Scuola,il premier minaccia la fiducia

da la Repubblica

Scuola,il premier minaccia la fiducia

“Entro venerdì il via libera al Senato”.Il nodo emendamenti

ROMA . Cambia ancora strada, sulla scuola, il governo Renzi. In questo difficile finale di tappa il premier sceglie di accelerare: vuole chiudere la riforma, definitivamente, entro il tre luglio. La convention annunciata si farà subito dopo, ma non sarà “l’ultimo ascolto”, piuttosto la presentazione in pubblico della legge “La buona scuola”: «Andrò a spiegare i risultati», ha detto Renzi, «se non chiudiamo adesso rischiamo di rinviare tutto di un anno».
Nel vertice straordinario con il Pd più vicino e i ministri Giannini e Boschi, ieri mattina il premier ha abbracciato la “strada Puglisi” (scartando, quindi, l’ipotesi Faraone di un nuovo dialogo con i docenti) e ha dato la linea: l’ultima chiamata alle opposizioni e ai due Pd di minoranza in commissione Senato varrà fino a martedì prossimo. I relatori in queste ore stanno facendo propri alcuni emendamenti dei dissidenti dem Tocci e Mineo, di Sel, del Movimento 5 Stelle. Martedì mattina il presidente Andrea Marcucci riconvocherà la commissione Istruzione per comprendere se è possibile un forte taglio degli emendamenti. Grillini e Sel hanno già detto di “no”. Il nodo è l’articolo 10, le assunzioni, sul quale stanno lavorando quattro uffici legislativi. Il governo non vuole uscire dal perimetro dei 101.701 assunti né dalle categorie scelte (le Gae, prima fascia di precari). La dead line , però, è così vicina che scatteranno subito, entro la prima metà di luglio, le assunzioni giuridiche, affiancate da una clausola di salvaguardia che porterà buona parte dei centomila in cattedra solo nel corso dell’anno scolastico 2015-2016.
Di fronte a un “no” della commissione Istruzione (oggi la minoranza ha 15 voti a disposizione contro i 12 del governo), il disegno di legge approderebbe direttamente in aula al Senato dove — s’ipotizza giovedì — il ministro Boschi potrebbe presentare un maxi-emendamento contenente gli articoli della Buona scuola e chiedere la fiducia. L’esecutivo è convinto di avere i numeri per passare in Senato e tornare, quindi, all’ultimo giro alla Camera con un testo non più emendabile.
Il dissidente Corradino Mineo dice: «Il governo sta facendo una forzatura e rischia di essere battuto». Il segretario Cgil Susanna Camusso: «E’ una gigantesca presa in giro, non c’è rispetto del mondo della scuola e delle parti sociali». Replica Debora Serracchiani: «L’atteggiamento del sindacato, a fronte di 100 mila assunzioni, lascia sbigottiti».
Intanto il sottosegretario Davide Faraone ha deciso di inviare gli ispettori nell’Istituto comprensivo romano “Via Micheli”, dove la preside ha inviato una circolare ai genitori degli alunni per metterli in guardia sulle teorie “gender” diffuse nelle scuole italiane