Scuola, ecco il vademecum per andare in gita con il compagno autistico

da Redattore sociale

Scuola, ecco il vademecum per andare in gita con il compagno autistico

Quattro suggerimenti da parte di Lucio Moderato, psicologo che da anni segue la ragazzina di Legnano esclusa dalla gita scolastica. Un pool di educatori in ogni scuola, incontri con genitori degli altri studenti, preparazione dell’alunno autistico al percorso della gita, scelta di mete dove non ci sia troppa confusione

MILANO – Vademecum per insegnanti, genitori e alunni per andare in gita con il compagno autistico e viver felici. Lucio Moderato, direttore dei Servizi per l’autismo dell’Istituto Sacra Famiglia e docente all’Università Cattolica di Milano, è lo psicologo che da anni segue la ragazzina di Legnano esclusa dalla gita scolastica a Mauthausen. Sul merito della vicenda (è stato sentito anche dagli ispettori del ministero dell’Istruzione) non vuole entrare, però alcune indicazioni generali le dà volentieri. Del resto è quel che fa sempre più spesso, con corsi sull’autismo per insegnanti e dirigenti scolastici in giro per l’Italia. Quello organizzato dalla Sacra famiglia di Cesano Boscone (ciclo di quattro incontri, l’ultimo si tiene il 28 aprile) è seguito da oltre 450 persone.

“Il primo fattore da tenere in considerazione è che i ragazzi autistici sono molto sensibili alla confusione e ai rumori – spiega -. E non si può dire loro: domani andiamo in gita. Vanno preparati per tempo, altrimenti si sentono disorientati, si spaventano, sono in ansia”. E sulla scelta della meta, non ci sono particolari preclusioni. “Bisogna evitare situazioni o luoghi in cui ci sia troppa confusione. Per esempio, è da evitare Venezia quando c’è troppa gente, come durante il Carnevale”.
Il secondo punto è che “gli insegnanti e gli educatori devono curare la propria formazione”. E le occasioni ci sono. “Purtroppo si tratta di un’offerta frammentata, così come lo sono le risorse a disposizione. Ci vorrebbe una regia, che crei collegamenti tra insegnanti, genitori, esperti”.
Terzo punto, bisogna creare all’interno delle scuole dei pool di insegnanti ed educatori che sappiano trattare i ragazzi autistici. “Se l’approccio è lo stesso che viene tenuto con altre forme di disabilità si rischia di fare più male che bene”, sottolinea il professor Moderato. Inoltre questo pool avrebbe il compito di parlare con i genitori degli altri studenti, con gli insegnanti che non hanno una preparazione specifica, con gli studenti stessi. “L’autismo non è una malattia. La persona autistica non è pericolosa, ma anzi può essere una ricchezza, perché spesso è dotata anche di grandi capacità intellettive e artistiche. Bisogna però creare un ambiente che lo sappia accogliere”.

Il quarto punto può essere riassunto con una parola: gradualità. “Ogni alunno autistico ha bisogno di più tempo su ogni cosa rispetto agli altri compagni -aggiunge-. Soprattutto nei rapporti sociali: non bisogna pretendere che si integri subito con tutta la classe, per esempio, ma si deve permettergli di avere relazioni con pochi compagni alla volta”. (dp)
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Lettera aperta ai genitori dei bambini autistici

“La storia dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), che dirigo da oltre 40 anni, e’ anche un po’ la storia dei bambini che hanno bisogno, a diverso titolo e con diverso livello di gravita’, di un supporto specialistico per un loro pieno e completo sviluppo….

Roma – “La storia dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), che dirigo da oltre 40 anni, e’ anche un po’ la storia dei bambini che hanno bisogno, a diverso titolo e con diverso livello di gravita’, di un supporto specialistico per un loro pieno e completo sviluppo. Tra questi bambini, quelli che rientrano nello spettro autistico hanno sempre trovato una particolare attenzione, grazie anche alla metodologia d’intervento che seguiamo con un team di operatori altamente qualificati. Abbiamo visto decine di migliaia di bambini con tanti problemi diversi, e svariate centinaia con disturbi dello spettro autistico”.E’ questo l’incipit della lettera aperta ai genitori di bambini con autismo di Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Ido.

Nel 2005 le prime linee guida della Societa’ Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) comprendevano tra i metodi piu’ qualificati per il trattamento dei bambini autistici anche l’approccio evolutivo, applicato in IdO con risultati decisamente interessanti. Nel 2011, nelle linee guida pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanita’ (ISS), il team dei partecipanti aveva invece spostato la sua attenzione sul metodo ABA (Applied Behavior Analysis), posto in posizione di preminenza rispetto agli altri approcci terapeutici.

Il 2 aprile 2012, giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, organizzammo a Roma un evento per chiedere la riapertura delle linee guida per l’autismo. Fu un momento molto significativo perche’ presentammo anche una petizione, da noi promossa, che venne firmata da 5.000 operatori allora e che ancora oggi continua a ricevere adesioni.   Ci sembrava insoddisfacente che un problema cosi’ complesso e con tanti aspetti diagnostici ancora da chiarire fosse affrontato con un’unica impostazione. Siamo fermamente convinti che un atteggiamento scientifico debba sempre prevedere un confronto e non una chiusura ideologica. Recentemente abbiamo iniziato a pubblicare i risultati delle ricerche che portiamo avanti nel nostro Istituto su importanti riviste internazionali. Tra questi, ricordo l’articolo “VALUTAZIONE DI UN APPROCCIO EVOLUTIVO-RELAZIONALE IN BAMBINI CON DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO” (Psychological Reports: Disability & Trauma), per indicare come individuare le potenzialita’ intellettive nei bambini autistici e come farle emergere. Abbiamo inoltre presentato nel 2015, in occasione del XVI convegno nazionale, due nuovi test (TCE – Test sul Contagio Emotivo; Test IUO – Valutazione delle capacita’ di comprensione delle altrui intenzioni) che consentono di formulare ipotesi prognostiche estremamente attendibili al momento della diagnosi e che sono in corso di stampa, sempre su riviste internazionali.

E’ stato pubblicato su Autism open-access un altro articolo dal titolo “DALL’INTEGRAZIONE EMOTIVA ALLA COSTRUZIONE COGNITIVA: L’APPROCCIO EVOLUTIVO TARTARUGA” (consultabile sul sito ortofonologia.it), sul tipo di terapia che proponiamo. Lo studio e’ durato 4 anni ed e’ stato condotto su un campione che ha coinvolto 80 bambini (tutti videoregistrati) con risultati decisamente soddisfacenti, di cui abbiamo documentato i miglioramenti ottenuti con un metodo rigorosamente scientifico (oltre ai miglioramenti in generale possiamo affermare che, secondo la diagnosi ADOS, l’80% dei casi sono usciti dallo spettro autistico e il 30%  dall’autismo. Tutti risultati che rispondono al criterio evidence based).  Il progetto terapeutico e’ stato denominato “Tartaruga” proprio per non suscitare nei genitori illusioni di velocita’ o aspettative non adeguate alla realta’, che purtroppo vengono spesso loro proposte. Un altro aspetto e’ stato fonte di grande soddisfazione: i bambini hanno vissuto i 4 anni di terapia serenamente, mantenendo uno stile di vita adeguato alla loro eta’, e i genitori insieme agli operatori hanno affrontato tutto il percorso evitando un impatto stressante sulla qualita’ di vita.

I minori sono tutti presi in carico dal centro gratuitamente, in quanto l’IdO e’ accreditato con il SSN. Gli operatori sono tutti specialisti con documentata esperienza. Abbiamo svolto un’intensa azione di diffusione delle nostre ricerche e dei nostri studi sull’autismo attraverso una serie di convegni che hanno visto una larghissima partecipazione, sempre a titolo gratuito: nel 2007 circa 1.000 partecipanti hanno riempito il Centro Frentani; nel 2011 siamo stati al Palazzo dei Congressi con oltre 2.000 partecipanti; nel 2015 abbiamo promosso all’Auditorium una diretta streaming che ha registrato piu’ di 20.000 contatti. “La diagnosi” e’ stato il tema affrontato nel 2011 e nel 2015, perche’ non ci puo’ essere un progetto terapeutico valido senza un inquadramento diagnostico approfondito. Quest’anno, dal 21 al 23 ottobre 2016, il tema proposto sara’ quello del progetto terapeutico modellato sulle caratteristiche di ogni singolo bambino.

Il recentissimo spot per l’autismo, premiato da Europe Award, mostra il bambino dentro una bolla e la mamma che lo aiuta ad uscire dall’isolamento grazie al suo contatto affettivo. Questo video offre un’immagine molto significativa e ripropone sinteticamente il modello terapeutico Tartaruga, che ci ha permesso di raggiungere risultati davvero incoraggianti. L’iter terapeutico ha come protagonisti i genitori e gli operatori che, all’interno di un rigoroso approccio scientifico basato sulla relazione affettiva, aiutano il bambino a sintonizzarsi con il mondo esterno. Ci auguriamo, infine, che la nuova legge sull’Autismo, grazie anche alle nuove linee guida che saranno prodotte dall’ISS, aiuti a fare chiarezza sui punti chiave come la diagnosi, i piani di trattamento e soprattutto l’ottica evolutiva che deve includere anche il soggetto autistico adulto, del tutto ignorato nelle precedenti linee guida.Come sempre siamo disponibili a confronti costruttivi con tutti i genitori che lo desiderano. Federico Bianchi di Castelbianco. (DIRE)