Verso un incerto futuro

VERSO UN INCERTO FUTURO
L’analisi di Angust Deaton

di Luigi Manfrecola

 

Abbiamo già accennato in precedenza (ANGUS DEATON – ” Nobel ” per l’Economia 2015) alle considerazioni sviluppate da Angust Deaton – Nobel per l’economia 2015 – nel volume “La grande Fuga” , recentemente pubblicato da “Il Mulino”.

Tuttavia, per completezza di analisi e come avevamo preannunziato, è il caso di presentare qui anche le conclusioni cui arriva nell’opera citata.

angus deaton* IL TONO COMPLESSIVO DELL’OPERA

Riteniamo comunque necessario, per esaurire discorso, richiamare preliminarmente alla mente alcune delle considerazioni accennate in precedenza , in occasione della prima lettura del libro ( vedasi precedente nostro articolo).

Come si è evidenziato, l’Autore formula un giudizio complessivamente positivo sui progressi economici registratisi negli ultimi secoli che hanno certamente ridotto le forti sperequazioni sociali, storicamente sempre esistite. Tuttavia egli non manca di sottolineare un certo rallentamento in tal senso subìto negli ultimi anni, anche per effetto della globalizzazione e del consolidamento delle posizioni d rendita di un ceto capitalistico sempre più aggressivo. Stralciamo alcuni passi significativi dal suo libro , già fedelmente trascritti nel nostro precedente articolo e li riproponiamo.

«…  è indubbio che i 7 miliardi di abitanti che popolano in questo momento la terra conducono , in media, esistenze molto migliori di quelle vissute dai loro genitori e nonni… Tuttavia le medie non possono essere di conforto per chi è stato lasciato indietro….In effetti le disuguaglianze sono aumentate e molti paesi hanno sperimentato incrementi nella sperequazione dei redditi. E che dire delle disuguaglianze fra i paesi che si è ridotta di poco o di nulla?»

E più avanti««Se il capitale è relativamente abbondante nei paesi ricchi e relativamente scarso nei paesi poveri, l’apertura delle frontiere da un lato consentirà ai capitalisti dei paesi ricchi di diventare più ricchi dall’altro impoverirà i capitalisti dei paesi poveri. Se nei paesi ricchi i capitalisti diventeranno più ricchi e i lavoratori più poveri, la disuguaglianza di reddito aumenterà…»

Comunque, Deaton non può che guardare con favore alla « DISTRUZIONE CREATRICE che è caratteristica del CAPITALISMO – pag. 365» anche se , aggiunge, le grandi creazioni di ricchezza possono minare la democrazia e la crescita stessa.

Al punto che , In sostanza e guardando al futuro , il suo messaggio resta moderatamente ottimistico « La storia della grande fuga che ho ricostruito è una storia positiva: > milioni di individui salvati dalla morte e dalla miseria, un mondo che nonostante le disuguaglianze e i moltissimi esseri umani ancora lasciati indietro, è oggi un luogo migliore di quanto sia mai stato. E tuttavia il film che ho utilizzato come metafora-guida non ha un lieto fine. Quasi tutti gli evasi vengono catturati e molti di essi giustiziati. Possiamo dirci certi che la nostra grande fuga ( n.d.r. : dall’indigenza ) sarà diversa ? Probabilmente no, ma abbiamo buone ragioni per nutrire qualche speranza….»

Ed a questo punto,secondo noi ritornando coi piedi per terra, Deaton non manca di esprimere preoccupazioni e riserve (da 362 a seguire…)

 

* UNO SGUARDO INCERTO SUL FUTURO PROSSIMO E REMOTO

«Molte GRAVI MINACCE incombono su di noi.

– IL CAMBIAMENTO CLIMATICO è la più evidente e, per il momento, non vi sono soluzioni chiare politicamente percorribili.

– CHE GLI INTERESSI PRIVATI POSSANO TRIONFARE SUI BISOGNI PUBBLICI lo dice una memorabile riflessione di Jared Diamond…

– LE GUERRE NON SONO FINITE. Le idee, e le iniziative politiche pericolose, sono ovunque…

  • Pensiamo agli spasmi che potrebbero scuotere LA LEADERSHIPO CINESE quando la crescita economica del Pese si fermerà, come la storia ci dice debba accadere…

– LA SCIENZA È SOTTO L’ ATTACCO dei fondamentalismi religiosi in vari luoghi del mondo. Molti di questi fondamentalisti sono politicamente influenti e sostenuti da quei gruppi che vedono minacciati i propri interessi dalla conoscenza scientifica

– LA SCIENZA NON È IN GRADO DI IMMUNIZZARCI DALLE MALATTIE. Può comparire un nuovo morbo in qualunque momento (n.d.r– Deaton cita a mo’ di esempio l’HIV)…Più banalmente, i sistemi sanitari di tutto il mondo contano sull’efficacia degli antibiotici, ma l’efficacia di questi farmaci è a rischio a causa dell’uso incontrollato che se ne fa…

– QUASI OVUNQUE IL RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA È STATO ACCOMPAGNATO DA UN AUMENTO DELLE DISUGUAGLIANZE …Mancur Olsen aveva previsto che i Paresi ricchi sarebbero entrati in una fase di declino, insidiati dalla ricerca delle rendite da parte di un numero crescente di gruppi di interesse ristretti…

Poiché l’avanzamento degli uni può avvenire soltanto a spese degli altri, il rallentamento della crescita rende INEVITABILI I CONFLITTI DISTRIBUTIVI – tra ricchi e poveri, tra vecchi e giovani, tra Wall street e Main srtreet, tra pazienti e medici e tra i partiti politici portavoce di questi gruppi..

  • Il tasso di crescita della speranza di vita sta rallentando ma si tratta di un segno positivo, la morte sta invecchiando e salvare persone già anziane incide sulle aspettative di vita meno di quanto inciderebbe salvare bambini…(????)

– Le grandi concentrazioni di ricchezza POSSONO MINARE LA DEMOCRAZIA e, ostacolando la DISTRUZIONE CREATRICE CARATTERISTICA DEL CAPITALISMO, la crescita stessa. E’ un tipo di disuguaglianza che incoraggia coloro che sono già fuggiti , a bloccare alle proprie spalle le vie di figa appena percorse

……….e concludendo, DEATON   osserva che « gli eventi negativi sono inevitabili e le nuove fughe , come le vecchie. portano nuove disuguaglianze. Ciononostante, credo che queste battute d’arresto in futuro saranno superate come è accaduto in passato.

 

* QUALCHE NOSTRA OBIEZIONE

Deaton dimostra di aver sostituito, con un’opera di autoconvincimento, all’ottimismo della Ragione un OTTIMISMO   DELLA   SPERANZA. Personalmente credo che ciò non possa e non debba bastarci. Ogni serio studioso dovrebbe superare l’agnosticismo delle analisi per impegnarsi e per sforzarsi personalmente al fine di cambiare la realtà, piuttosto che subirla. Ma l’atteggiamento messo in campo è tipico degli economisti che fanno di ciò che è , e che comunque va considerato come opera dell’uomo, una legge fisica ineludibile, quasi fosse una Religione Incontestabile.

Ma soprattutto, da dove ricava l’illustre scienziato il convincimento che “IL CAPITALISMO SIA PORATORE DI UNA DISTRUZIONE CREATRICE”?

Ebbene, sono d’accordo solo a metà e per quel che riguarda soltanto la “DISTRUZIONE” d’ogni senso di equità , di pietà umana, di giustizia sociale.

Ma forse, a pensarci meglio, posso concordare anche sul termine “distruzione creatrice” se vogliamo riferirlo all’humus generativo dell’egoismo, dell’avidità, della stupida cecità umana che non tiene in alcun conto la provvisorietà e la precarietà dell’esistenza individuale e collettiva : una considerazione che dovrebbe spingerci a sentirci pascolianamente fratelli degli altri nostri simili, ugualmente aggrappati a questo atomo opaco del male.