“La lunga notte del tempo” una fiaba di Francesca Antonella Amodio,
illustrazioni di Gabriella Bulfaro,
editrice Universosud, 2015
di Mario Coviello
“Il tempo, la nostra vita, spenderlo stando insieme, un dono… Bimbi, genitori, nonni, tutti negli stessi spazi, ognuno con il suo.. Se qualcuno é davvero prezioso per te, gli donerai il tuo tempo senza un ritorno che non sia il solo piacere di stare con lui…..”
Qualche mese fa ho conosciuto Francesca Antonella Amodio, docente di educazione fisica del Liceo Scientifico Galilei di Potenza, psicoterapeuta ed esperta nei disturbi dell’apprendimento. Abbiamo viaggiato insieme da Potenza e Matera e ho sentito subito grande empatia verso di lei che mi raccontava la sua storia di dislessica, con una delle sue due figlie dislessica, la sua passione per l’insegnamento, il suo lavoro con Enrico Ghidoni e la sua equipe, il suo lavoro di ricerca sulla “Scuola come possibile fattore di rischio” (editrice Ermes, 2015).
Mi raccontava che aveva vinto una borsa di ricerca presso l’Università degli studi di Foggia e che aveva scritto una storia per bambini. Quando, con insistenza, le ho chiesto di dirmi di più non ha voluto.
Allora le ho detto a bruciapelo “ E perché non la pubblichi…?”. L’ho colta di sorpresa e mi ha guardata interdetta.
Venerdì scorso ci siamo rivisti nella Sala Inguscio a Potenza per la discussione di una proposta di legge regionale per introdurre lo psicologo a scuola e mi ha regalato un grande libro illustrato a colori “ La lunga notte del tempo”, editrice Universosud, 2015, con illustrazioni di Gabriella Bulfaro, con una calorosa dedica.
Con calma a casa ho letto il racconto e la storia mi ha preso fino alla fine. L’autrice confessa che la storia del principe Assan gli è stata raccontata dalla nonna, “ nelle lunghe notti d’inverno passate attorno al camino” e continua raccomandando che “ adesso che ci sono i termosifoni ..la fiamma, il suo calore (devono essere serbati gelosamente) sono un luogo del cuore, un luogo che nessun cuore deve perdere mai….”
Assan crebbe felice nel regno di suo padre fino a quando un giovane mago..” bello della bellezza dei giovani anni, dell’intrigo del mistero e della magia…” divenne il suo confidente, amico,…” l’unico con il quale spendeva il suo tempo..”. Assan non aveva più tempo per gli amici, per la natura, per la musica, per la bellezza.
Nemmeno la principessa Chirion, amica d’infanzia riesce a farlo tornare in sé e riceve come unica risposta…” non posso, devo….”. Chirion ricorda al giovane Assan i loro giochi da bambini, le avventure da ragazzi, i suoi affetti..
Assan si chiede allora chi ha rubato il suo tempo, le sue emozioni, il suo piacere e parte alla ricerca del colpevole…. Solo alla fine Assan capirà che il mago gli aveva rubato con il tempo il gusto della vita.
Presentando la fiaba l’autrice ha scritto “La lunga notte del tempo è una fiaba che si è scritta da sola, uno di quei racconti che voleva essere raccontato ed ha incontrato me, Antonella Amodio. Nata per un gioco letterario, mi ha preso la mano ed è diventata molto di più, la prima a rimanerne incantata sono stata io.. Poi ha incontrato la mano di Gabriella Bulfaro, anch’ella ne è rimasta affascinata e l’ha tradotta in undici splendidi quadri, poi ancora ha incontrato Tonia Bruno che se ne è innamorata e l’ha riempita col suono caldo della sua voce, quindi ha incontrato Antonio Candela che le ha fatto una preziosa veste di mille colori, in ultimo ha incontrato la Regione Basilicata che ne ha voluto far dono alle scuole lucane ed ora spero incontrerà voi e i vostri bambini. “
Raccomando ai genitori, ai nonni, ai docenti questa fiaba avvincente e di immediata lettura. “ La lunga notte del tempo” di Francesca Antonella Amodio si presta a diversi piani di lettura. Il racconto parla ai giovanissimi di quanto sia prezioso il tempo, di quanto il tempo sia la nostra vita e non deve essere sprecato. Il mago che affascina e rapisce il giovane Assan può essere identificato in una delle dipendenze che affliggono attualmente gli adulti e, purtroppo anche le giovani generazioni a partire dalla ludopatia. Essa miete vittime fin dall’adolescenza e il cui focus non è l’utilizzo di sostanze ma appunto il comportamento disfunzionale e il tempo che si dedica a tale attività.
La fiaba si rivolge ai ragazzi degli ultimi anni della scuola primaria e a quelli della scuola media ma la sua lettura non ha età. E’ un invito ai giovani e agli adulti perché siano esempio positivo per loro. I nostri ragazzi non hanno bisogno di “prediche” ma di esempi per sperimentare con adulti consapevoli, genitori e insegnanti, esperienze di buon tempo vissuto.
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