Merito, il governo tira dritto

da ItaliaOggi

Merito, il governo tira dritto

In arrivo la nota alle scuole. C’è aria di sciopero, spunta l’ipotesi di farlo in campagna elettorale. Nessuna concessione ai sindacati, sul bonus non si tratta

Alessandra Ricciardi

Il rinvio della circolare era stato interpretato da alcuni come l’apertura di uno spazio politico per tentare un accordo ministero-sindacati. Se mai questa ipotesi è stata in campo, nelle prossime ore se ne decreterà il fallimento. Tra oggi e domani il ministero dell’istruzione, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, invierà alle scuole la circolare, attesa per la scorsa settimana, con la quale si chiariscono linee guida e modalità di azione per l’attribuzione del bonus per il merito ai prof da parte del dirigente scolastico, senza nessuna intesa con i sindacati. In media ogni scuola riceverà un fondo di circa 23 mila euro, da distribuire ai docenti di ruolo. Un estremo tentativo per trattare, come già avvenuto sulla mobilità, e limitare i poteri dei dirigenti, potrebbe andare in scena ancora oggi ad opera delle sigle confederali, ma dai piani alti di viale Trastevere la chiusura pare essere totale. Si tratta del resto di uno dei pilastri della riforma della Buona scuola, su cui il premier Matteo Renzi aveva puntato per innescare il cambiamento.

La circolare, a firma del capo dipartimento Rosa De Pasquale, sottolinea ancora una volta quanto affermato dal ministro Stefania Giannini nelle interlocuzioni con Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda: in primo luogo che il bonus per il merito, pur essendo salario accessorio, non è contrattabile. La Buona scuola, legge n. 107/2015, ne ha deciso la non negoziabilità, derogando alle disposizioni finora applicate. E poi i fondi non vanno dati in modo troppo individuale ma neanche a pioggia, dice la nota, che ribadisce la natura transitoria di questa prima fase: dopo tre anni, e grazie al monitoraggio sui criteri di attribuzione adottati, arriveranno le linee guida del Miur. «Dal ministero un atteggiamento deludente, non sono state salvaguardate né le prerogative del collegio dei docenti né quelle negoziali delle Rsu in materia di salario accessorio», attacca Marco Nigi, segretario Snals-Conflsal.

Le scuole però possono anche decidere, nella loro autonomia, di condividere i percorsi di valutazione sia con gli organismi collegiali sia con le Rsu. «I presidi sul territorio stanno dimostrano maggiore responsabilità e maturità dei decisori a livello nazionale per garantire la trasparenza ed evitare il contenzioso», dice Lena Gissi, segretario Cisl scuola. Ma non basta a disinnescare la protesta e il malcontento. Che potrebbe anche approdare a uno sciopero? «Non possiamo affatto escluderlo ad oggi», dice la Gissi.

«Non possiamo stare fermi, certamente ci saranno ricorsi davanti al tribunale, dal collegio imperfetto alla non contrattazione del salario accessorio, non ci mancato i temi», ragiona Pino Turi, segretario della Uil scuola, «e intanto proseguirà la mobilitazione». Fino a che livello? «Lo decideremo in base a quello che il ministero scriverà nella nota», risponde Turi. «Il ministero sta esasperando il conflitto nelle scuole, se ne assumerà la responsabilità», dice Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil, impegnata a costruire «una risposta con tutto il fronte sindacale». Attenzione al 28 aprile, data dell’assemblea nazionale delle Rsu di Cgil, Cisl, Uil e Snals. Si parlerà di bonus, ma anche di chiamata diretta dei docenti e del mancato rinnovo del contratto. Tutti elementi utili per decidere che la protesta merita di diventare uno sciopero. Nel qual caso la data papabile cadrebbe a maggio. In piena campagna elettorale per le elezioni amministrative