14 luglio Audizione Ministro in 7a Senato

Il 5 ed il 14 luglio si svolge in 7a Commissione Senato l’audizione del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sull’attuazione delle politiche del suo Dicastero

Resoconto sommario n. 312 del 05/07/2011

Il PRESIDENTE introduce l’audizione del Ministro, ringraziandolo per aver dato la sua disponibilità ad essere presente nella seduta odierna.

Ha la parola il ministro Mariastella GELMINI, che riferisce sull’attuazione delle politiche del suo Dicastero facendo presente che la legge 8 ottobre 2010 n. 170 ha identificato la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi specifici di apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché gli alunni e gli studenti possano raggiungere il successo formativo. Tale legge ha riconosciuto una particolare forma di tutela del diritto allo studio degli alunni affetti da DSA, centrata su una didattica individualizzata e personalizzata, sulla individuazione di strumenti compensativi, sulla attivazione di misure dispensative e sulla previsione di adeguate forme di verifica e valutazione. Il 26 maggio 2011, con nota circolare del Ministero indirizzata alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, i dirigenti scolastici sono stati invitati a ritenere valide, ai fini degli strumenti compensativi e delle misure dispensative da adottare anche nello svolgimento degli esami di Stato, le diagnosi o le certificazioni di DSA rilasciate da specialisti o strutture accreditate anteriormente al 2 novembre 2010, data di entrata in vigore della legge n. 170, e comunque in tempi utili per l’attivazione delle previste misure educative e didattiche individualizzate e personalizzate. La citata legge n. 170 del 2010 prevede che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca emani un decreto, di concerto con il Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, recante linee guida pei la predisposizione di protocolli regionali, da stipulare entro i successivi sei mesi, per le attività di identificazione precoce dei DSA. Prevede altresì un decreto ministeriale per individuare le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti, le misure educative e didattiche di supporto, le forme di verifica e di valutazione del rendimento degli alunni e degli studenti. In attuazione della legge n. 170 e al fine di predisporre i suddetti provvedimenti, è stato istituito con decreto ministeriale n. 144 del 17 dicembre 2010 il previsto Comitato tecnico-scientifico, composto da esperti di comprovata competenza in materia di disturbi specifici di apprendimento. Si tratta, in particolare, sia di esperti dell’Amministrazione, che del mondo clinico-scientifico, scolastico e universitario. Il Comitato ha lavorato per la definizione del testo dei due decreti ministeriali sopra citati (sia per le attività di identificazione precoce dei DSA che per quelle per il diritto allo studio degli studenti con DSA). Il Comitato ha licenziato in questi giorni il testo delle linee guida che sono state trasmesse al Ministero della salute per il prescritto concerto. Il Comitato licenzierà il prossimo 12 luglio lo schema di decreto, contenente in allegato le linee guida per il diritto allo studio degli studenti con DSA. Le istituzioni scolastiche dovranno adottare modalità valutative che consentano all’alunno o allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto. Con specifico riguardo alla possibilità di usufruire dell’esonero dall’insegnamento della lingua straniera, si è ritenuto di inserire norme specifiche in materia nell’emanando decreto ministeriale, che consentiranno dal prossimo anno scolastico due modalità di fruizione dall’esonero. La prima consiste nell’esonero dalle sole prove scritte di lingua straniera. In tal caso, lo studente potrà essere valutato per la sola esposizione orale, anche in sede di esame di Stato, conseguendo un diploma di licenza media che consenta l’iscrizione a pieno titolo alla scuola secondaria di secondo grado o un diploma di maturità che consenta l’iscrizione a pieno titolo all’università. La seconda modalità consiste nell’esonero totale dall’insegnamento della lingua straniera. Tale possibilità residuale verrà concessa solo in presenza di una grave forma di DSA, associata ad altra disabilità appositamente certificata. Per rendere operativi tali previsioni è stato firmato in questi giorni un accordo con la Conferenza nazionale permanente dei presidi di Scienze della formazione (cui afferiscono 32 facoltà universitarie su tutto il territorio nazionale) per l’istituzione di un corso di perfezionamento o master in didattica e psicopedagogia dei disturbi specifici d’apprendimento. Nell’ambito di tale accordo quadro, gli uffici scolastici regionali potranno stipulare apposite convenzioni con le facoltà di Scienze della formazione, per l’attivazione presso le stesse di corsi di perfezionamento o master rivolti a dirigenti e docenti delle scuole di ogni ordine e grado. La definizione entro la metà di luglio del decreto ministeriale e delle linee guida per il diritto allo studio, consentirà al Ministero di poter fornire le opportune istruzioni alle istituzioni scolastiche in tempi congrui per l’avvio del nuovo anno scolastico.

Con riferimento alle pronunce giurisdizionali relative all’inquadramento dei docenti precari titolari di tre contratti consecutivi, fa presente che alla luce dei contrasti giurisprudenziali sorti in merito alla trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato nell’ambito del sistema scolastico, l’articolo 9 del decreto legge n. 70 del 2011 aggiunge espressamente tra le ipotesi di esclusione dall’applicazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE, anche i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente e ausiliario-tecnico-amministrativo, considerata la necessità di garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo. Inoltre, proprio al fine di garantire la continuità nella erogazione del servizio scolastico e educativo e al fine di conferire il maggior grado possibile di certezza nella programmazione degli organici della scuola, la stessa norma prevede l’adozione di un piano triennale straordinario di immissioni in ruolo di personale docente e di personale ATA. La stabilizzazione potrà avvenire nei limiti dei posti vacanti e disponibili nell’organico di diritto, tenuto conto delle disponibilità finanziarie e delle esigenze di stabilità di bilancio dello Stato. Il fenomeno del precariato va affrontato tenendo conto della specificità della scuola, nell’ambito della quale va in ogni caso assicurata la presenza di docenti in caso di assenza dei docenti titolari. Inoltre, sempre per quanto attiene il precariato della scuola, si sottolinea che, per far fonte alla situazione dei docenti annuali precari perdenti posto sono state prorogate, sempre con il medesimo articolo 9 del decreto-legge n. 70 del 2011, anche per l’anno scolastico 2011-2012, le misure legislative a favore dei succitati docenti (precedenza assoluta in tutte le nomine, riconoscimento del punteggio intero, automatismo della liquidazione dell’indennità di disoccupazione, laddove dovuta, da parte dell’INPS, priorità nella assegnazione dei progetti avviati a seguito di convenzioni con le Regioni).

Con riferimento alle dotazioni organiche dei docenti per l’anno scolastico 2011-2012 ed ai criteri per la formazione delle classi, prosegue il Ministro ricordando che con l’anno scolastico 2011-2012 si conclude la razionalizzazione del sistema scolastico e la riforma degli ordinamenti che ha avuto avvio con l’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 e con i relativi provvedimenti attuativi. Si tratta di un complesso di provvedimenti di straordinaria importanza in quanto nel loro insieme realizzano una vera e propria riforma di sistema che, a regime, consentirà di riqualificare l’offerta formativa secondo criteri e soluzioni di qualità.

Giova precisare che l’intervento di riordino e di riassetto del sistema scolastico, nonché, in particolare, la riforma del sistema educativo di istruzione e formazione del secondo ciclo, in particolare, risponde ad una esigenza diffusa e fortemente avvertita da alcuni decenni, come provano i numerosi tentativi, purtroppo non andati a buon fine, di Governi precedenti. L’articolo 64 citato ha introdotto, come elemento nuovo e qualificante, la valorizzazione del merito avendo previsto la messa a disposizione della scuola del 30 per cento delle risorse risparmiate vale a dire: 410 milioni per il 2010, 664 milioni per il 2011 e 957 milioni a regime (dal 2012 in poi). In particolar modo, la destinazione di tali risorse alla valorizzazione e allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola a decorrere dall’anno 2010 è già stata realizzata sotto un duplice profilo: la possibilità che il Ministero ha avuto di compensare il blocco delle progressioni economiche del personale della scuola per il triennio 2011, 2012 e 2013, previsto dall’articolo 9 della legge n. 122 del 2010. A normativa vigente, infatti, gli incrementi stipendiali per il personale della scuola sono l’unico meccanismo di progressione stipendiale prevista per gli insegnanti. Con il decreto del 29 marzo 2011 sono stati attivati due progetti di sperimentazione, uno annuale, per premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento professionale all’interno di una scuola (progetto, denominato “Valorizza” che ha coinvolto 33 scuole nelle province di Napoli e delle regioni Piemonte e Lombardia) ed un altro triennale relativo alle modalità, criteri e strumenti per la valutazione delle scuole (progetto denominato “VSQ).

Per quanto riguarda specificamente le dotazioni organiche dell’anno scolastico 2011-2012, è necessario premettere che, come è noto, le dotazioni organiche a livello nazionale e la ripartizione a livello regionale sono fissate con decreto interministeriale, da emanare di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e tenuto conto dei criteri di cui all’articolo 64 citato. I due decreti ministeriali (rispettivamente uno per il personale docente e uno per il personale ATA) sono stati già firmati e vistati dalla Ragioneria Generale dello Stato. I criteri utilizzati per la determinazione delle dotazioni organiche, come per gli anni scorsi, sono l’entità della popolazione scolastica, la presenza di alunni portatori di handicap e di alunni di cittadinanza non italiana, le caratteristiche geomorfologiche dei territori interessati, le condizioni socio-economiche e di disagio sociale delle diverse realtà, la distribuzione delle classi tra i vari gradi di istruzione e relativo tempo scuola (tempo pieno nella scuola primaria e tempo prolungato nella scuola di primo grado), la presenza dei plessi e delle sezioni staccate. Gli organici sono stati altresì determinati tenendo conto dei nuovi quadri orario previsti dai regolamenti sia per il primo che per il secondo ciclo, per il quale la riforma si applica solo alle classi prime e seconde. Pertanto, grazie all’azione sinergica e razionalizzatrice delle tre linee del Piano programmatico (riforma degli ordinamenti del primo e del secondo ciclo di istruzione, quello per ridefinizione del rapporto alunni/docente, in avvicinamento agli standard europei, nonché quello della riorganizzazione dell’offerta formativa sul territorio), a fronte della riduzione complessiva dell’organico docenti prevista dai saldi finanziari dell’articolo 64 del citato decreto-legge n. 112 del 2008, pari a 19.700 posti per l’anno scolastico 2011-2012, come ultimo anno del triennio interessato alla razionalizzazione, anche per il prossimo anno scolastico siamo riusciti a non avere alcuna ripercussione sul funzionamento delle scuole e sulla qualità e quantità del servizio scolastico offerto. Le classi a tempo pieno, che nell’anno scolastico 2007-2008 erano pari a 33.224 (circa il 24,15 per cento del totale delle classi) e che sono aumentate negli anni successivi, passando nell’anno scolastico 2008/2009 a 34.317 (pari al 25,03 per cento del totale), nell’anno scolastico 2009/2010 a 36.493 (pari al 26,95 per cento del totale), nell’anno scolastico 2010/2011 a 37.407 (pari al 27,95 per cento del totale), aumenteranno ancora nell’anno scolastico 2011/12 a 38.120 (pari al 28,93 per cento del totale delle classi). Un altro esempio è relativo alla dotazione organica degli insegnanti di sostegno. Al riguardo, nessuna riduzione ha riguardato né riguarderà i posti di sostegno che, anzi, sulla base della sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2010, sono aumentati nell’anno scolastico 2010-2011 di ben 4.400 unità (portando l’organico di fatto da circa 90.000 docenti a 94.400 docenti). Per l’anno scolastico 2011-2012, è stato confermato interamente anche l’organico di diritto dei docenti di sostegno agli alunni disabili oltre 63.400 posti, che è il risultato di un incremento di circa 15.000 posti negli ultimi tre anni scolastici; tali posti sono utili per le immissioni in ruolo e per la stabilizzazione dei docenti di sostegno. Del resto anche la recente manovra approvata dal Consiglio dei Ministri del 30 giugno ultimo scorso non ha determinato alcun taglio alle dotazioni organiche dei docenti di sostegno, confermando anzi l’organico dell’anno scolastico 2010/2011, fatto salva la possibilità di deroga necessaria per assicurare la piena tutela dell’integrazione scolastica. Ha previsto, inoltre, per un migliore ed efficiente utilizzo delle risorse umane, che i docenti di sostegno siano assegnati complessivamente alla scuola o a reti di scuole allo scopo costituite, proprio per rendere possibile, con più flessibilità, l’intervento di personale e l’utilizzo di strumenti specificamente finalizzati al tipo di disabilità, promuovendo, nel contempo, anche nei confronti degli altri docenti dei consigli di classe, una più diffusa cultura dell’integrazione. Infine, per quanto riguarda il riparto tra Regioni dell’organico, si segnala che è in corso un confronto con la struttura tecnica della Conferenza unificata per definire criteri condivisi di riparto dell’organico fra le Regioni. Tale struttura tecnica, proprio di recente, ha proposto dei nuovi criteri di riparto, che sono oggetto di valutazione e la cui efficacia, quindi, non potrà che decorrere dall’anno scolastico 2012/2013, tenuto conto dello stato attuale delle procedure e dell’esigenza di complesse modifiche al software del sistema informativo del Ministero. Per quanto riguarda, invece, la dotazione organica dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2011/2012, non vi sarà un numero cospicuo di immissioni in ruolo perché con le immissioni del corrente anno scolastico sono state quasi del tutto esaurite le relative graduatorie. Per questa ragione, nei prossimi giorni sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando per il concorso ordinario a 2.386 posti di dirigenti scolastici. E’ fondato prevedere, pertanto, che da settembre si avvierà la relativa procedura concorsuale, che presenta aspetti innovativi rispetto al passato con l’introduzione di una prova preselettiva, cui potranno partecipare tutti coloro che hanno il requisito dei cinque anni di docente di ruolo. In tal modo, si supera la vecchia logica di valutare esclusivamente l’anzianità di servizio, dando quindi la possibilità anche ai giovani docenti di partecipare al concorso.

Per quanto riguarda i criteri per la formazione delle classi, sottolinea che i criteri adottati per il prossimo anno scolastico sono esattamente quelli già adottati nell’anno scolastico in corso; sono, cioè, quelli espressamente previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, rispetto ai quali il decreto interministeriale sulle dotazioni organiche si limita alle necessarie contestualizzazioni tenuto conto del numero degli alunni iscritti e delle situazioni specifiche del territorio. In ogni caso, è in corso un monitoraggio da parte degli uffici scolastici regionali per verificare eventuali limitati scostamenti da tali criteri ed intervenire prima dell’avvio delle lezioni con sdoppiamenti di classe, tenuto conto anche delle specifiche situazioni edilizie dei vari contesti.

Con riferimento al recente svolgimento delle prove INVALSI, il 20 giugno 2011 si è svolta, nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, la prova nazionale predisposta dall’INVALSI. Hanno partecipato alla prova oltre 593.000 studenti, circa 29.000 classi, circa 6.000 scuole tra statali e paritarie. Va subito precisato, con estrema chiarezza, che i fascicoli contenenti le prove, così come la griglia di correzione per l’individuazione delle risposte corrette e per l’attribuzione del punteggio non contenevano alcun errore, per cui l’esame di Stato si è concluso regolarmente ed è valido a tutti gli effetti di legge. L’unico profilo di criticità, che ha destato un clamore eccessivo e strumentale, ha riguardato la maschera elettronica per il calcolo automatico del punteggio e del voto da esso derivato, che l’INVALSI ha messo a disposizione, unitamente alla usuale griglia per la correzione manuale, quale ulteriore strumento per facilitare il lavoro delle scuole. Il software relativo a detta maschera conteneva un errore che è stato immediatamente identificato e corretto dagli esperti dell’Istituto.

Riferendosi allo stato di avanzamento del riordino degli enti di ricerca il Ministro fa presente che nell’ambito del processo di riordino di cui al decreto legislativo n. 213 del 2009,il 10 maggio 2011 sono entrati in vigore i nuovi statuti degli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. L’approvazione dei predetti statuti è il risultato di una complessa procedura, frutto anche di intensi contatti e interlocutorie con gli enti stessi, volta a garantire non solo il rispetto delle generali disposizioni di legge, ma anche di quelle correlate alla specificità delle attività svolte da ciascun ente. Relativamente ai membri dei Consigli di amministrazione di nomina governativa, con decreto dello scorso 2 maggio è stato costituito il Comitato di selezione previsto dall’articolo 11 del decreto legislativo n. 213 del 2009 con il compito di sottoporre al Ministro, per ciascun ente e sulla base delle rispettive norme statutarie, una rosa di cinque nominativi per ogni incarico di Presidente e di tre nominativi per ciascuna carica di consigliere. Il Comitato, nel valutare le singole candidature, avrà cura di garantire prioritariamente che il profilo dei candidati risponda ad elevata qualificazione tecnico-scientifica, comprovata da particolari competenze professionali, acquisite anche in ambito internazionale. Il Comitato ha prontamente avviato i propri lavori e il 20 maggio scorso ha emanato l’avviso pubblico per la presentazione delle candidature.

Con riferimento allo stato di avanzamento dell’attuazione della riforma universitaria e, in particolare, l’assunzione dei ricercatori e i tempi di entrata in vigore dell’abilitazione scientifica nazionale, la legge 30 dicembre 2010, n. 240, recante “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”, entrata in vigore il 29 gennaio 2011, prevede che la piena attuazione della riforma venga completata dall’emanazione di 38 provvedimenti di varia natura giuridica (decreti ministeriali ed interministeriali, regolamenti e decreti legislativi). Il Ministero ha dato avvio, già prima dell’entrata in vigore della legge, a tutte le azioni necessarie affinché i decreti attuativi della riforma potéssero vedere la luce quanto prima, tenendo in piena considerazione la necessità di definire da subito tutti gli aspetti di merito toccati dalla legge di riforma e oggetto dei provvedimenti attuativi. Tra i provvedimenti attuativi della riforma universitaria merita una speciale menzione anche il disposto dei commi da 3 a 16 dell’articolo 9 del decreto legge n. 70 del 2011, che ha istituito e disciplinato la Fondazione dedicata alla gestione del Fondo per il merito di cui all’articolo 4 della legge n. 240 del 2010 con lo scopo di promuovere la cultura del merito e la valorizzazione delle eccellenze nel sistema scolastico (esame di maturità) ed universitario, attraverso i due strumenti dei premi (cioè borse di studio) e dei buoni studio (cioè prestiti di onore).

Per quanto attiene l’assunzione dei ricercatori, sono attualmente in fase di svolgimento in tutti gli atenei circa 900 concorsi di ricercatore (sono gli ultimi di ricercatore a tempo indeterminato, i cui bandi erano stati pubblicati prima dell’entrata in vigore della legge n. 240 del 2010). Per quanto riguarda i nuovi bandi di ricercatore a tempo determinato, di cui all’articolo 24, comma 3, della legge n. 240 del 2010 (nelle due tipologie quella dei tre anni prorogabili per altri due e quella dei tre anni non prorogabili), si specifica che ciascun ateneo, ai sensi della nuova norma, deve dotarsi di un apposito regolamento al riguardo. Anche a seguito di un’apposita nota trasmessa dalla Direzione generale dell’università agli atenei, in cui si specificava la necessità di tale preliminare adempimento e si chiariva, inoltre, che tale regolamento non è soggetto ad approvazione o autorizzazione da parte del Ministero, molte università si stanno già dotando ditale regolamento. Ciò potrà consentire loro di partire con i nuovi concorsi il prossimo anno accademico.

Per quanto attiene, infine, ai tempi di entrata in vigore della nuova abilitazione nazionale, nonché degli ulteriori provvedimenti attuativi ivi previsti, tali provvedimenti potranno essere definitivamente approvati entro ottobre 2011 e le procedure per l’abilitazione nazionale potranno essere avviate tra ottobre e dicembre 2011.

 

Il PRESIDENTE dichiara aperto il dibattito.

 

La senatrice Vittoria FRANCO (PD) fa presente l’allarme di molte famiglie sulla difficoltà che queste incontrano nell’ottenere il pieno riconoscimento di quanto disposto dalla legge n. 170 del 2010 da parte delle scuole e degli insegnanti, che ancora non hanno metabolizzato i contenuti di tale legge. Auspica quindi che, per il prossimo anno, in seguito ai chiarimenti forniti dal Ministero, la situazione possa migliorare, anche traendo spunto da alcune best practice che sono comunque segnalate nell’ambito di alcune Regioni. Rimane tuttavia il dubbio che classi in soprannumero riescano a gestire adeguatamente i contenuti didattici in favore dei soggetti affetti da DSA. Si sofferma quindi sui tagli operati alla scuola nelle regioni Toscana e Lazio riportando dati quantitativi puntuali dai quali emerge che le riduzioni sono sicuramente più cospicue rispetto alla semplice razionalizzazione a cui il Ministro ha fatto riferimento. Bisogna infatti contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Inoltre, il tempo pieno, inteso come modalità didattica e non come semplice rientro pomeridiano a scuola, non è sempre garantito. Richiama quindi l’attenzione del Ministro sul fatto che nel decreto-legge n. 70 del 2011, attualmente in sede di conversione, non c’è traccia del piano di assunzione dei docenti, circostanza che insieme al blocco del turn over rischia di pregiudicare il funzionamento delle istituzioni scolastiche. L’accorpamento degli istituti comprensivi con più di mille studenti arreca un danno notevole agli studenti stessi e alle famiglie che finiscono per fruire di un servizio di qualità peggiore. Conclude infine sottolineando che, se l’economia tedesca è tornata a crescere, ciò è stato possibile grazie ad investimenti sul piano formativo, ad iniziare dalle attività formative rivolte all’infanzia.

 

Il senatore RUSCONI (PD) fa presente che le poche notizie relative alla manovra finanziaria che filtrano individuano nel settore dell’istruzione uno degli ambiti preferiti per effettuare riduzioni in termini di assegnazioni di risorse. Il piano triennale dei tagli per otto miliardi e mezzo di euro e 130.000 posti di lavoro in meno non si esaurisce quest’anno, perché nel prossimo triennio andranno a regime le cosiddette riforme della scuola primaria e superiore con i relativi tagli di monte-ore e personale. La prospettiva di grandi plessi scolastici, con l’aggregazione di scuole materne, elementari e medie, comporta l’eliminazione dei limiti numerici degli alunni in presenza di studenti diversamente abili. Certamente non migliorerà la qualità e l’efficienza della scuola italiana il congelamento degli organici con la contestuale previsione di un aumento degli alunni. Rimane poi aperto il problema del precariato scolastico, nonostante le promesse del Ministro relative ad un piano triennale di assunzioni, ed i giovani che vogliono intraprendere l’attività di insegnamento non hanno alcuna prospettiva. A questa situazione drammatica si aggiungono i tagli e i ritardati pagamenti alle scuole paritarie, e non si ha notizia dei 2,5 miliardi destinati dall’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 all’incentivazione degli insegnanti migliori. Per quanto riguarda poi il versante universitario, soltanto adesso giunge all’attenzione del Parlamento il primo dei numerosi decreti attuativi della legge n. 240 del 2010, che pure prevedeva un fondo per il merito che adesso viene sostituito dalla disciplina recata dall’articolo 9 del decreto-legge n. 70 del 2011. Il contesto finanziario entro il quale gli atenei stanno attualmente programmando le assunzioni si presenta difficile per il 2011 ed inaccettabile – secondo le parole del presidente della CRUI – per il 2012, con una riduzione del Fondo per il finanziamento ordinario di più del 5 per cento delle risorse.

 

Il senatore GIAMBRONE (IdV) interviene incidentalmente per chiedere, nel caso in cui non si arrivi a concludere la procedura informativa in corso, la prosecuzione dell’audizione del Ministro Gelmini, tanto attesa dalla Commissione, in una prossima seduta.

 

Il PRESIDENTE fa presente l’esigenza di contenere la durata degli interventi, limitandoli alla richiesta di chiarimenti e non estendendoli a valutazioni generali sulle politiche del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, al fine di consentire l’intervento di tutti i senatori iscritti a parlare.

 

Il senatore VALDITARA (FLI) richiama l’attenzione del ministro Gelmini sui disegni di legge relativi alla riforma del reclutamento facendone presente la validità dei contenuti. Chiede chiarimenti sulle modalità con cui il Ministero intende affrontare un tema sociale di grande rilevanza come quello del precariato nella scuola. Auspica poi una riforma in senso anglosassone delle modalità di svolgimento dell’esame di maturità, anche in considerazione del successivo accesso all’università. Con riferimento all’INVALSI, chiede di conoscere quando tale sistema di valutazione potrà essere esteso a tutte le scuole al fine di disporre di un importantissimo strumento di valutazione e di controllo della qualità del servizio scolastico erogato. Per quanto riguarda gli enti di ricerca ricorda brevemente che l’idea di un Comitato di selezione (search committee) era nata in seno alla maggioranza. Chiede inoltre chiarimenti in merito alle progressioni stipendiali di anzianità, che sono state salvaguardate anche nel comparto universitario, ma che non sono state ancora corrisposte nell’anno in corso. Dopo aver fatto presente che, nel periodo 2008-2013, sono previsti tagli per un miliardo di euro, chiede come si pensa di attuare la norma che prevede l’assunzione dei futuri abilitati alla funzione di associato. Se non sono previsti nuovi ingressi di professori universitari, sottolinea infine che i blocchi delle retribuzioni per gli insegnanti, gravano su stipendi il cui importo risulta già adesso insufficiente.

 

Il senatore PROCACCI (PD) chiede quando potrà andare a regime il sistema di assunzione degli insegnanti per concorso e potrà concludersi l’immissione in ruolo dei precari. Ricorda poi che gli scatti di anzianità per il 2010 sono stati attribuiti al personale docente con un decreto nel 2011. Chiede quindi se il ministero intenda procedere con analogo provvedimento nel 2012 e nel 2013, oppure se tali scatti verranno attribuiti automaticamente. Riporta infine le preoccupazioni degli insegnanti di alcune classi di concorso che subiscono la concorrenza di insegnanti di classi di concorso diverse che possono insegnare la loro materia, senza che viga una condizione di reciprocità.

 

Il senatore CERUTI (PD) dichiara di condividere la preoccupazione espressa dal ministro Gelmini sull’assenza di una programmazione coordinata degli enti di ricerca che condiziona pesantemente l’efficiente uso delle risorse finanziarie. Analoga mancanza di coordinamento vale anche per le università con un proliferare di corsi di laurea rispetto al quale chiede se il Ministro stia svolgendo il necessario monitoraggio. Per quanto riguarda poi la ripartizione dei settori disciplinari in settori concorsuali, osserva che l’utilità amministrativa non corrisponde alla necessità della valutazione della qualità dei futuri professori. Se da un lato proliferano le specializzazioni disciplinari, in base ad un meccanismo di selezione di tipo darwiniano, si rischia di perdere il bagaglio scientifico molto approfondito che in taluni ambiti è patrimonio di pochi professori. Chiede al riguardo quali siano gli strumenti di compensazione che il ministero intende adottare nei raggruppamenti di settori disciplinari per tener conto di talune specializzazioni molto approfondite ma non altrettanto diffuse.

 

Il senatore VITA (PD) sottolinea la situazione di grande sofferenza vissuta dal mondo universitario a seguito della riforma avviata con la legge n. 240 del 2010. Chiede quindi al Ministro se sia a conoscenza del fatto che gli studenti e i professori dell’Accademia di belle arti di Roma hanno iniziato, il 29 giugno scorso, uno sciopero della fame per sollecitare l’attenzione delle istituzioni sulle problematiche che interessano il loro settore. Accademie e conservatori vivono infatti uno stato di degrado scoraggiante che pregiudica la qualità della vita delle persone che vivono di cultura.

 

La senatrice Mariapia GARAVAGLIA (PD) fa preliminarmente riferimento alle problematiche vissute nel settore musicale. Il Paese ha infatti un problema di sopravvivenza della cultura e, in prospettiva, un problema sociale, se si tiene conto del fatto che, nel volgere di dieci anni, saranno disponibili nelle strutture sanitarie italiane la metà degli specialisti di cui tale settore ha bisogno. Va quindi garantito agli studenti il diritto ad un corso di studi e a poter programmare il proprio futuro professionale. In tale contesto, il ministero dovrebbe intervenire facilitando una razionalizzazione delle facoltà di medicina, che non consista però nella creazione di scuole mediche al di fuori dell’università, ed evitando la fuga dei medici italiani che all’estero sono pure molto apprezzati.

 

Il PRESIDENTE ringrazia il Ministro Gelmini ed i senatori intervenuti per il dibattito sin qui svolto, comunicando che l’audizione proseguirà in una prossima seduta.

Rinvia quindi il seguito della procedura informativa.

 

Resoconto sommario n. 315 del 14/07/2011

Riprende l’audizione sospesa nella seduta del 5 luglio scorso.Nel dibattito interviene il senatore ASCIUTTI (PdL) il quale ringrazia anzitutto il ministro Gelmini di aver fugato le preoccupazioni sorte in ordine ai tempi di applicazione della riforma universitaria (legge n. 240 del 2010) e prende atto con soddisfazione che gran parte della normativa secondaria prevista sarà approvata prima dell’estate.

Si sofferma indi sull’Alta formazione artistica e musicale (AFAM), stigmatizzando che i titoli conseguiti dagli studenti non siano spendibili a livello europeo. Auspica pertanto una sollecita approvazione del disegno di legge n. 1693 a sua prima firma, sul quale il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha finalmente reso i chiarimenti richiesti dal Dicastero dell’economia, da cui si attende ora il definitivo via libera. Domanda indi al Ministro se ritenga opportuna la permanenza di una direzione generale apposita per l’AFAM nel suo Dicastero, ovvero non concordi sull’ipotesi di accorparla alla direzione generale per l’università, stante la piena equiparazione dei due segmenti formativi. Chiede inoltre quali prospettive di statizzazione vi siano per le cinque Accademie di belle arti private, sollecitando nei loro confronti l’applicazione dell’articolo 3 della legge n. 240 e la conseguente federazione con università vicine.

Dopo aver registrato con favore il prossimo completamento dell’iter applicativo della legge n. 170 del 2010, sui disturbi specifici di apprendimento (DSA), esprime apprezzamento anche per il piano di assunzioni per 67.000 unità nella scuola, fra docenti e personale ATA, contenuto nella manovra finanziaria in corso di approvazione. Con riguardo a quest’ultima, chiede peraltro chiarimenti in ordine alla prevista aggregazione in istituti comprensivi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.

 

La senatrice BASTICO (PD) ritiene che l’esposizione introduttiva del Ministro sia inficiata da un eccesso di ottimismo. Dalla scuola, e soprattutto da coloro che sono maggiormente impegnati per garantirne la qualità, si leva infatti un grido di dolore certamente non corporativo.

Ella manifesta quindi soddisfazione per l’intento del Ministro di stabilizzare il personale scolastico e, nel contempo, di imporre la permanenza per cinque anni nella medesima posizione. Ritiene infatti che la qualità dell’insegnamento sia intimamente connessa alla continuità. Chiede peraltro conferma che le 67.000 assunzioni previste dalla manovra finanziaria siano concentrate nel prossimo anno scolastico, tanto più che si tratta di posti vacanti. Se la misura fosse spalmata in tre anni, si finirebbe invece per coprire appena un terzo dei pensionamenti. Al contrario, occorre che nei successivi due anni del triennio si coprano per intero gli altri posti vacanti.

Ella si sofferma poi sulla formazione in ingresso dei docenti, lamentando che il regolamento recentemente approvato non abbia affrontato anche il connesso tema del reclutamento. Al riguardo, invita il Ministro a pronunciarsi sul complesso intreccio fra assunzione dei precari e accesso alla professione di giovani formati con le nuove modalità.

Passando al dimensionamento scolastico, deplora l’aggregazione in istituti comprensivi prevista dalla manovra finanziaria, di cui peraltro non sono neanche quantificati i risparmi. Si tratta a suo giudizio di una misura addirittura incostituzionale, atteso che l’organizzazione scolastica e la programmazione dell’offerta formativa sono di competenza delle Regioni come confermato dalla Corte costituzionale che, con la sentenza n. 200 del 2009, ha annullato una norma di legge che disciplinava proprio il dimensionamento. Non a caso, in questo senso va anche il parere reso dalla Commissione affari costituzionali sulla manovra finanziaria. Invita pertanto a percorrere la corretta strada dell’intesa con gli enti locali, evitando atti di imperio.

In merito agli insegnanti di sostegno, rileva che risultano in aumento non solo le certificazioni degli alunni disabili, ma anche i casi di profondo disagio sociale, che meritano altrettanta attenzione. Ribadisce pertanto la proposta dell’organico funzionale, affinché alle scuole sia assegnato un contingente di docenti stabile, cui affiancare una variabile legata alle dinamiche evolutive.

Auspica indi la piena generalizzazione della scuola dell’infanzia, la cui copertura non è attualmente sufficiente sì da ledere il diritto all’apprendimento dei bambini da 3 a 6 anni.

Dopo aver sollecitato una modifica della recente riforma degli istituti tecnici e professionali, che ha inopinatamente dimezzato le ore di laboratorio con gravissimi effetti sulla preparazione degli studenti, lamenta che le 40 ore attualmente assicurate dalle scuole non corrispondano al tempo pieno, come concepito precedentemente in termini di formazione e compresenza.

In tema di federalismo scolastico, deplora che non sia ancora stato approvato l’accordo fra Regioni e Ministero per la prima applicazione del nuovo Titolo V della Costituzione, con il relativo passaggio di competenze alle autorità locali ed evidenzia la necessità di riequilibrare la distribuzione delle risorse.

Coglie infine l’occasione per chiedere se la ventilata abolizione del valore legale del titolo di studio si riferisca all’università o anche alla scuola.

 

Il senatore GIAMBRONE (IdV) stigmatizza la forte emergenza culturale del Paese determinata dalle politiche formative del Governo in carica, fortemente contestate dall’opposizione in quanto del tutto marginali rispetto a quelle economiche. Cita, fra l’altro, il taglio nel triennio di 100.000 unità nella scuola, di cui 33.000 solo nell’ultimo anno. Chiede quindi a sua volta se le 67.000 assunzioni previste dalla manovra saranno concentrate nel prossimo anno, stante la condizione di grave precarietà che ormai caratterizza la scuola pubblica nel suo complesso.

Dopo essersi associato alle richieste di precisazione in ordine agli insegnanti di sostegno, domanda infine se il Ministro condivide la posizione espressa a titolo personale dal direttore generale per l’AFAM del Ministero, dottor Bruno Civello, in ordine alla opportunità di prorogare il mandato dei direttori dei Conservatori, su cui la sua parte politica è nettamente contraria.

 

Il senatore MARCUCCI (PD) rimprovera al Ministro di sottovalutare i disagi determinati dalla riforma scolastica nelle aree montane e rurali del Paese, che i direttori regionali non hanno gli strumenti per affrontare, tanto più a fronte dei pesanti tagli imposti agli enti locali che limitano il diritto all’apprendimento dei bambini.

Pone poi l’accento sull’esigenza di mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici, secondo regole e priorità definite e rispettate. Nella consapevolezza dei cospicui investimenti necessari, invoca al riguardo una precisa programmazione.

 

La senatrice SOLIANI (PD) critica i colossali disinvestimenti operati dal Ministro nella scuola e il conseguente smantellamento del sistema pubblico di istruzione, mentre altri Paesi europei, come la Germania, hanno affrontato la crisi proprio con investimenti nel settore formativo.

Ella rileva poi che in molti comuni si registra un andamento demografico crescente, anche connesso all’immigrazione, cui tuttavia fa fronte una costante riduzione dell’impegno dello Stato.

Prende indi atto con soddisfazione della prossima applicazione delle norme sui DSA. Sottolinea tuttavia che, contemporaneamente, è aumentato il numero di alunni per classe e diminuito quello degli insegnanti di sostegno, compromettendo il diritto all’apprendimento e all’integrazione degli alunni in difficoltà.

Si sofferma poi sulla Scuola europea di Parma, per la quale è stata approvata una legge apposita, il cui regolamento applicativo è stato emanato di recente. Vi è tuttavia il rischio che dal prossimo anno scolastico si determini un brusco avvicendamento del personale docente, ancora una volta improntato a criteri di risparmio. Invoca pertanto flessibilità, affinché non sia disperso il grande patrimonio di eccellenza che ha finora retto la Scuola.

Conclude evidenziando la condizione critica dell’Istituto superiore di studi musicali Vincenzo Bellini di Catania, che attende da tempo la statizzazione. Nel rilevare come essa non comporterebbe oneri, fa presente che comunque molte risorse pubbliche sono dilapidate in modo poco trasparente.

 

La senatrice BLAZINA (PD) pone l’accento sulle scuole con lingua di insegnamento slovena, con riferimento alle quali molte questioni sono rimaste aperte nonostante le promesse. E’ ad esempio ancora fermo l’organico dell’ufficio scolastico, a dieci anni di distanza dalla legge n. 38 che ne prevedeva la copertura. Auspica pertanto che esso quanto meno non rientri nelle riduzioni di spesa previste dalla manovra. Si augura poi che l’imminente bando per dirigenti scolastici preveda la copertura dei tantissimi posti attualmente vacanti e si domanda se anche la dotazione del personale ATA, così come quella dei docenti, sarà determinata in sede nazionale.

Si sofferma infine sul comma 5 dell’articolo 19 della manovra, in merito al quale ha presentato un ordine del giorno, osservando che esso rischia di privare intere Province dei dirigenti scolastici delle scuole di lingua slovena. Invoca conclusivamente un particolare riguardo per questa minoranza linguistica che, a differenza delle altre, non gode di autonomia in materia scolastica.

 

Il senatore de ECCHER (PdL) sottolinea che la maggioranza rinuncia ad intervenire nella discussione per dare più tempo alla replica del Ministro.

 

Conncluso il dibattito, agli intervenuti replica il ministro Mariastella GELMINI, la quale conferma quanto anticipato nell’esposizione introduttiva sui regolamenti applicativi della legge n. 170. Il comitato tecnico-scientifico ha infatti concluso i suoi lavori ed è stato conseguentemente firmato il decreto ministeriale recante le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti, le misure educative e didattiche di supporto, nonché le forme di verifica e di valutazione del rendimento degli alunni. Quanto al secondo decreto, relativo all’identificazione precoce dei DSA, esso è attualmente in attesa del concerto del Ministero della salute, prima dell’invio alla Conferenza Stato-Regioni per la prescritta intesa. Il Ministro assicura comunque che anche per il 2012 saranno disponibili risorse a sostegno della legge, stante le sue importanti finalità.

Quanto alle immissioni in ruolo, invita a contestualizzare la politica del Governo nell’attuale situazione di crisi economica e giudica errato sul piano morale incolpare la maggioranza di insensibilità e superficialità nei confronti delle tematiche scolastiche. Cita peraltro dati oggettivi che dimostrano come non corrispondano al vero le affermazioni della senatrice Bastico sul taglio degli insegnanti di sostegno e della senatrice Soliani sull’innalzamento degli alunni per classe. Gli insegnanti di sostegno sono infatti aumentati di circa 4.000 unità e la manovra non comprende alcuna misura penalizzante per il rapporto studenti per classe, con riferimento al quale è stata pienamente rispettata la recente sentenza della Corte costituzionale. Invita quindi a non strumentalizzare il dibattito politico diffondendo notizie false che appesantiscono il rigoroso quadro di interventi necessitato dalla situazione.

Conferma poi con soddisfazione che, dopo le numerose misure di razionalizzazione, sono state reperite risorse sufficienti per immettere in ruolo 67.000 unità da settembre prossimo, secondo un accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali. L’ARAN è pertanto al lavoro per elaborare la convenzione necessaria all’attuazione di questo impegno ed a tal fine ella ha registrato il pieno sostegno degli altri Ministri interessati.

Inoltre, il settore scolastico è stato oggetto di una doverosa eccezione, che lo ha escluso dal parziale blocco del turn over previsto per le altre categorie del pubblico impiego.

Quanto al tempo pieno, ella comunica che dalle 33.224 classi dell’anno scolastico 2007-2008 si è passati a 38.120 nel 2011-2012. Si può quindi convenire sulla prospettiva di estendere ulteriormente il servizio, ma non si può sostenere che esso sia stato ridotto, né che si tratti di mero doposcuola.

Con riferimento agli istituti comprensivi, i risparmi previsti sono pari a 52 milioni nel 2011 e a 172 milioni nel 2012. Va infatti ricordato che la clausola di salvaguardia prevista da una legge finanziaria approvata nella scorsa legislatura impone determinati risparmi di spesa. Poiché il piano di razionalizzazione scolastica è stato applicato solo parzialmente proprio per andare incontro alle esigenze del territorio, sono necessarie ulteriori economie, che il Ministero ha ritenuto di conseguire attraverso l’aggregazione delle scuole in quanto meno traumatica per gli studenti.

Ella comunica poi, rispondendo ad un quesito del senatore Rusconi, che per il 2011 sono previsti 280 milioni di euro per le scuole paritarie. Di questi sono stati già assegnati agli uffici scolastici regionali, ai fini della successiva destinazione alle scuole, 8/12 del totale, pari a 168 milioni di euro. Nel frattempo sono stati stanziati ulteriori 245 milioni di euro, il cui decreto di riparto a livello regionale sarà approvato entro settembre.

Sempre al senatore Rusconi fa presente poi che il 30 per cento dei risparmi previsti dall’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, destinato alla valorizzazione del personale scolastico, ammonta a 351 milioni di euro, di cui 320 milioni sono stati utilizzati per garantire gli scatti di anzianità del personale. I restanti 31 milioni sono stati invece destinati al sistema nazionale di valutazione e a due progetti sperimentali, di cui uno individuale ed uno di gruppo. Il primo, denominato “Valorizza”, ha interessato 33 istituti scolastici in tre Regioni campione (Campania, Lombardia e Piemonte) e si è concluso il 30 giugno scorso con l’individuazione di 276 docenti meritevoli su 905 candidati. Il secondo progetto, che promuove lo spirito di squadra, ha invece carattere triennale ed interessa 77 scuole nelle province di Arezzo, Mantova, Pavia e Siracusa. In proposito, si riserva di riferire in settembre sui dati raccolti.

Passando ai quesiti sul reclutamento, posti fra gli altri dai senatori Valditara e Bastico, il Ministro conferma che sta ricercando una soluzione equa fra le esigenze di coloro che stanno da tempo in graduatoria e le giovani generazioni. E’ stato istituito un gruppo di lavoro e va emergendo l’orientamento di assegnare il 50 per cento del reclutamento alle graduatorie e il 50 per cento ai giovani. Occorre peraltro incrociare le istanze di federalismo scolastico e superare il centralismo, conservando tuttavia la natura statale della scuola, in un difficile equilibrio fra spinte diverse. In particolare ella dichiara di non essere contraria agli albi regionali, ma di ritenere che il sistema scolastico deve rimanere nazionale. Le proposte in merito saranno comunque affrontate dopo l’avvio del prossimo anno scolastico, atteso che risulta prioritario garantire tempestivamente le immissioni in ruolo.

Quanto alla valutazione, ella sottolinea l’importanza di aver reperito 10 milioni di euro per assicurare continuità al sistema. Riferisce altresì che, alla fine dell’anno scolastico 2010-2011, l’INVALSI ha garantito la rilevazione in tutte le classi seconda e quinta della scuola primaria, prima e terza della scuola secondaria di primo grado e seconda della scuola secondaria di secondo grado. Si sta altresì ragionando sull’ipotesi di aggiungere una prova oggettiva anche agli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo, eventualmente rimodulando il numero complessivo delle prove, per assicurare loro equità ed omogeneità, tanto più che il voto finale influisce sull’ammissione all’università.

Rispondendo al senatore Procacci, che aveva sollevato il problema delle classi di concorso, il Ministro afferma poi che i temi del sovranumero, dei trasferimenti e degli esuberi è all’attenzione del suo Dicastero. Certamente, l’accorpamento determina criticità, così come è accaduto nell’università con riguardo ai settori scientifico-disciplinari. Si tratta tuttavia di una misura indispensabile per superare l’eccessiva frammentazione. Gli uffici sono comunque al lavoro per trovare i correttivi possibili volti ad evitare le problematiche più pesanti.

Con riferimento alla proliferazione dei corsi di laurea, stigmatizzata dal senatore Ceruti, ella conferma la riduzione del 20 per cento (da 5.879 a 4.370) oltre a quella del 40 per cento dei settori scientifico-disciplinari, conseguita grazie alla collaborazione di CUN e CRUI.

Riferisce altresì che è in corso un confronto con il ministro Fazio per cercare una soluzione condivisa alla questione delle facoltà di medicina sollevata dalla senatrice Mariapia Garavaglia. In particolare, risulta più semplice ridurre la durata delle scuole di specializzazione, mentre è più complesso analogo provvedimento sulle facoltà, che sono disciplinate a livello europeo. Sono in corso riflessioni anche circa il test di ingresso, alla luce delle sperimentazioni effettuate. Annuncia quindi che, prima della pausa estiva, conta di illustrare le misure oggetto di accordo con il Ministro della salute.

Ella si sofferma indi sulle tematiche relative all’AFAM, comunicando anzitutto che lo schema dell’ultimo regolamento necessario per completare la riforma, sulle procedure e modalità per la programmazione dello sviluppo e la razionalizzazione del sistema, nonché sul reclutamento e la valutazione, è stato trasmesso al Ministero dell’economia e alla Funzione pubblica per il concerto. Indi, dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri e sottoposto al parere del Consiglio di Stato e del Parlamento. In proposito, ella condivide l’assoluta urgenza dell’atto, che ha ripetutamente sollecitato, in assenza del quale non possono essere predisposte ulteriori iniziative ad esempio sui centri di eccellenza e la distribuzione territoriale delle istituzioni. Più semplice risulta invece l’iter delle modiche da apportare al regolamento sulla composizione e funzionamento del CNAM, nell’ottica di adeguarlo ai nuovi settori disciplinari. Quanto alla doppia frequenza, sono emerse posizioni diverse nel CNAM (favorevole ad attribuire 90 crediti) e nel CUN (favorevole a 70 crediti), rispetto alle quali si cerca un’intesa. Sono poi allo studio provvedimenti per consentire lo sdoppiamento delle cattedre in due spezzoni ed andare così incontro alle esigenze di flessibilità del sistema. I risparmi conseguenti a tale razionalizzazione consentirebbero peraltro la stabilizzazione dei 600-650 precari attuali. Nella manovra non è invece entrato lo sgravio fiscale sull’IVA, immaginato sulla falsa riga di quanto riconosciuto all’università, per il quale occorrerà quindi procedere con altro strumento. Dopo aver sottolineato come la statizzazione degli istituti musicali pareggiati necessiti in realtà di idonee risorse, riferisce di aver istituito un tavolo tecnico con tutti i referenti del comparto, che si riunirà per la prima volta il 27 luglio prossimo, con il compito di individuare le maggiori criticità che ostacolano la piena attuazione della riforma. Manifesta infine interesse per la proposta di istituire i politecnici delle arti, quali centri di eccellenza della formazione artistica. Nel riferire sulle esperienze già in atto a Napoli e Verona, sottolinea l’esigenza di sinergie e collaborazioni che, da un lato, determinino economie di spese e, dall’altro, migliorino la gestione e l’offerta formativa.

Ella si riserva poi di rispondere alla senatrice Soliani sulla Scuola europea di Parma, di cui sottolinea il carattere di eccellenza, e risponde affermativamente alla domanda della senatrice Blazina sui concorsi per dirigenti scolastici con riferimento alle scuole in lingua slovena. Manifesta altresì disponibilità ad un nuovo incontro sugli organici di dette scuole con le realtà istituzionali preposte.

Dopo aver assicurato di non voler procedere in modo unilaterale sul dimensionamento, informa indi che una prima tranche del miliardo stanziato a favore dell’edilizia scolastica è stata già distribuita. Non è tuttavia facile spendere le risorse, per la concorrenza delle competenze e la farraginosità delle procedure. Ella si ripromette tuttavia di risollevare la questione nella prossima riunione della Conferenza Stato-regioni, onde avviare una proficua collaborazione. Comunica che è stata peraltro completata l’Anagrafe degli edifici scolastici, cosicché è finalmente possibile disporre di un attendibile elenco di priorità.

Ancorchè sia stata di recente approvata la riorganizzazione del Ministero, conviene infine che la direzione generale per l’AFAM possa in futuro essere accorpata a quella dell’università, sia pure nel rispetto delle singole specificità, sottolineando l’opportunità di sviluppare sinergie fra le due articolazioni.

 

Conclusa la replica del Ministro, ha la parola il senatore RUSCONI (PD) il quale esprime profonda amarezza per l’accusa di comportamenti disonesti rivolta a due componenti del suo Gruppo. Si tratta, a suo avviso, di un’espressione inaccettabile, che ha travalicato il dovuto rispetto reciproco. Non si può infatti non riconoscere alla sua parte politica di difendere sempre le proprie idee con passione, convinzione ed onestà.

 

Il ministro GELMINI chiarisce di non aver voluto offendere nessuno. Se l’espressione usata può essere stata infelice, ella ribadisce che il Governo non è affatto insensibile a tematiche delicate e rilevanti come la disabilità. E’ dunque scorretto insistere, come l’opposizione ha fatto negli ultimi tre anni, nell’accusare il suo Dicastero di colpe che i dati smentiscono sul piano oggettivo.

 

La senatrice BASTICO (PD) tiene a precisare che non ha mai affermato che gli insegnanti di sostegno siano diminuiti, bensì ha sollecitato l’adozione dell’organico funzionale. Coglie poi l’occasione per manifestare sorpresa in ordine alla cifra di un miliardo che, secondo il Ministro, sarebbe destinata all’edilizia scolastica. Quanto alla prima tranche¸ pari a 358 milioni, puntualizza che, a quanto le consta, le scuole non l’hanno ancora ricevuta.

 

Il ministro GELMINI conferma che le risorse sono state ripartite.

 

La senatrice SOLIANI (PD) chiarisce la portata delle sue critiche rivolte alla politica scolastica del Governo in tema di sostegno all’handicap, rilevando che a seguito delle misure introdotte la condizione degli alunni disabili è peggiorata.

 

Il PRESIDENTE ringrazia il Ministro per i contenuti dell’audizione, nonché per le precisazioni rese, ricche di dettagli ed informazioni. Dichiara indi conclusa l’audizione.

 

La seduta termina alle ore 10.