Il grande assente è il diritto allo studio: niente risorse in più per il 2016

da Il Sole 24 Ore

Il grande assente è il diritto allo studio: niente risorse in più per il 2016

di Mar.B.

Il grande assente della legge di stabilità si chiama diritto allo studio. Alla vigilia della manovra nelle settimane scorse si era ipotizzato un intervento sostanzioso di almeno 100 milioni per garantire una borsa di studio a tutti gli idonei cancellando per sempre il fenomeno tutto italiano degli idonei (cioè studenti con tutti i requisiti) senza borsa. E invece almeno nel testo entrato in consiglio dei ministri non c’è nessuno stanziamento né indicazioni per intervenire sull’altro fronte aperto sempre sul diritto allo studio: quello del nuovo Isee che di fatto sta escludendo molti vecchi beneficiari dell’anno passato. Il Miur si è scontrato infatti contro il muro alzato dall’Economia e da Palazzo Chigi e ha dovuto di fatto rinunciare a qualcosa rispetto alle sue richieste sacrificando le borse di studio. Una sponda per far riaprire la partita potrebbe però arrivare dal Parlamento –il Pd sta già preparando una risoluzione – dove le risorse potrebbero rientrare con un emendamento. Intanto però gli studenti sono già sul piede di guerra mentre oggi si riunisce per la prima volta il tavolo tecnico al Miur con Regioni e studenti sulla questione dell’Isee e delle borse di studio. Una riunione che non si annuncia facile viste le reazioni delle principali associazioni studentesche.

«La presentazione della legge di stabilità vede confermati tutti i nostri timori», avverte Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari che parla di una manovra «ricca di spot, che non interviene affatto sull’università in questa grave fase emergenziale». Per l’Udu non sono infatti previsti fondi per il diritto allo studio, «essenziali alla luce della riforma dell’Isee che vede sempre meno studenti accedere ai servizi e alle borse». «Restiamo increduli che il Governo, dopo essersi riempito la bocca per mesi sulla necessità di garantire il diritto allo studio, non abbia previsto nuove risorse per le borse di studio universitarie, nonostante le carenze storiche del sistema e del nuovo processo di esclusione messo in atto dalle nuove modalità di calcolo dell’Isee», spiega Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link-coordinamento universitario . Che aggiunge: «Questa legge di stabilità- sembra essere aria fritta per il mondo dell’Università e della ricerca: una gigantesca presa in giro a partire dal tema del precariato e del reclutamento di nuovi docenti, ridotto al torneo internazionale per 500 docenti e all’assunzione di 1.000 ricercatori». Anche Rete della conoscenza va giu dura e parla di una manovra «iniqua che aumenta le disuguaglianze» con «nulla sul diritto allo studio». Critiche anche le associazioni degli studenti delle scuole. Alberto Irone, portavoce nazionale della rete studenti medi, ricorda come l’approvazione da parte del parlamento della Buona Scuola aveva consegnato al governo una delega in bianco sul diritto allo studio: «Mesi fa contestavamo l’idea che quella delega non prevedesse nessun finanziamento immediato: il governo ci rispose che con l’approvazione della legge di stabilità si sarebbe fatto carico di compiere gli investimenti necessari. Oggi abbiamo la certezza che probabilmente non sarà prevista nessuna risorsa sul diritto allo studio per garantire che le regioni possano erogare dei livelli essenziali delle prestazioni sufficienti». «Siamo stati presi in giro?», si chiede Irone. Sulla stessa scia Danilo Lampis, Coordinatore nazionale unione degli studenti: «Sulla scuola nessun finanziamento sul diritto allo studio. Il tavolo al ministero su questa delega alla legge Buona Scuola è inutile perché privo di finanziamenti».