Sondaggio on line per destinare 58 mila euro: in testa il centro per l’autismo

da Superabile

Sondaggio on line per destinare 58 mila euro: in testa il centro per l’autismo

Il comune di Agrigento adotta il metodo di “democrazia partecipata” per scegliere come indirizzare i soldi stanziati dalla Regione. La mobilitazione delle famiglie chiede di inserire tra le aree di intervento il “centro autismo” e assistenza disabili. Che ora sono in testa

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ROMA – Un sondaggio on-line per decidere, con metodo democratico, come utilizzare i 58 mila euro che la regione ha destinato al comune: tra le quattro voci previste, per adesso in testa è il “centro per l’autismo”. Accade ad Agrigento e il merito è soprattutto delle famiglie. Degno di nota è certamente anche il metodo “partecipativo” adottato dall’amministrazione comunale per destinare i fondi. Ma inizialmente le voci previste erano soltanto tre: parco giochi, bonus alimentare indigenti, cura del verde pubblico.

E poi la voce “altro”: ed è su questa che sono concentrate le forze e l’attenzione dell’associazione “Vitautismo”, che ha chiesto, soprattutto tramite i social, di “declinarla”, indicando appunto “centro per l’autismo”. Ce ne parla così Enzo Brucculeri, presidente dell’associazione: “Per noi questo è stato il primo grande risultato – assicura – perché abbiamo fatto entrare questo bisogno fondamentale delle famiglie negli uffici del comune. Il sondaggio infatti, pubblicato dall’amministrazione poco prima di Natale, non contemplava la voce ‘centro per l’autismo’. Allora, attraverso la pagina Facebook Autismo Agrigento, il 24 dicembre ho chiesto a tutti i contatti di indicarlo alla voce ‘altro’: i voti sono stati così tanti che il comune ha deciso di rifare il sondaggio, comprendendo il centro educativo per l’autismo e l’assistenza domiciliare disabili. Ora poi, diversamente dalla prima volta, i risultati del sondaggio sono visibili in tempo reale. Per ora sta andando bene”. Molto bene, visto che il centro per l’autismo è in testa, con oltre 1.500 voti. “Ma c’è tempo fio al 31 gennaio – precisa Brucculeri – e sarà dura mantenere il vantaggio. Speriamo che i voti continuino ad arrivare. Ma speriamo sopratutto che l’attenzione sollevata non si spenga”.

Un’attenzione necessaria e dovuta, secondo Brucculeri, visto che “attualmente le famiglie di Agrigento non hanno un centro pubblico di riferimento per l’autismo. In realtà, in tutta la Sicilia sono poche le strutture dedicate all’autismo. E quelle che ci sono distano molti chilometri da Agrigento. Per questo, la nostra associazione da anni chiede che sia creato un centro pubblico: e offre alla Asp, l’azienda sanitaria provinciale, la disponibilità e la collaborazione delle famiglie”. Creare questi centri, d”altra parte, rientra tra i compiti delle Asp, che “per decreto regionale, dovrebbero creare dei centri territoriali con fondi dedicati solo per l’autismo, che equivalgono allo 0,1 per cento del proprio bilancio in entrata. Solo alcune però, come Caltanissetta e Ragusa, hanno creato qualcosa, mentre delle altre non si sa ancora niente. E sono già 5 anni che sono state diramate queste direttive, mentre le linee guida siciliane risalgono al 2007”.

Soprattutto mancano, in Sicilia e ad Agrigento in particolare, centri pubblici per la terapia Aba, “quella che riceve maggiore considerazione dalle stesse linee guida dell’Istituto superiore di sanità – spiega Brucculeri – Concretamente, questo significa che le famiglie si pagano la terapia di tasca loro: nel mio caso, l’Asp passa, per mio figlio, 4 ore settimanali di terapia, ovviamente insufficienti per la sua riabilitazione. Il resto, lo paghiamo noi a un terapista privato: parliamo di 35-40 euro l’ora. La spesa delle famiglie può arrivare facilmente a 1.000 euro al mese”.

Di qui la necessità di un centro pubblico: “Abbiamo già inviato per Pec le richieste e le proposte dell’associazione al comune: se il sondaggio va bene, ci aspettiamo che il comune, attraverso il patrimonio, trovi un posto adatto dove avviare un centro dedicato all’autismo. 58 mila euro certo non bastano, ma servirebbero per creare lo start up e sollecitare così anche l’Asp a fare quanto di sua competenza. Poi noi famiglie saremmo, come sempre, pronte ad auto-tassarci, per mandarlo avanti.” Insomma, quei soldi sono pochi, ma importanti: “ci impegneremo al massimo per vincere il sondaggio. E chiediamo a tutti di aiutarci”. (cl)