Ddl scuola, Senato vota la fiducia: 168 sì, 90 no. Ora va alla Camera

da Corriere della sera

Ddl scuola, Senato vota la fiducia: 168 sì, 90 no. Ora va alla Camera

Via libera al maxiemendamento che stanzia risorse aggiuntive sulla scuola, raddoppia i compensi ai commissari del concorso prof, estende il bonus cultura ai 18enni stranieri. La fiducia posta dal ministro Boschi. Lega: «Follia». Pd: «Un’altra legge col segno più»

Antonella De Gregorio

Passa al Senato il dl sulla scuola, con 168 voti favorevoli e 90 contrari. Chiesto dal Governo sull’emendamento interamente sostitutivo dell’articolo unico del disegno di legge (il 29/3/2016 n. 42), in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca, il voto non conclude comunque l’iter: sul dl si deve pronunciare anche la Camera, che inizierà i propri lavori martedì 17 e che dovrà concludere tutto entro il 28 maggio.

Il maxiemendamento

Tra i punti principali del maxiemendamento, il raddoppio dei compensi dei commissari del concorso per i prof iniziato il 28 aprile; procedure più efficienti e tempi certi (massimo 30 giorni) per il pagamento delle supplenze; la proroga degli interventi previsti dal piano «Scuole Belle», per il mantenimento del decoro e della funzionalità delle scuole, destinato a scadere il 31 marzo e invece prorogato al 30 novembre (finanziato con ulteriori 64 milioni, che consentiranno di rinnovare l’incarico a 18mila lavoratori Lsu); l’estensione dei bonus cultura ai giovani 18enni non comunitari con valido permesso di soggiorno in Italia (tremila circa). Si disciplina, inoltre, un ricalcolo dell’Isee delle famiglie con componenti disabili escludendo dal reddito disponibile alcuni trattamenti assistenziali se non rientrati nel reddito complessivo Irpef. Il provvedimento stanzia fondi fino a 12,2 milioni di euro per le scuole paritarie che accolgono persone con disabilità (mille euro per ogni alunno disabile) e 3 milioni di euro per la stabilizzazione del Gran Sasso Science Institute. Il ministro ha salutato l’approvazione del provvedimento con un annuncio su Twitter: «Un altro tassello per valorizzare eccellenze e rendere sistema più efficiente». Mentre il sottosegretario Davide Faraone, ha affermato: «Ancora misure per il miglioramento della scuola italiana. Grande soddisfazione per il voto oggi al Senato, abbiamo recepito e formalizzato richieste giuste che ci sono arrivate dal mondo della scuola».

Polemiche

Durante la seduta non sono mancate polemiche per l’assenza dall’aula del ministro Giannini. Hanno votato «no» Conservatori e Riformisti. No della Lega Nord, che ha contestato «un concorso che non copre le falle»: Gian Marco Centinaio (Lega), ha parlato di «centinaia di segnalazioni di errori di sistema, problemi ai pc. «No» dal M5S e da Forza Italia. «Sì» di Sel, anche se la senatrice Alessia Petraglia ha dichiarato: «non abbiamo capito perché il governo ha messo la fiducia». E non ha risparmiato critiche al provvedimento: «Avremmo preferito dare soldi agli insegnanti invece che ai privati», ha detto, in merito ai fondi per i disabili alle paritarie. «Sì» da Ncd. E «sì» di Ala (Alleanza liberalpopolare – Autonomie) a un provvedimento che «punta su cultura ed istruzione da un lato e sulle proprie eccellenze dall’altro», ha detto Lucio Barani. Tutti e 20 i senatori del gruppo hanno votato la fiducia. «È un altro provvedimento del governo Renzi con il segno più, che stanzia risorse aggiuntive sulla scuola», ha dichiarato il senatore dem Andrea Marcucci, presidente della commissione Istruzione. Mentre la senatrice Francesca Puglisi ha commentato in una nota: « Il decreto migliora la scuola e la ricerca dopo anni di tagli».

La fiducia

Mentre si susseguivano le dichiarazioni di voto, in piazza andava in onda una versione ridotta dello sciopero degli insegnanti, convocato da sindacati di base e Gilda (la protesta principale sarà il 20 maggio, quando scenderanno in piazza Flc Cgil, Uil scuola, Cisl scuola, Snals-Confsal). I manifestanti, circa un centinaio chiamati in piazza da Unicobas, Cobas e Gilda, protestano contro le prove invalsi e annunciano una «pioggia di ricorsi» contro le modalità di accesso ai concorsi.

Proteste in aula

Proteste anche in aula, principalmente sul metodo utilizzato dall’esecutivo, più che sul merito: «Non è accettabile – ha sostenuto Fi – che quello della fiducia sia diventato il metodo ordinario per l’approvazione delle leggi». A porre la questione di fiducia è stato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, di ritorno da un voto ben più trionfale per il governo, quello di fiducia sulle unioni civili alla Camera. E, subito dopo il suo annuncio, mercoledì in serata, a Palazzo Madama è esplosa la polemica: da parte di Lega («è l’ennesima follia», ha tuonato Gian Marco Centinaio) e M5S mentre Pier Ferdinando Casini osservava «in quest’ultima fase, una degenerazione nella proliferazione dei voti di fiducia».«Il sistema scolastico è ormai nel caos, fiaccato da una nuova categoria di lavoratori socialmente inutili che sono gli insegnanti senza cattedra creati da Matteo Renzi», ha poi dichiarato in aula il senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia.

Human Technopole

Con la fiducia non è stato votato un ordine del giorno presentato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo su un progetto, quello Human Technopole, che vale 1,5 miliardi e definisce il futuro dell’area Expo. Cattaneo non ha risparmiato critiche alla scelta dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) come capofila del progetto. Critiche riprese anche dal presidente emerito Giorgio Napolitano che invita il governo a fare chiarezza su «decisioni frettolose e discutibili». «Una volta ricevuti i riscontri dei valutatori internazionali» scelti per il progetto dell’Iit, questo «sarà reso pubblico», è la replica del sottosegretario all’Istruzione Andrea D’Onghia che assicura «la massima trasparenza».