“L’amore non perdona” un film di Stefano Consiglio
di Mario Coviello
Il regista Stefano Consiglio, documentarista con L’amore e basta, passato alle Giornate veneziane degli autori nel 2009, e Il cinema digitale secondo Giulio Questi, dedicato al regista di La morte ha fatto l’uovo, recentemente scomparso, con “L’amore non perdona” è al suo primo lungometraggio di finzione. Nato dalla sinergia tra la francese (ma di proprietà italiana) Babe Film e la BiBi Film di Angelo Barbagallo, L’amore non perdona, dopo essere stato distribuito in Francia, è approdato sui nostri schermi nell’aprile del 2015 con la sua storia di “differenze”: culturali, razziali e generazionali.
Siamo a Bari. Adriana,infermiera, sessant’anni giusti, francese di origine ma italiana per matrimonio, vedova, una figlia sposata e un nipotino incrocia al pronto soccorso un giovane marocchino di trent’anni. Lui si chiama Mohammed fa lo scaricatore al porto e comincia a corteggiarla. Adriana tra perplessità, dubbi, sensi di colpa, accetta la sua corte ingenua, fanno l’amore. Mohamed si trasferisce in casa di Adriana e tutto sembra funzionare, ma bisogna fare i conti con il mondo. Figlia e genero si mettono contro, le colleghe pure, scansando Adriana che ha avuto il coraggio di amare un ragazzo più giovane di lei di trent’anni e per di più marocchino. I due si sposano, e quando lui la porta a Tangeri dai suoi, lei, l’europea (dunque già sospetta), sarà accolta con malcelata ostilità. Al ritorno dal viaggio di nozze un cugino di Mohamed viene sospettato di essere uno jahidista e per non rovinare il marito della figlia che è un poliziotto in carriera, Adriana rinuncia all’amore allontanando l’uomo che la fa sentire viva, felice. Sembra a questo punto spegnersi a poco a poco ma…
“L’amore non perdona” è un film italiano che vi consiglio di recuperare perché utile all’Italia di oggi, un paese smarrito e in decadenza, impaurito da un’immigrazione da universi e culture differenti non così assimilabili. Questo film è un ottimo agente di contrasto per mettere in rilievo ipocrisie, pregiudizi, magari celati dietro la condiscendenza e il sorriso. E’ un inno alla convivenza tra culture e alla loro pacificazione. Protagonista, nucleo pulsante del film, è l’attrice francese Ariane Ascaride. Volto simbolo del cinema socialmente impegnato di Robert Guédiguian, la Ascaride, già protagonista de “Una volta nella vita” è in questo film quasi una sorta di mimo con il dono della parola. Ed è proprio il fatto che il film sia costruito tutto intorno al viso dell’attrice a costruire il vero pregio e la principale originalità di L’amore non perdona: un virtuale lungo primo piano che, da solo, è già perfettamente in grado di raccontarci innumerevoli storie.
Vi raccomando questo film perché ha il coraggio di raccontare l’amore di una donna anziana che si riscopre viva, capace di ballare e godersi la vita contro tutto e tutti, a partire dalla figlia che la vuole solo madre e baby sitter. L’amore di Adriana e Mohamed è un amore semplice fatto di sorrisi, ascolto, passeggiate a lungomare e a questo amore tutti hanno diritto.
Tutti noi abbiamo il diritto di credere che la vita possa sempre ricominciare.
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