Rieccoli!

RIECCOLI!

di Francesco G. Nuzzaci

Benché, rispetto al testo iniziale, depurato di alcune disposizioni inutilmente muscolari ed integrato con opportuni correttivi, più coerenti con il risalente assetto autonomistico delle istituzioni scolastiche, fin qui quiescente e che ora si prova a rendere effettivo, sul disegno di legge delega La buona scuola approvato in prima lettura alla Camera e rimesso al Senato resta, implacabile, l’ostracismo di tutti i sindacati – confederali e autonomi, rappresentativi e non – in permanente mobilitazione e sostenuti da esponenti politici della sinistra-sinistra, cui si sono aggiunte una trentina di sigle gravitanti attorno al pianeta scolastico e, da ultimo ed inopinatamente, il presidente della Conferenza episcopale italiana. Sono tutti concordi nell’insistere sul ritiro del testo dopo averne stralciato e approvato con decreto legge il solo piano di assunzioni, allargato all’inclusione di una pletora di docenti precari potenzialmente illimitata, che sembrano spuntare come funghi in un’umida giornata autunnale, con rinvio di almeno un triennio dei concorsi ordinari ed ulteriore stagionatura delle giovani – per modo di dire – leve aspiranti all’insegnamento seguendo la via maestra dettata dalla Costituzione. Il resto dev’essere restituito alla – presunta – competenza dei tavoli contrattuali, trattandosi di materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro.

Avremo modo di affrontare de plano l’argomento, ma intanto vorremmo riproporre all’attenzione di qualche nostro paziente lettore un saggio che ci sembra tornato di attualità per i suoi contenuti e per le reazioni che suscitò. E’ un saggio da noi scritto giusto sette fa per la Rivista giuridica della scuola e, con piccoli adattamenti, qui già pubblicato. Trattasi di un’analisi della più organica proposta preordinata alla realizzazione della scuola dell’autonomia, naturalmente – come le precedenti e le successive- colata a picco sotto il fuoco concentrico di coloro – sempre gli stessi – che stanno sparando a palle incatenate contro l’odierno similare tentativo, pure meno radicale, di uscire dalla palude.

Come dire, nulla deve cambiare e il futuro non ci appartiene.


Prove di Rivoluzione