Concorso prof al via, i sindacati: «Sciopero generale il 23 maggio»

da Corriere della sera

Concorso prof al via, i sindacati: «Sciopero generale il 23 maggio»

Il carrozzone del concorso scuola si è messo in movimento. Partito alle 8 di giovedì, chiuderà i battenti il 31 maggio, per quanto riguarda le prove scritte; in estate, poi, per chi le avrà superate, gli orali. Oltre 165mila i prof precari in corsa per aggiudicarsi una delle 63.700 cattedre a disposizione in tre anni, con i primi prof di ruolo già da settembre. Tra i primi docenti che hanno completato la prova (giovedì erano in programma, tra l’altro, Storia dell’arte, tecniche agrarie, liuteria), i commenti sono positivi: «Prova fattibile, si chiedeva di applicare le metodologie didattiche alla disciplina. I quesiti di inglese erano facili», ha dichiarato all’Ansa una candidata di Cagliari. Unico problema, il tempo: «troppo poco per finire i quesiti».

«Tutto regolare»

«Partenza regolare», fanno sapere dal Miur. Anche se sui social in mattinata circolavano voci partite un po’ «ad orologeria», di sedi dove sono dovuti intervenire i carabinieri, per denunce di irregolarità. Molte, in rete, le proteste contro quello che per alcuni insegnanti precari è il #concorsotruffa e che qualcuno cerca in ogni modo di boicottare, denunciando che alcune commissioni sono incomplete, qualche commissario è stato convocate all’ultimo momento, che mancano le griglie di valutazione: punti critici che erano già stati sottolineati dal M5S con un’interrogazione parlamentare. «Smettiamola», ha però tagliato corto il ministero dell’Istruzione, in replica alle voci. E poi ha twittato: «Leggiamo notizie che parlano di caos e problemi. Smentiamo, #concorsoscuola partito regolarmente». Anche l’onorevole Maria Coscia, del Pd, sulla sua pagina Facebook ha dichiarato che le prove si sono svolte regolarmente. Mentre si è schierata dalla parte dei docenti Silvia Chimienti, MV5, che sempre via social ha chiesto informazioni sulle sedi dove si segnalano irregolarità: «L’approssimazione con cui si sta affrontando questa procedura potrebbe generare dei problemi», ha detto. E ha elencato: «Incredibile che non si conosca il metro di valutazione quando ci si siede per sostenere un esame; e poi in alcune regioni mancano commissari; il bando del concorso è stato pubblicato con tre mesi di ritardo; e fino a pochi giorni fa gli Uffici scolastici regionali hanno messo mano alle liste dei candidati, cambiando l’ordine e il luogo delle prove: questo a molti ha creato disagio e danni economici»..

Si torna alla Costituzione

Parlando a RaiNews24 della selezione, il ministro dell’ Istruzione Stefania Giannini di prima mattina ha dichiarato: «Dopo tanti anni si torna alla Costituzione: l’ abilitazione è un titolo fondamentale ma non è il concorso. La cattedra si ottiene con una selezione pubblica come, appunto, prevede la Costituzione». E in merito alle polemiche sul compenso delle commissioni, ha ribadito che «sarà aumentato portandolo allo stesso livello delle altre commissioni d’esame della scuola». Quanto alle prove, ha assicurato, sono «innovative, e tengono conto del fatto che i candidati sono già abilitati. A noi – ha aggiunto – interessa sapere come sanno insegnare e se saranno buoni docenti».

«Una scuola di qualità»

Francesca Puglisi, responsabile Scuola, Università e Ricerca del Partito democratico saluta la «nuova opportunità per 63.712 insegnanti di abbandonare il precariato». E in una nota aggiunge: «L’Anief, associazione di avvocati specializzata in ricorsi contro il Miur, ha perso al Tar tutti i ricorsi in cui chiedeva di aprire l’ammissione al concorso scuola ai non abilitati». «L’Italia degli azzeccagarbugli è finita – sottolinea Puglisi – Gli studenti meritano una scuola di qualità».

Sciopero

Proprio nel giorno dell’avvio del concorso arriva la dichiarazione di guerra dei sindacati: riuniti in piazza Montecitorio a Roma, per una manifestazione di protesta, le sigle della scuola hanno annunciato uno sciopero generale del settore, il 23 maggio. Scesi in piazza per protestare contro una selezione ritenuta «iniqua, farraginosa e non adeguata alle esigenze dei territori e dei docenti» e per chiedere il rinnovo del contratto degli insegnanti, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, insieme a docenti, Ata e dirigenti provenienti da tutta Italia, hanno dichiarato: «Il ministro Giannini dice che il meglio deve ancora venire? Ebbene il meglio glielo organizziamo noi. Il 23 maggio faremo uno sciopero generale in tutta Italia, se questo è quello che vogliono da noi, glielo daremo».

«Singolare proclamare sciopero oggi»

Alla sfida dei sindacati replica il ministro: «Trovo singolare proclamare uno sciopero contro un governo che assume ed annunciarlo nel giorno in cui parte un concorso da 63.712 posti. Ricordo che questo è un governo che investe sull’istruzione 3 miliardi di euro in più all’anno», dice Giannini.

Lunedì nuove prove

Ma al ministro ribatte il segretario della Uil scuola, Pino Turi: «Le assunzioni non cambiano le condizioni dei lavoratori»: il nodo da sciogliere è il contratto. «Servono remunerazioni adeguate e regole certe», gli fa eco il segretario vicario dello Snals-Confsal, Achille Massenti. «Il concorsone non elimina i problemi, la ministra invece di lamentarsi dovrebbe proporre l’apertura di un confronto contrattuale», rincara la dose la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. «Le migliaia di partecipanti al concorso meriterebbero maggiore trasparenza», osserva ancora Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda. Infine il punto di vista della politica, con il M5s, che ribadisce come si vedano già «all’orizzonte i ricorsi» contro questo «concorso truffa» e Fabio Rampelli, presidente del gruppo Fdi alla Camera, che annuncia un’interrogazione a riguardo. Nel frattempo però il concorso va avanti, lunedì si svolgeranno nuove prove.