Nuovo Isee, il governo ci riprova con un emendamento “fuori luogo”

da Redattore sociale

Nuovo Isee, il governo ci riprova con un emendamento “fuori luogo”

La denuncia di Fish e Coordinamento famiglie disabili. La revisione del nuovo Isee, richiesta dal Consiglio di Stato, è stata introdotta in un emendamento governativo a un decreto in materia di istruzione. Esclude dal reddito le indennità, ma annulla le franchigie e introduce una maggiorazione della scala di equivalenza. “Se necessario, faremo novo ricorso”

ROMA – Il governo va verso l’applicazione delle sentenze del nuovo Isee, ma lo fa prendendo una via “traversa” e profilando, di fatto, “un quadro ancora peggiore” di quello precedente. La denuncia arriva dalla Fish e, contemporaneamente, dal Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi, promotore del ricorso a cui il Tar prima, il Consiglio di Stato poi, hanno dato ragione.

La “mossa” del governo avviene in Senato due giorni fa, presso la commissione Istruzione, sotto forma di emendamento a un decreto legge (29 marzo 2016, n. 42) che nulla ha a che vedere con fisco e previdenza: il decreto riguarda contiene infatti “disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca”. Tra gli “altri emendamenti” presentati dal governo, all’articolo 2-bis su “Incremento dei compensi ai commissari del concorso per docenti”, viene inserito un articolo su “Isee dei nuclei familiari con componenti con disabilità”. Dopo aver confermato che, come previsto dalle sentenze, “sono esclusi dal reddito disponibile i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti in ragione della condizione di disabilità”, nel comma successivo il governo cancella le franchigie e introduce “la maggiorazione dello 0,5 al parametro della scala di equivalenza per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente”.

Molto critica la Fish: “Il quadro finale è ancora peggiore – commenta il presidente Vincenzo Falabella – Lo strumento che ne esce non è né selettivo né equo: sono considerati allo stesso modo persone che ricevono provvidenze molto diverse in termini di importo, persone con gravità diversa, minori, anziani, adulti. Inoltre, il sistema della maggiorazione della scala di equivalenza finisce per premiare chi ha più redditi e patrimoni a scapito di chi è più povero o ha maggiori spese. Se l’obiettivo era quello si diminuire drasticamente il numero degli Isee nulli o bassi, il risultato è garantito! – aggiunge Falabella – Ora è necessario pensare ad una profonda e ragionata riforma dello strumento elaborando un nuovo Dpcm, che riprenda i principi della sostenibilità, equità e capacità selettiva”.
Forte lo sdegno del Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi, che si sta già mobilitando, ipotizzando un ennesimo ricorso: “il governo ha ben nascosto dentro una norma assolutamente estranea la modifica dell’Isee e lo ha fatto in modo inaccettabile e nuovamente discriminatorio – commenta Maria Simona Bellini – Ho quindi inviato richiesta urgente di audizione alla Commissione del Senato che sta chiudendo in questi giorni il provvedimento. Vorrei invitare tutte le associazioni a cui sta a cuore la condizione delle persone con disabilità a fare altrettanto per bloccare questa nuova e gravissima iniquità prima di costringerci ad un nuovo ricorso”.

Questa la denuncia del Coordinamento: “Il Governo stravolge la sentenza, con un emendamento che ignora la richiesta del Tribunale di rimodulare le franchigie in modo non discriminatorio, cancellandole in toto e sostituendole con una scala di equivalenza uguale per tutti i livelli di disabilità, ancora più discriminatoria di prima e che favorisce proprio i redditi più alti! Perché non prevedere – propone invece il coordinamento – scale di equivalenza differenziate con uno 0,50 per le disabilità medie per arrivare ad 1,00 per la non autosufficienza?”.

Non solo: “questo emendamento – osserva ancora Simona Bellini – è ben occultato in un provvedimento-marchetta per le scuole paritarie, completamente estraneo ad una materia così delicata che coinvolge una delle fasce più fragili della popolazione. Ma le famiglie non intendono fermarsi – conclude Bellini – Hanno vinto contro questo governo e, se necessario, lo faranno ancora, fino a che le istituzioni italiane non si rivolgeranno al mondo della disabilità per dare sostegno e risposte concrete, come accade in tutti i paesi civili, e non per fare cassa proprio sui più fragili”. (cl)