Concorso prof a rischio caos, «Un centinaio ammessi dal Tar»

da Corriere della sera

Concorso prof a rischio caos, «Un centinaio ammessi dal Tar»

La giustizia amministrativa dà ragione a centinaia di ricorrenti, dice l’avvocato Bonetti. In palio 63mila posti, oltre 165 mila le domande, ma già pronti 20mila ricorsi. Il sindacato: quindici categorie di esclusi, dai laureati in scienze della Formazione, ai Pas, ai docenti di sostegno

Antonella De Gregorio

Appena chiuse le iscrizioni al «concorsone» della scuola, un esercito di docenti senza abilitazione (o già di ruolo ma esclusi a causa dei requisiti richiesti), ha scoperto che potrà comunque sedere nelle aule dove si svolgerà la prova per selezionare 63mila nuovi prof. Lo potranno fare, partecipando all’esame, grazie alla decisione del presidente del Tar del Lazio che, con un provvedimento d’urgenza, ha consentito a centinaia di esclusi di presentare domanda, ordinando al Miur di farli partecipare alle prove. Centinaia i ricorsi relativi a diverse categorie di docenti (dai dottori di ricerca, ai diplomati magistrali a indirizzo sperimentale linguistico, ai neolaureati) accolti mercoledì mattina dal Tribunale amministrativo, che ha motivato con il principio della «massima partecipazione a un concorso pubblico».

20mila ricorrenti

Prima la decisione favorevole a un solo candidato escluso; con procedura d’urgenza, vista l’imminenza del concorso. Poi, col passare delle ore, altri accoglimenti, per categorie distinte di docenti. Identica la formula: il giudice, «vista l’urgenza», ha «accolto con riserva». La questione verrà trattata dal tribunale in via collegiale il 7 e il 21 aprile. Intanto, le associazioni fanno i conti: sarebbero, secondo le prime stime, oltre 20mila i ricorrenti che hanno tentato la strada del Tar. Una marea di candidati in più. Grazie a una decisione «giusta, che si basa sull’art. 1 del Regolamento sull’accesso al pubblico impiego, che deve avvenire per concorso pubblico aperto a tutti», dice l’avvocato Michele Bonetti.

Segregazione»

«Viale Trastevere aveva evidentemente l’obiettivo di ridurre la platea dei partecipanti impedendo anche la mera presentazione della domanda a tutti i docenti non in possesso dell’abilitazione, seppur spesso assunti quali supplenti dalle Graduatorie di Istituto e quindi già da tempo nel mondo della scuola; o escludendo chi già ha un posto a tempo indeterminato – dice Bonetti -. Per costoro, in particolare, il Miur ha deciso che avendo già un posto in scuola statale non v’è spazio per una nuova assunzione e, quindi, per un loro miglioramento professionale». Il legislatore «avrebbe dovuto prevedere immissioni in ruolo ex lege, o concorsi riservati». «Cosa che non è avvenuta e si è così arrivati a una vera e propria segregazione». Per altri insegnanti «in possesso del diploma magistrale ad indirizzo sperimentale linguistico, nonostante le nostre vittorie sul riconoscimento del valore abilitante del titolo a partire dal 2013, il Miur ha continuato a disconoscerne il valore». «Assurdo poi che non possano partecipare i dottori di ricerca, che sono in possesso di titoli riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo». Solo il suo studio ha assunto le difese di più di 600 dottorandi.

Ammessi con riserva

L’ammissione con riserva consentirà a queste persone di partecipare, «e avranno tutti l’interesse a che il concorso si svolga regolarmente». E forse, chiosa l’avvocato, il ministero «otterrà con ancor maggiore certezza una selezione basata sul merito». Nessuno dei ricorrenti chiede cattedre in più, come invece avviene per quanti contestano l’esclusione dai concorsi delle facoltà a numero chiuso. «Qui i docenti vogliono solo concorrere ad armi pari con i colleghi con i quali già dividono le ore in classe», spiega. Via dunque ai ricorsi e, per il momento, porte aperte agli esami. «Ma solo per chi ha fatto ricorso o ha inviato domanda entro i termini», avverte Bonetti, che consiglia di «inviare la domanda di partecipazione entro oggi». Anche in via cartacea, viste le defaillance del sistema telematico «istanze online», che nelle ultime ore utili è andato in tilt, sommerso dalla mole di richieste.

Il concorso

Intanto, si sono chiuse le procedure online. Il concorsone mette in palio 63.712 posti (tra scuola dell’infanzia e primaria, secondaria e sostegno) che verranno assegnati nel corso del triennio 2016/2018. il concorso si svolgerà su base regionale e prevede tre bandi: uno per i docenti della scuola dell’infanzia e della primaria, uno per gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado e un terzo per il «sostegno».

Domande

Sono 165.578 le domande di partecipazione al concorso per docenti da 63.712 posti bandito il 26 febbraio scorso. C’era tempo fino alle 14.00 di oggi per iscriversi. I candidati hanno avuto un mese di tempo dal 29 febbraio scorso. Tre i bandi: uno per la scuola dell’infanzia e la primaria, uno per la scuola secondaria di I e II grado e, per la prima volta, un bando specifico per il sostegno. La regione con più domande presentate è la Campania (24.125). Seguono Lombardia (22.630), Sicilia (17.725) e Lazio (16.191). L’85,2% delle domande è stato inoltrato da donne. Percentuale che sale al 95,6% se si guarda al bando della primaria e dell’infanzia, e che si attesta al 91,7% per il sostegno, mentre scende al 66,6% per secondaria di I e II grado. Il 63,1% delle domande proviene da candidati che hanno meno di 40 anni (con un picco del 69,9% in Lombardia). L’età media generale è 38,6 anni.

Ricorsi

Uno dei sindacati di categoria, l’Anief, sostiene di aver già raccolto più di ventimila richieste di coloro che si ritengono illegittimamente esclusi: «quindici categorie», sostiene il sindacato. Che elenca: «Assieme ai neo-laureati, che sono la maggior parte, ci sono i dottori di ricerca, i diplomati in Accademia e in Conservatorio, in ISEF, i docenti già di ruolo nelle scuole pubbliche che intendono cambiare disciplina d’insegnamento, i laureandi in Scienze della formazione primaria, gli insegnanti “tecnico pratici”, gli abilitandi Afam, gli abilitati all’estero, i diplomati magistrale-linguistico, gli educatori. E anche un nutrito numero di abilitandi dei corsi universitari Pas e di Sostegno, che hanno pagato una tassa variabile tra i 3mila e i 4mila euro sapendo di terminare il loro percorso formativo entro l’anno accademico 2014/2015, ma che a causa di ritardi legati alla burocrazia accademiche, rimarrebbero fuori per poche settimane».

Le prove

La data delle prove scritte sarà resa nota il 12 aprile, con un avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Si sa già che lo scritto sarà «computer based», richiederà dunque l’utilizzo di migliaia di postazioni all’interno di laboratori o aule informatiche, presso scuole o altre sedi pubbliche. I candidati avranno a disposizione 150 minuti di tempo in cui dovranno leggere e rispondere su pc a otto domande: sei a risposta aperta e due chiuse in lingua straniera, somministrate in maniera casuale, in modo da impedire gli scambi di informazioni tra una postazione e l’altra.