Scuola, Renzi apre a modifiche: vertice coi parlamentari Pd

da La Stampa

Scuola, Renzi apre a modifiche: vertice coi parlamentari Pd

Apertura sui premi ai professori. E un emendamento ridurrà i poteri dei dirigenti, ma non sulla scelta dei docenti
roma

 francesca schianchi

Che il governo fosse disposto a concedere qualcosa lo si era capito già lunedì sera, quando, ospite di «Otto e mezzo», la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi ha chiarito che no, sulla riforma della scuola «non c’è un prendere o lasciare: se ci sono modifiche da fare, le faremo». Ieri, mentre in varie città d’Italia sfilavano cortei di protesta, il premier Renzi ha ricordato ai manifestanti che «siamo il primo governo che mette tre miliardi sulla scuola», ma contemporaneamente ha mandato un messaggio di apertura: la protesta è da ascoltare, «è giusto affrontarla ed entrare nel merito». E ha dato qualche generica informazione sugli ambiti da ridiscutere: «Sulle assunzioni di determinate categorie piuttosto che di altre e sull’organizzazione del sistema scolastico».

 

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Il vertice di stamane

Argomenti che ha già avuto modo di affrontare – e su cui ha già dato indicazioni di apertura – un paio di settimane fa, in una riunione fiume con deputati e senatori del Pd della Commissione cultura. E che ha avuto modo di affrontare anche oggi, all’indomani della protesta in sette città d’Italia, nella sede del Partito democratico in una riunione fiume a cui ha partecipato anche il ministro per l’Istruzione, Stefania Giannini. «Il premier ha detto di essere molto attento e rispettoso nei riguardi del ruolo degli insegnanti che devono decidere sul futuro dei nostri figli», ha riferito la parlamentare Pd e componente della Commissione Cultura alla Camera, Claudia Piccoli Nardelli, al termine dell’incontro.

 

I nodi da sciogliere

Assunzioni di precari e poteri del preside, due tra i punti più contestati della riforma. E qualcosa da allora, rispetto al testo approvato dal Consiglio dei ministri, è già cambiato: su proposta del Pd, in Commissione è passato un emendamento che fa sì che il Piano dell’offerta formativa non sarà più solo in capo al preside; lui darà l’indirizzo, ma il Piano verrà elaborato dal Collegio docenti e approvato dal consiglio d’istituto. E c’è un altro punto, molto criticato, su cui il segretario-premier ha aperto coi suoi parlamentari: la modifica della responsabilità di scelta dei professori da premiare (per i premi sono stati stanziati 200 milioni). Non più una scelta del preside solo: nell’individuare i più meritevoli, un emendamento del Pd che passerà con la benedizione del governo stabilisce che sarà affiancato da un Comitato di valutazione nominato dal Consiglio d’istituto. C’è una cosa, però, su cui Renzi coi suoi è stato chiaro: va bene mitigare i poteri del dirigente scolastico su premi e offerta formativa, «ma sulla scelta dei docenti, una volta stabiliti criteri chiari e trasparenti, dovrà essere lui il responsabile delle decisioni prese». Su quello non si torna indietro: deve essere il preside-manager ad assumersi la responsabilità della «squadra» che sceglie.

 

«Un testo scritto male»

Così, i parlamentari dem si sono messi al lavoro per ritoccare il testo concedendo queste aperture. Un lavoro da fare perché, ammette il deputato Umberto D’Ottavio, «il testo è stato scritto male: col governo lo stiamo aggiustando, spero che, dopo le correzioni, chi protesta trovi le risposte che aspetta». Come l’assunzione di 4-5 mila idonei del concorso del 2012: molti emendamenti chiedono di includerli nelle assunzioni, nella maggioranza stanno ragionando se sia possibile farlo. E sono certi di aver già trovato soluzione a un’altra questione che aveva creato grande allarme, il termine massimo di rinnovi contrattuali per i precari di 36 mesi, stabilito da una sentenza della Corte di giustizia europea, che rischiava di creare dei nuovi «esodati»: il conteggio dei tre anni partirà invece dall’approvazione della legge. Ieri mattina anche la Commissione s’è fermata, come forma di rispetto per la piazza. Per riprendere in serata, a ritmi serrati: entro il 19 maggio la riforma deve essere approvata alla Camera.