Concorso docenti, il grido di dolore: vogliono fare fuori i precari storici!

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, il grido di dolore: vogliono fare fuori i precari storici!

Il concorso per docenti “è fatto apposta per ‘esodare’ i docenti storici con molti anni di servizio, abilitati e formati”.

A sostenerlo è il ‘Comitato docenti precari’, che ha chiesto “l’attenzione di organi di stampa, media, personaggi famosi della tv, della musica e dello spettacolo, cittadini illustri del mondo della cultura, e della giustizia, tutti i cittadini liberi e onesti”.

Il comitato dei precari usa parole durissime contro la selezione decisa dal Governo e Miur.

“Il governo Renzi ha bandito in tutta fretta, abusivamente e senza criteri di diritto, un concorso-truffa iniquo e discriminatorio, infarcito di retorica, proclami e propaganda politica, cucito addosso per pochi protetti”.

Sono convinti che al termine della selezione, troppi precari saranno fatti fuori, “moltissimi dei quali ingabbiati nella II fascia delle graduatorie d’istituto, dopo aver dato sudore e sangue per anni e anni alla scuola. Vergogna!”.

Dal comitato si leva quasi un grido di dolore. “Chiediamo aiuto: molte migliaia di docenti con famiglie e figli -insistono i docenti precari- stanno rischiando il baratro ingiustamente. Ci hanno tolto il diritto al lavoro e alla stabilizzazione prevista dalla Corte europea. Siamo proprio noi precari storici – continua l’appello- relegati in graduatorie differenziate, frutto di svariate riforme, l’anima e la colonna portante della scuola, sfruttati per anni e anni solo per coprire in tutto il paese le cattedre vuote”.

La conclusione della nota è drammatica. “Il concorso è una truffa, una mannaia che non stabilizzerà nessuno, anzi, costringerà -conclude la nota- quei pochi vincitori alla mobilità e a tre anni di prova senza alcuna certezza e con ingenti sacrifici economici e umani. Migliaia di altri docenti qualificati saranno definitivamente fuori dal ruolo, vittime incolpevoli di un sistema insopportabile e vergognoso”.