Scuola e azienda, la nuova alleanza per il futuro

da Il Sole 24 Ore 

Scuola e azienda, la nuova alleanza per il futuro

di Fabio Storchi*

L’alternanza scuola-lavoro (work based learning) sta, finalmente, diventando una realtà anche nel nostro Paese e questo ci impone di adottare nuovi modi di pensare e nuovi comportamenti per affrontare una tra le sfide più grandi che abbiamo di fronte: il rinnovamento del modello educativo italiano. Dobbiamo rinnovarci per gestire e non subire ciò che l’innovazione tecnologica e la rivoluzione industriale, chiamata Industry 4.0, ci impongono. I cambiamenti nell’industria del futuro interesseranno i processi produttivi, l’organizzazione del lavoro e soprattutto le competenze delle persone che saranno chiamate ad adottarli.

La riforma
La “grande trasformazione” in atto a livello globale non prevede soluzioni di compromesso: si esce vincitori o perdenti. Non possiamo, quindi, affrontarla a compartimenti stagni; abbiamo bisogno di fare sistema, di stringere forti alleanze e quella tra il mondo produttivo e il mondo educativo è certamente strategica. Scuola e impresa, insieme, si rafforzano vicendevolmente. E la loro forza è la forza dei giovani di questo Paese. Questo è il grande messaggio della riforma.

Sistema educativo aperto e moderno
I nostri ragazzi devono affidarsi sempre più a un sistema educativo aperto e moderno, che li aiuti a riscoprire il gusto di lavorare, di formarsi un pensiero manuale e di entrare in contatto fin da subito con il mondo del lavoro e delle imprese.
La sfida non è di poco conto. Implica che tutte le imprese, anche quelle che finora non hanno mai interagito con il mondo della scuola, siano disponibili ad accogliere gli studenti in percorsi di alternanza. L’impegno è elevatissimo. Chiediamo al Governo che metta le imprese italiane in condizione di accogliere questa grande sfida sia attraverso incentivi di natura giuridica che attraverso incentivi di natura economica.

Modificare l’approccio educativo
Anche le scuole devono modificare il loro approccio educativo. No al nozionismo, no all’identificazione della didattica con le sole materie. No alla considerazione della classe come un unicum inscindibile. Va introdotta la flessibilità nei programmi e negli orari didattici al fine di consentire una rotazione dei ragazzi anche in azienda. Scuola e impresa dovranno collaborare inoltre alla progettazione dei percorsi educativi utili al conseguimento delle competenze richieste e alla valutazione delle abilità acquisite dai ragazzi alla fine del percorso di alternanza.

Alternanza già diffusa da tempo in Europa
Alternare studio e lavoro come metodologia per un apprendimento efficace non è una novità di per sé. In Europa è una prassi diffusa. Il nostro Paese ci arriva tardi, troppo a lungo zavorrato da pregiudizi radicati e diffusi sul mondo del lavoro e sulle imprese, vissute più come luogo di sfruttamento e di lavoro esecutivo, che non come quello della crescita, dell’esperienza, dell’apprendimento individuale e del lavoro intelligente.
Anche per questo non possiamo ancora contare su un modello unico di alternanza italiano, ma non partiamo da zero. Le scuole italiane che hanno avviato forme di alternanza sono moltissime (secondo una ricerca Miur più del 40%) e i progetti del sistema che possiamo considerare, almeno parzialmente di alternanza, sono più di 10mila.

Possiamo quindi contare su tantissime esperienze che in questi anni si sono via via stratificate in modo spontaneo e straordinario, in cui imprese e scuole hanno collaborato liberamente senza schemi prefissati. Tante aziende, piccole, medie e grandi hanno aperto le loro porte agli studenti e i risultati formativi e occupazionali sono stati positivi. Questo sì è verificato principalmente dove le reti scuola-impresa funzionano, motivo per cui il fattore territorialità è determinante: siamo il Paese dei distretti industriali, possiamo diventare quello delle filiere intelligenti.

Il progetto pilota «Traineeship»
Ma abbiamo bisogno di mettere a fattor comune queste preziose esperienze e dare precise e utili indicazioni operative. Per questo, Federmeccanica ha avviato insieme al Miur il progetto Traineeship, la prima azione di sistema, concreta e valida su tutto il territorio nazionale da Pordenone a Palermo per la graduale diffusione dell’alternanza nella scuola italiana. Sarà definito, insieme a 50 istituti tecnici e professionali, selezionati con bando pubblico, 5mila studenti e 600 docenti tutor, un modello di alternanza scuola-lavoro valido per le imprese metalmeccaniche e per il Paese.

*Fabio Storchi è presidente di Federmeccanica