Docente medico o docente specializzato? Diverse visioni a confronto

da Tuttoscuola 

Prosegue l’acceso dibattito sul tema del docente di sostegno
Docente medico o docente specializzato? Diverse visioni a confronto
La riforma vuole trasformare l’insegnante di sostegno in una “Docente-medico”? “Una leggenda metropolitana”, secondo Nocera dell’AIPD. Cosa dice la Legge n. 107/2015

Si accende il dibattito intorno alle caratteristiche che dovrebbe assumere la nuova figura dell’insegnante di sostegno, che alcuni soggetti temano possa assumere le caratteristiche di un “docente medico”. La paura di medicalizzare la dimensione scolastica è senz’altro molto radicata nella scuola italiana e nasce probabilmente dal fatto che l’iter che porta all’assegnazione dell’insegnante di sostegno nasce proprio con una diagnosi completamente medica. Attualmente alla base del percorso educativo e formativo degli alunni con disabilità certificata, vi é quindi uno sguardo medico, che impedisce di fatto un approccio più globale e olistico della persona.

Questo accade nonostante la conferenza Stato – Regioni del 20 marzo 2008 abbia individuato nell’ ICF (International Classification of Functioning Disability and Health) lo strumento principe per una diagnosi che sia dinamica e comprenda la dimensione educativa, oltre che quella prettamente medica[1]. Con la recente normativa relativa alla certificazione di alunni con BES senza certificazione medica di disabilità, la situazione è parzialmente evoluta (http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=30321 )

Le paure oggi sono però  legate a tutt’altra dimensione. Secondo l’ANIEF vi sarebbe un serio rischio di una medicalizzazione della figura dell’insegnante di sostegno e un pericoloso sbilanciamento verso la dimensione clinica, piuttosto che quella educativa. (per maggiori info: http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=37116). I timori nascono dall’analisi della Legge 107/2015 di riforma della scuola,  presumibilmente dall’esame dell’art. 1 comma 181 lettera C  numeri. 1 e 2.

Il tema trattato in questa sezione è la “promozione  dell’inclusione  scolastica  degli  studenti  con disabilità  e   riconoscimento   delle   differenti   modalità  di comunicazione attraverso:

1) la ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno al fine  di  favorire  l’inclusione  scolastica  degli  studenti  con disabilità, anche attraverso l’istituzione di appositi  percorsi  di formazione universitaria;

2) la revisione dei criteri di inserimento  nei  ruoli  per  il sostegno didattico, al fine di garantire la continuità  del  diritto allo  studio  degli  alunni  con  disabilità,  in  modo  da  rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione;”

Ad indicare questi due articoli come i possibili portatori di questa nuova apertura medica è stato Salvatore Nocera, responsabile legale dell’osservatorio scolastico dell’AIPD, attraverso una lettera a “Tuttoscuola” (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_717-1.docx).  La posizione riportata dal responsabile scolastico di AIPD è molto lontana da quella del sindacato. “L’AIPD – sostiene – ha da alcuni anni presentato alla VCamera una proposta di legge, A.C. n. 2444, sul miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica, nella quale, tra l’altro, si proponeva la creazione di un nuovo curricolo di specializzazione per il sostegno e la costituzione di quattro nuovi ruoli specifici per il sostegno, nei quali entrare a seguito del nuovo percorso formativo e dai quali non si sarebbe dovuto uscire se non per passaggio di cattedra; ciò al fine di realizzare una effettiva scelta professionale, come avviene per tutte le discipline curricolari, superando l’attuale commistione di cattedra curricolare ed utilizzazione sul sostegno che produce grande discontinuità didattica. Noi e quindi il MIUR non abbiamo mai avuto l’idea di ” introdurre  il docente-medico” per il sostegno. Questa è una leggenda metropolitana diffusa ad arte da quanti non condividono la nostra posizione circa i contenuti della nuova specializzazione che sui ruoli appositi per il sostegno.

La posizione esposta da Nocera non solo sembra non dar adito al timore dell’ANIEF, ma si pone in una posizione di forte rottura con il passato. La proposta relativa al nuovo curricolo. prevede un triennio di formazione più generale, un biennio di laurea specialistica relativa alla specializzazione per il sostegno e, una volta completata, un anno di tirocinio abilitante.

Secondo la proposta di Nocera, durante il triennio i futuri docenti per il sostegno dovranno approfondire le tematiche relative alla pedagogia generale e speciale, alla didattica delle diverse discipline curricolari (italiano, matematica,storia, ecc) e la didattica speciale al fine di sapere impostare adeguate strategie didattiche che sappiano rispondere alle necessità di ciascun alunno con le principali tipologie di disabilità, cecità, sordità, sindrome di Down, autismo, disabilità mentale grave, sordocecità ed altre  minorazioni aggiunte, disabilità motorie.

Attraverso questa organizzazione si contribuirebbe ad una formazione di qualità, che non escluderebbe la competenza disciplinare, che sarebbe integrata nelle pratiche metodologiche relative alle principali disabilità.

Attraverso questa prima riflessione Tuttoscuola intende dare spazio all’acceso dibattito sul ruolo e la formazione degli insegnanti specializzati sul sostegno. Presto pubblicheremo nuovi contributi.


[1] http://www.statoregioni.it/Documenti/DOC_018344_39%20cu.pdf