogan. Noi siamo pronti a cambiare. Ma la scuola è di famiglie, professori, studenti: non può essere lasciata agli addetti ai lavori».