«Fare scuola» rigenera sessanta istituti di territori disagiati

da Il Sole 24 Ore

«Fare scuola» rigenera sessanta istituti di territori disagiati

di Maria Piera Ceci

Sessanta le scuole individuate. Con due caratteristiche in comune: il fatto di essere in territori disagiati e il fatto di avere voglia di cambiare e riconsegnare a bambini, insegnanti e famiglie un luogo dell’educazione. Si tratta di scuole statali (scuole dell’infanzia e scuole primarie) che verranno rinnovate in tre anni, grazie al progetto “Fare scuola”, che vede impegnati Enel Cuore onlus e la Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, con il patrocinio della Presidenza del consiglio dei ministri e dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. «Non si tratta solo di interventi murari, non vanno solo dentro i muratori – spiega Carla Rinaldi, presidente della Fondazione Reggio children-Centro Loris Malaguzzi nel giorno della presentazione a Roma del progetto – In realtà è un processo. Un team della Fondazione va nella scuola, ragiona con le insegnanti e con i dirigenti scolastici su quello che nella scuola non va e soprattutto su quello che vorrebbero. Poi ci si incontra con i genitori e con il Comune. Non vengono costruiti edifici nuovi ma si tratta di una rigenerazione».

Gli interventi
Lavori quasi completati a Carpi, in provincia di Modena, dove per la consegna dei lavori è ormai questione di giorni. La scuola statale dell’infanzia Andersen è stata danneggiata dal terremoto. «L’intervento è stato sugli ambienti, ma ha anche ridato fiducia alla comunità, dimostrando che si può cambiare e si può migliorare dopo una brutta esperienza», racconta Carla Rinaldi. «L’istituto ha tre sezioni ed aveva un ampio salone centrale che veniva non usato ma abusato dai bambini con corse senza senso. Gli insegnanti hanno spiegato al nostro team che volevano lavorare di più con la natura e con l’ambiente. Si è intervenuto allora creando dei giardini d’inverno, come delle serre che entrano a far parte dell’aula scolastica».
Anche quel salone dove i bambini erano soliti scorrazzare è stato sistemato con arredi adeguati. Gli arredi infatti sono parte integrante del progetto, ma anche per quanto riguarda gli arredi non si tratta di interventi standardizzati, ma personalizzati, costruiti con le scuole che diventano partner del progetto a tutti gli effetti.

Palermo
Altra città, altra scuola, altre esigenze. Anche all’istituto comprensivo Sperone -Pertini di Palermo sono iniziati i lavori. Siamo in pieno quartiere Brancaccio, un quartiere complicato, dove far sì che i bambini non scappino da scuola non è cosa semplice. Dirigente scolastica, insegnanti e famiglie hanno però dimostrato una gran voglia di cambiare, cambiamento che può passare dalla scuola, che può fare da leva di riscatto.
E si parte da quello che c’è. Nella scuola al Brancaccio c’è un salone, uno spazio enorme usato solo per transiti. «Con i lavori si trasformerà in “piazza delle parole” – dice Carla Rinaldi – si pensi al contrasto fra il vuoto della parola salone e il pieno della parola piazza. Sarà un luogo di incontro, dove la parola acquista un altro senso, diventa una costruzione di relazioni. Proprio perchè in una zona come il Brancaccio alla parola si sono sostituiti altri linguaggi violenti, gli educatori e le famiglie hanno voluto che si ritrovasse il gusto di parlare, il gusto della conversazione. Sono loro che in quella scuola vivono che hanno voluto che quello spazio vuoto diventasse una piazza dove sedersi, incontrarsi e fare alcune cose insieme come coro, danza, che sono manifestazioni del noi. Lo scopo è proprio quello di ricostruire il germe del noi».

Finanziamenti
Due milioni di euro all’anno il finanziamento messo a disposizione nei prossimi tre anni da Enel Cuore onlus. «In Italia negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento delle criticità in due categorie: le persone anziane ed i bambini. Abbiamo voluto cominciare dai bambini perchè sono il nostro futuro ed investiamo sul nostro futuro», spiega Maria Patrizia Grieco, presidente Enel. «Sessanta le scuole interessate, ma speriamo che diventino di più grazie ad un effetto leva. Speriamo di poter fare ancora di più di quanto programmato», conclude Grieco.