I sindacati vanno all’assalto, il concorso è tutto sbagliato

da ItaliaOggi

I sindacati vanno all’assalto, il concorso è tutto sbagliato

Dai confederali agli autonomi. Governo e Pd: assurdo

Giuseppe ManticaIn un contesto di tensioni e incertezze, giudiziarie e giuridiche, alzano la voce i sindacati che imputano il ministero una gestione approssimata e dilettantistica del concorso, e gruppi di docenti stanno organizzando dei flash mob per il 5 maggio in varie città d’Italia. Il sindacato Gilda si esprime senza mezzi termini segnalando che i partecipanti avrebbero meritato maggiore trasparenza ed organizzazione e criticando il ministro che cela uno spot elettorale nel dire che con le assunzioni messe a concorso si torna dopo tanti anni alle regole costituzionali.

La Cgil-Flc denuncia che per gli errori e la fretta così come per il «pressapochismo» nell’organizzazione, il ministero ha «combinato enormi pasticci» spingendo i docenti verso le vie legali, ed; la confederazione dei lavoratori della conoscenza contesta comunque la procedura concorsuale scelta al posto di un piano pluriennale di immissione in ruolo dei precari. La stessa Cgil, insieme a Cisl scuola, Uil scuola e Snals-Confsal, hanno organizzato un presidio in piazza Montecitorio, giovedì scorso, per contestare, tra l’altro, «i concorsi effettuati senza criterio» e la mancanza di dialogo del ministero con le sigle.

I Cobas, dal canto loro, avevano già esortato al ricorso anche i docenti (ad esempio, quelli di sostegno) che avevano in corso i Tfa con fine programmata oltre la data di presentazione delle domande, così di fatto escludendoli dal bando. Anche Unicobas si unisce al coro che grida del «concorso-beffa»: si tratta di un concorso inadeguato e fuori legge per gli stessi limiti che si era dato il governo e che arriva molto dopo rispetto ai termini ordinatori prefissati. Nel merito, non si tiene conto della realtà: l’unico modo per risolvere l’utilizzazione smisurata dei precari sarebbe un canale di reclutamento stabile, con concorsi a doppio canale in cui almeno la metà dei posti fosse riservato a chi è in servizio ed è abilitato.

Difedono il concorso il governo e i partiti di maggioranza. «Torniamo alle regole cosituzionali, nella scuola si entra per concorso», replica il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini. E il responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi: «Le contestazioni? Assurdo, con la Buona scuola stiamo dando certezze e dignità a 180 mila docenti».