Disturbi apprendimento per 186 mila alunni. Miur: “Nella norma”

da Redattore Sociale

Disturbi apprendimento per 186 mila alunni. Miur: “Nella norma”

Secondo il ministero dell’Istruzione il dato è vicino alla “stabilizzazione”, ma “non è preoccupante”. Le norme ci sono, ora si punta sulla formazione. Ciambrone: “La Buona scuola introduce il principio della formazione obbligatoria in servizio e sono stati stanziati 40 milioni di euro”.

ROMA. Secondo gli ultimi dati del Miur, sono 186.290 gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) in Italia: 44.792 alle elementari, 73.502 alle medie e 67.996 alle superiori. “Le indagini epidemiologiche ci danno una prevalenza del 3-5 per cento sulla popolazione scolastica – commenta all’agenzia Dire, Raffaele Ciambrone, dirigente dell’Ufficio IV della direzione generale dello studente del Miur- e, assumendo che in totale sono 8 milioni circa gli alunni, dovremmo arrivare a numeri tra i 250 mila e i 350 mila. Quindi stiamo ben al di sotto del dato epidemiologico. C’è una flessione nell’aumento delle certificazioni – precisa – perché la progressione é stata la seguente: 63 mila nel primo anno, poco dopo la legge, poi 90 mila, 152 mila e ora 186 mila. L’anno precedente avevamo visto un aumento superiore al 60 per cento, mentre adesso è sceso al 22 per cento. Ci avviciniamo a una stabilizzazione del dato. Non è assolutamente preoccupante, ma nella norma”.

Un’Italia divisa in due sui Dsa. Sempre secondo il Miur, in Lombardia sono 47 mila gli alunni con Dsa, mentre in Campania 5.200. Come si spiega? “La Lombardia ha oltre il milione di alunni – risponde il dirigente del Miur – circa un quinto della popolazione scolastica dell’Italia. Quindi siamo intorno al 5 per cento. La Campania, invece, sta molto al di sotto. C’è però un problema sulla correttezza delle diagnosi – afferma Ciambrone – forse siamo molto indietro rispetto alla certificazione, in termini temporali. Probabilmente ci sono molte richieste e i servizi non riescono ad assolverle, e stiamo andando più lentamente. Ma c’è anche un maggior numero di diagnosi di 104 e questa cosa va valutata molto attentamente”.

Di fronte a questi dati quali sono le strategie che il Miur sta mettendo in campo? “Sono tre gli assi fondamentali: normativo, l’organizzazione territoriale e la formazione. La parte normativa si è conclusa – precisa Ciambrone, dirigente del Miur- c’è un pacchetto di norme sui Dsa che vanno dall’accordo sulla certificazione fino all’individuazione precoce. L’organizzazione territoriale istituisce i Cts, 86 Centri territoriali di supporto dove ci sono insegnanti specializzati ed esperti su queste tematiche. Il nodo fondamentale è quello della formazione. La legge 107, ‘la Buona scuola’, introduce il principio della formazione obbligatoria in servizio e sono stati stanziati 40 milioni di euro. Un intento importante che ha risorse forti per poter mettere le gambe”.

Il dirigente sottolinea che il Miur “cerca quanto più di demedicalizzare l’approccio a questi problemi. Deve essere chiaro a noi, ma anche ai clinici e agli esperti che si confrontano con la scuola. Un fatto clinico quando entra a scuola diventa una questione educativa. Io ho definito l’insegnante come scienziato pratico, perché è lui il punto di contatto della classe. Esperti, clinici, psicoterapeuti, neuropsichiatri dovrebbero sostenere il lavoro degli insegnanti sia fornendo elementi di conoscenza che spostandosi verso la didattica, per cercare di capire quale poi debba essere l’azione dell’insegnante. E affinche questa sia resa efficace occorre una conoscenza di questo mondo”. Ciambrone conclude: “I test non sono sufficienti, occorre una approfondimento. La scienza è un regredire dagli effetti alle cause, e il buon diagnosta per interpretare i dati deve avere elementi di conoscenza. Noi miglioreremo sempre più se ci sarà una sinergia tra la scuola, la medicina, la pedagogia e la psicologia”. (DIRE)