Criteri per la valorizzazione dei docenti, una proposta

Criteri per la valorizzazione dei docenti, una proposta

Diesse e Disal

 

Con notevole ritardo, dovuto soprattutto alla mancanza dei membri esterni di competenza degli USR, i Comitati di valutazione delle scuole italiane si stanno riunendo in questi giorni per iniziare la difficile stesura dei criteri per l’assegnazione del bonus annuale. Per contribuire al lavoro dei Comitati proponiamo qui di seguito un sistema di indicatori e descrittori che, ci auguriamo, possano facilitarne il compito.

La legge n. 107/2015 ha introdotto nel sistema retributivo della scuola italiana una prima forma di valutazione delle attività dei docenti volta a valorizzarne, seppure in modo limitato e non strutturale, la professionalità attraverso un bonus assegnato annualmente sulla base di specifici criteri definiti dal Comitato di valutazione istituito in ciascuna istituzione scolastica.
Il nuovo comma 3 dell’art. 11 del testo Unico della scuola rivisitato dalla legge 107/2015 elenca tre aree dell’attività professionale docente all’interno delle quali i Comitato dovrà indicare i criteri per l’assegnazione del bonus. Le tre aree riguardano:

  • «qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti». L’insegnamento è l’attività fondamentale e prevalente del docente ed è quindi quella che deve trovare più attenzione nella definizione degli indicatori e maggiore peso ai fini della graduatoria di valutazione;
  • «risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche». Sono le attività che alimentano la professione e ne consentono lo sviluppo professionale, per il miglioramento delle performances degli allievi e del sistema di educativo in generale; in quanto supporto alla professione rilevano in modo sostanziale riguardo alla valutazione;
  • «responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale». Riguardano figure già definite nell’ordinamento e incentivate contrattualmente, che rivestono ruoli organizzativi e gestionali importanti per il buon andamento della scuola, ma non determinanti ai fini dell’attività professionale; assumono pertanto peso minore nella valutazione dell’attività complessiva del docente.

La norma definisce in tal modo un confine non rigoroso alle singole aree, lasciando ai singoli Comitati la libertà di individuare gli indicatori per la valutazione in rapporto alle esigenze delle relative scuole e dei loro allievi. La FAQ n. 16, pubblicata sul sito del ministero alla pagina del Sistema Nazionale di Valutazione, precisa in proposito che «è il comitato che individua autonomamente i criteri per la valorizzazione dei docenti, sulla base di indicatori esplicitati dalla legge stessa». Mentre la successiva FAQ n. 17 sottolinea che, se è «opportuno che non vengano individuate altre aree diverse da quelle indicate dalla legge, mutuandole, ad esempio, da contesti istituzionali di altra natura», tuttavia, «in considerazione delle caratteristiche organizzative e strutturali dell’istituzione scolastica, il Comitato può eventualmente decidere, con adeguata motivazione, di definire criteri valutativi non per tutte e tre le aree in cui si esplica la qualità professionale degli insegnanti». La procedura, almeno per quel che riguarda il Comitato di valutazione, è quindi chiara. Al Dirigente scolastico compete invece (legge n. 107/2015, c. 127), «sulla base dei criteri individuati dal comitato per la valutazione dei docenti» e «di motivata valutazione», l’onere di assegnare annualmente il bonus ai suoi docenti. «È indubbio – commenta la FAQ n. 4 – che la maggior o minor definizione dei criteri implicherà la minor o maggior discrezionalità del Dirigente scolastico, ma queste decisioni sono lasciate all’autonomia gestionale delle istituzioni scolastiche». Secondo il MIUR, quindi, sarebbe proprio la completezza dei criteri rispetto alle tre aree indicate e una buona analiticità dei relativi indicatori/descrittori con rispettivi pesi, costruiti in modo coerente intorno alle effettive esigenze della scuola a fare la differenza.

Sulla scorta di queste indicazioni alcuni docenti di Diesse e alcuni dirigenti di Disal hanno lavorato insieme per offrire spunti utili alla costruzione del sistema dei criteri di valutazione.

Premessa
La qualità dell’insegnamento, prima e principale “area” di ricognizione, è quella che presenta anche le maggiori difficoltà per l’identificazione di indicatori e descrittori consolidati, oggettivamente rilevabili e valutabili. In altri termini, è su questa voce – che possiamo condensare nel termine “reputazione docente” – che pesano la maggiore aleatorietà dei riferimenti (indicatori/descrittori), l’estrema individualità dei giudizi e la loro composita platea di soggetti implicati; una situazione complessa e variegata, che richiederebbe una base temporale estesa delle rilevazioni e una operazione accurata della loro selezione per poter dare indicazioni valutative affidabili e quindi utili. Proviamo quindi a fare una breve scheda su questo aspetto “reputazionale” dell’attività professionale del docente, richiamando in toto le avvertenze sopra elencate.

La Scheda 1 – Qualità dell’insegnamento, reputazione del docente riporta una serie di indicatori e descrittori. Data la caratteristica di forte aleatorietà della voce riteniamo che in questo momento non debba entrare come parte determinante nel sistema dei criteri, ma possa contribuire comunque alla valutazione complessiva come criterio aggiuntivo discrezionale.

Una ipotesi di scheda di valutazione
Partendo dalle indicazioni date dalla legge (nuovo art. 11 del dlgs n. 297/1994, c. 3) e tenendo conto della già motivata graduatoria di prevalenze, si possono suddividere le aree in tre blocchi:

  • Area A (max punti 45/100):
    • qualità dell’insegnamento – caratteristiche professionali ….. (max punti 15)
    • contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica ….. (max punti 15)
    • successo formativo e scolastico degli studenti ….. (max punti 15)
  • Area B (max punti 35/100):
    • potenziamento delle competenze degli alunni ….. (max punti 15)
    • innovazione didattica e metodologica ….. (max punti 10)
    • documentazione e diffusione delle buone pratiche ….. (max punti 10)
  • Area C (max punti 20/100):
    • responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico ….. (max punti 10)
    • formazione del personale ….. (max punti 10)

Nella Scheda 2 – Criteri per la valorizzazione dei docenti sono riportati gli indicatori per ciascuna area, con relativi descrittori/correttori e pesi assegnati. L’elenco, che tende a coprire il più possibile l’orizzonte assegnato dalla norma a ciascuna area, ovviamente non è esaustivo e può essere integrato o ridotto a seconda delle effettive esigenze della scuola.