Turi: un’altra tegola sul concorso

da tuttoscuola.com

“Un colabrodo che lascia fuori centinaia di precari ed aspiranti docenti”
Turi: un’altra tegola sul concorso
Il Consiglio di stato di Stato conferma la partecipazione con riserva alle prove di esame del concorso scuola del 2016 per i docenti laureati, privi di abilitazione.

Per il segretario della Uil scuola Pino Turi si tratta di “un’altra tegola su concorso della scuola“. Questa volta ci pensa il Consiglio di Stato, che apre per i docenti laureati la possibilità di partecipare alle prove scritte del concorso scuola del 2016.

L’ordinanza è di oggi  (n. 1732) e dichiara inammissibile l’istanza di revoca presentata dal ministero avverso il provvedimento che ammetteva con riserva alla partecipazione al concorso due ricorrenti laureate evidenziando come nell’ordinanza che ammetteva al concorso ed oggetto di riesame o revoca non vi sarebbe “…un principio generale di diritto contrario alla regola normativa in base alla quale il titolo abilitativo e’ requisito necessario alla partecipazione al concorso…” .

A questo punto non resta che attendere le decisioni del tribunale amministrativo regionale previste per la prossima settimana.

In questo  caso“, a giudizio del sindacalista, “sarebbe  a rischio l’intero concorso per il gran numero dei candidati interessati all’ammissione. Ad un concorso che già fa acqua da tutte le parti potrebbero aggiungersi ulteriori “sentenze brevi” che potrebbero annullare parti del bando di concorso a favore di determinate categorie, come per esempio gli insegnanti tecnico-pratici (ITP), i docenti di ruolo e docenti magistrali ad indirizzo linguistico. Tra i paradossi inaccettabili anche la situazione dei docenti idonei al concorso di scuola dell’infanzia che hanno subito sperequazioni ed ingiustizie. Diversamente da quanto è accaduto agli insegnanti idonei al concorso 2012 che invece sono stati tutti assunti in ruolo”.

A questo punto, conclude Turi, “sarebbe il caso di fermarsi a riflettere, piuttosto che (rin)correre misure che creano ulteriore confusione ed incertezze. Il tutto merita un’attenta riflessione da parte della politica che non può lascare alla magistratura la soluzione di problemi peraltro noti e continuamente sottovalutati“.