Buonascuola aperta

BUONASCUOLA APERTA di Umberto Tenuta

CANTO 455 ALLE CLASSI APERTE AGGIUNGIAMO UNA SCUOLA APERTA

Una scuola aperta al mondo!

 

La scuola di Adamo e di Eva, dei loro figli, dei loro nipoti, dei loro pronipoti e dei loro eredi fino all’ennesimo grado era il paradiso terrestre.

La terra, i fiumi, i mari, il cielo.

E poi l’eredità delle opere degli uomini.

La cultura presente nelle cose, nelle immagini, nei simboli.

Ambiente naturale e culturale come libro di testo.

Che strano presentare ai giovani, sin dalla scuola primaria, il mondo riprodotto solo in immagini e simboli, bypassando il mondo reale.

Non si imparava così fino alla invenzione della scrittura?

I regni minerale, vegetale ed animale erano là, a portata dei bimbi.

Da piccolo osservavo, ammirato, le pietre del torrente, i narcisi dei campi di grano, i pettirossi infreddoliti sul ramo bianco di neve!

Il ruscello, il torrente, il fiume erano spettacoli quotidiani.

Il sole sorgeva dai monti della Sila e attraversava l’arco di cielo della valle del Crati, per scendere pian piano dietro la Serra di Paola.

I narcisi ed i papaveri nei campi di grano, i salici e i pioppi del bosco oltre il torrente.

I lombrichi strisciavano sulla nuda terra.

Le rondini nidificavano sotto le tegole di casa.

Pecore e capre al pascolo nei verdi prati dell’erba medica.

Le case, i ponti, le chiese con le statue dei Santi.

E poi il ponte della ferrovia, i tre cavi ad arco della linea ad alta tensione…

Sulla strada di polvere bianca i postali.

Nel seminterrato della mia scuoletta rurale il Libro di lettura ed il Sussidiario di Stato per studiare i monti, le colline, le pianure…

La scuola era ed è un bunker.

Non vi entra, né il sole, né il borbottio del torrente in piena!

Fuori dal mondo reale.

In un mondo che non è astratto ma scialbo.

Non c’era vita nella mia scuola.

Mancava l’ossigeno.

Le porte e le finestre erano chiuse.

Entravo e dimenticavo il mondo.

Mario, mio compagno di giochi, era un nemico.

E gli altri miei compagni volti sconosciuti.

La Maestra Dorina una strega, la strega delle fiabe della mamma mia.

I bimbi delle altre classi, degli sconosciuti.

Il mondo lo riconquistavo all’uscita della scuola.

Il mondo assediava il bunker della scuola.

Ma non vi entrava.

Non vi entra.

Aprite le finestre o cosentine,

guardate in ciel le stelle ad una ad una…

Ma quali stelle!

Nemmeno l’azzurro del cielo.

Nemmeno il verde delle mie colline.

Nemmeno il fruscio del vento!

Perinde ac cadaver!

Tomba dei morti.

Morte della vita che pulsa intorno alla scuola e che non vi entra.

Non vi entrava!

Non vi entrava.

Ma oggi vi entra.

Apriamo le finestre della scuola!

Apriamo le porte della scuola!

Usciamo a riveder le stelle.

Usciamo ad ammirare la bellezza dei fiori di campo a primavera!

Usciamo a rincorrere le farfalle che svolazzano di fiore in fiore!

Saliamo lì sulla collina a toccare il cielo con le dita della mani.

Bagniamoci i piedi nelle dolci e fresche acque del torrente Mavigliano.

Giochiamo a girotondo là sull’aia a perpendicolo sul Crati.

Scuola aperta è la nostra.

Scuola nuova.

Scuola operativa.

Scuola di vita.

École nouvelle.

BUONASCUOLA!

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