“Bekas” di Karzan Kader
di Mario Coviello
E’ uscito in Italia il 19 marzo di quest’anno un film che i docenti dovrebbero far vedere in classe ai loro alunni Bekas di Karzan Kader.E’ un film scorrevole e commovente, con una fotografia dai toni caldi e allo stesso tempo tenui. La trama gira delicatamente intorno alla vicenda del potere e dei soprusi di Saddam Hussein, che il regista stesso ha vissuto in prima persona. Kader porta sul grande schermo la sua fuga dall’Iraq avvenuta nel 1991, raccontando tutte le paure e la stanchezza provate con la sua famiglia.
Allo stesso tempo, però, affronta in modo più intimistico il rapporto tra due fratelli Zana di sette anni e Dana di 10, che sperimentano sulla loro pelle come essere uniti li renda più forti.
Primi anni ’90. Il regime di Saddam Hussein esercita una violenta pressione sulla regione curda dell’Iraq. Due fratelli curdi orfani e senzatetto vedono il film Superman attraverso un buco nel muro del cinema locale, e decidono di andare in America. Quando saranno lì, Superman potrà risolvere i loro problemi, e punire quelli che sono stati cattivi con loro. Ma, per arrivarci, hanno bisogno di denaro, passaporti, un mezzo di trasporto, un modo per passare la frontiera. Non hanno nulla ma decidono comunque di intraprendere il viaggio verso il loro sogno. Uno dei tratti più adorabili del film è di certo l’ingenuità con cui affrontano il viaggio, convinti che si possa arrivare in America in sella a Michael Jackson, un asino, con soltanto uno o due giorni di cammino, o che basti scrivere il proprio nome su un quadernino per avere un passaporto. L’unica cosa che lascia un po’ spiazzati è che sempre, davanti ad ogni difficoltà e imprevisto, i due riescono a scamparla e a ricongiungersi, non c’è mina o deserto che tenga in questo continuo altalenarsi tra guaio e lieto fine.
E se alcuni spettatori saranno irremovibili davanti all’impossibilità di un tale fortunato susseguirsi di eventi, dall’altra questo è forse il modo giusto per presentare una storia del genere ai più piccoli: mettendoli cioè di fronte ad una storia in cui i protagonisti sconfiggono i cattivi, superano tutte le prove e si scoprono invincibili supereroi. Questo è anche il modo migliore per riportare un po’ di fiducia e ottimismo nelle vite dei più grandi.
Karzan Kader,il giovanissimo cineasta curdo che dopo la fuga con la famiglia è diventato cittadino svedese ha detto “ Nel1991, avevo sei anni. Vedo me stesso e mio fratello prepararci per passare la frontiera irachena. Stanchi, affamati e spaventati. Questa è la mia storia, la storia di come ho lasciato il Kurdistan. Quando ho iniziato a scrivere BEKAS, volevo raccontare questa storia, perché mi ero innamorato del sogno di metter piede sulle strade americane e di vivere in pace, lontano dalla guerra di Saddam. E amo l’idea di due ragazzi che si mettono in pericolo per raggiungere il loro eroe, Superman, dalle strade irachene agli Stati Uniti, sul dorso di un asino. In nessun’altro posto al mondo si potrebbe raccontare una storia di questo tipo. In questa parte del mondo la guerra è durata così a lungo da diventare una condizione normale. Voglio che questa storia faccia sentire la voce del popolo curdo al resto del mondo. Non esistono altri film che mostrino al mondo questo lato del Kurdistan, non è mai stata fatta prima una cosa del genere”.
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