Scuola, scontro sullo sciopero dei prof

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da Corriere della sera

Scuola, scontro sullo sciopero dei prof

Roma C’è chi è arrivato con la sentenza del giudice del Tar. Chi aveva con sé dizionario e trolley e perfino chi ha chiamato i carabinieri. Molti hanno protestato in piazza e i sindacati hanno annunciato lo sciopero generale. La ministra che di prima mattina parlava alla radio: «Dopo tanti anni si torna alla Costituzione». Mentre un tam tam annunciava caos nelle scuole sede d’esame e su twitter lanciava l’hashtag #concorsotruffa.

C’è stato un po’ di tutto in questo primo giorno di concorso della scuola 2016, il primo dal 2012, quello della Buona scuola per 63.712 nuovi insegnanti. Ma anche il primo «benedetto» dall’annuncio di un nuovo sciopero generale. Il 23 maggio Flc Cgil, Cisl, Uil e Snals Confsal fermano la scuola contro «la legge sulla brutta scuola, i concorsi senza criterio, le stabilizzazioni sbandierate come conquista», dice Domenico Pantaleo, Cgil, dal palco davanti Montecitorio. Ma, ricorda Achille Massenti, Snals, «c’è anche da rinnovare il contratto scaduto da quasi 9 anni». E se Pino Turi, Uil, chiede «con forza l’apertura delle trattative sindacali», la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini risponde secca: «Trovo singolare proclamare uno sciopero contro un governo che assume e annunciarlo nel giorno in cui parte un concorso da 63.712 posti». Susanna Camusso, segretario generale Cgil, le ribatte: «Il Concorsone non elimina i problemi, la ministra apra un confronto contrattuale». E Annamaria Furlan (Cisl): «Lo sciopero è legittimo, va rispettato».

I primi candidati del Concorsone sono stati i prof di storia dell’arte, scienze agrarie, design del libro, tecnologie nautiche e meccaniche e laboratori di liuteria: circa 2 mila. Tutti abilitati e molti anche arrabbiati: «Perché fare un altro concorso quando già è stato stabilito che possiamo insegnare?». E qualcuno con una sentenza del Tar in mano che lo riammetteva all’esame. «Ma saranno un numero piccolissimo», sostiene la Giannini.

Hanno inaugurato la prova scritta che sino a fine maggio selezionerà i nuovi insegnanti da far entrare in classe a settembre. Avevano 150 minuti per rispondere a 8 domande, 6 con risposta aperta, 2 a quiz in lingua straniera. Ma dopo i primi minuti dal via, sono partite le proteste. Chi lamentava la mancanza di commissari, chi chiedeva (senza successo) le griglie di valutazione. All’istituto Salvini di Roma una candidata ha chiamato i carabinieri, ma non è stata la sola, altri promettono esposti. E subito si è parlato di «caos», tanto da costringere il Miur a intervenire: «Smettiamola, il concorso è partito regolarmente». Ieri era solo il primo giorno.

Claudia Voltattorni