Un esempio di coraggio
di Antonio Stanca
Non è facile vivere insieme, nello stesso tempo, due condizioni completamente diverse, provare due stati d’animo opposti, di forza e di debolezza, di volontà e di rassegnazione, di azione e di passività. Per farlo serve credere che, pur rinunciando a parte della vita, del tempo di questa, si può vivere altra vita, altro tempo. E’ quanto sta facendo la quarantaquattrenne Maria De Giovanni di Borgagne (Lecce) che, pur affetta da sclerosi multipla, è riuscita non solo a formare una famiglia, marito e tre figlie, ma anche ad inserirsi, a farsi valere in ambito culturale, scientifico, a collaborare con i mezzi di comunicazione, con scuole, ospedali, a creare associazioni finalizzate ad aiutare quanti sono affetti dalla sua malattia, ad incoraggiarli, a farli sperare, a mostrare che è possibile volere, potere pur essendo disabili. E’ un percorso che la De Giovanni ha iniziato da tempo, da quando ha saputo della sua sclerosi, un percorso che l’ha vista immobile, prostrata ed anche attiva, energica, in preda a dolori lancinanti e ad entusiasmi accesi, capace di essere in due modi diversi, di vivere due dimensioni. Non si è arresa all’assalto del morbo, si è opposta, ha lottato, non ha accettato il fermo, si è mossa perché animata, sostenuta da una forza che veniva dalla sua interiorità, dalla sua anima e che voleva sostituirsi alla debolezza del suo corpo, alla fragilità delle sue gambe.
Di questa forza d’animo, di questa volontà di riscatto è frutto anche il recente breve volume Sulle orme della sclerosi multipla che Maria De Giovanni ha pubblicato a Novembre del 2015 presso la Grauseditore di Napoli, nella serie “Specchi di Narciso”. L’opera è stata presentata la sera di Sabato 27 Febbraio al Centro Studi “Chora-Ma” di Sternatia (Lecce), che da tempo opera nel territorio salentino per il recupero del sostrato linguistico greco e la promozione culturale. Presidente del Centro è da molti anni Donato Indino, che ha saputo procedere in modo da fare di “Chora-Ma” una realtà di notevole valore.
La sera del 27 Febbraio abbastanza folto è stato il pubblico convenuto e dopo il saluto del Presidente Indino, la De Giovanni si è intrattenuta in un dialogo con la dottoressa Silvia Cazzato, giornalista e psicologa dell’Università del Salento. Moderatrice è stata la dottoressa Simona Campanella, biologa clinica. Ad emergere da questi scambi, che hanno suscitato molta partecipazione e attenzione, è stato il discorso della De Giovanni continuamente riferito al libro. Oltre ad alcune poesie finali la maggior parte dell’opera consiste in una narrazione autobiografica nella quale l’autrice parla della sua vita, dei suoi dolori e dei suoi piaceri, delle sue angosce e delle sue felicità, del suo male e del suo bene. Non un diario ma una confessione è da considerare perché nei modi semplici, naturali, immediati di chi ha bisogno di parlare di sé è scritta, di chi vuole rivelare ad altri quanto è riuscito ad ottenere nonostante i tanti ostacoli che si frapponevano. Vuole far sapere, vuole proclamare con la sua scrittura, la De Giovanni, la resistenza che sta opponendo ad una malattia che la invade sempre più, che la espone a privazioni, pericoli, problemi di ogni genere. Vuol dire che non ha paura di questi impedimenti, che non l’hanno spaventata né l’hanno fatta desistere dai suoi propositi, dalle sue aspirazioni, dalle sue ambizioni. Queste erano concentrate nel giornalismo e una persona importante nell’ambito dei mezzi di comunicazione, della stampa è diventata, una figura di rilievo nell’area salentina. Ha cominciato a lavorare per la radio ed è ancora una speaker radiofonica. Dal giornale “Nuovo Quotidiano di Puglia” la sua presenza si è estesa ad altre testate presso le quali collabora in qualità di critica letteraria e musicale. Alcuni programmi televisivi si avvalgono dei suoi contributi oltre al sito Internet www.salentodonna.it. Ha creato e presiede l’Associazione culturale “Surprise” che, insieme ad altri suoi progetti, è finalizzata all’aiuto di persone disabili. Di carattere sociale è il compito verso il quale la De Giovanni ha rivolto il suo impegno e la comunicazione, i giornali, la stampa, la televisione sono i mezzi che ha usato per svolgerlo. Eccezionali sono i risultati raggiunti se si pensa che sono opera di una persona affetta da sclerosi multipla. Ed altri ancora questa persona si propone non solo per sé ma anche per quanti sono come lei, per muoverli a credere in se stessi, ad aver fiducia nelle possibilità del proprio spirito, a considerarle superiori a quelle del corpo, ad usarle. Vuole mostrarsi, la De Giovanni, a quanti sono malati di sclerosi multipla, vuole dir loro che oltre al corpo si è composti anche della mente e che questa è più forte di quello e può superarlo, può salvarlo tramite il pensiero, l’idea. Un esempio di coraggio è questo, un gesto di eroismo e come ogni altro non può che suscitare ammirazione e volontà di imitazione. Anche questa è tra le intenzioni della De Giovanni e non è da escludere che come le altre possa realizzarsi.
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