La laurea non premia più? Puglisi (PD) in disaccordo con l’Istat

da tuttoscuola.com

La laurea non premia più? Puglisi (PD) in disaccordo con l’Istat

Nel Rapporto 2016 sulla situazione del Paese, l’Istat ha rilevato che “Laurearsi non aiuta più a trovare lavoro e per i giovani cercare un’occupazione è sempre più difficile. Oltre un ragazzo su tre tra i 15 e i 34 anni è “sovraistruito”, troppo qualificato per il lavoro che svolge. La quota è 3 volte superiore a quella degli adulti (13%). Tra i giovani inoltre è più diffuso il part time, soprattutto involontario (77,5% dei part timer giovani, contro il 57,2% degli adulti), “ad indicare un’ampia disponibilità di lavoro in termini di orario che rimane insoddisfatta. Inoltre anche il lavoro temporaneo – sottolinea l’Istat – è diffuso soprattutto tra i giovani: ha un lavoro a termine un giovane su 4 contro il 4,2% di chi ha 55-64 anni”. Capita quindi che le professioni più frequenti nell’approccio al mercato del lavoro siano quelle di commesso, cameriere, barista, addetti personali, cuoco, parrucchiere ed estetista. A tre anni dalla laurea solo il 53,2% dei laureati ha trovato un’occupazione ottimale, con un contratto standard, una durata medio-lunga e altamente qualificata”.

La senatrice Puglisi (PD) ha preso le distanze da quella lettura dei dati.

“La lettura dei dati Istat sulla ‘laurea che non premia’, rischia di dare ai giovani un messaggio profondamente sbagliato. Infatti – ha affermato la Puglisi – l’Istat non dice cosa accade a chi non è in possesso di un titolo di istruzione terziaria.

Bisogna risalire all’ultimo trimestre 2015 per fare un raffronto. Per i ragazzi in possesso di laurea il tasso di occupazione era del 70%, solo del 62% chi non è in possesso del medesimo titolo di studio. Forbice ancora maggiore per le ragazze: 72% di occupate tra le laureate, solo il 29% le altre.

E come ben dimostrano tutte le ricerche, nel tempo della crisi chi aveva la laurea ritrovava lavoro più facilmente di chi aveva un basso titolo di studio”. Lo afferma Francesca Puglisi, componente della segreteria nazionale del PD.

“La lettura dei dati Istat – osserva – questa volta sembra dunque quanto meno ‘discrezionale’ e riecheggia vecchi slogan ‘con la cultura non si mangia’ che sono stati la rovina del Paese.

Il Governo invece è impegnato a migliorare la qualità del capitale umano del nostro Paese, innanzitutto irrobustendo il diritto allo studio (55 milioni in più nella legge di stabilità 2016) per raddoppiare il numero di ragazzi e ragazze entro il 2020 in possesso di un titolo di istruzione terziaria. Non solo laurea, ma anche Istruzione Tecnica Superiore”, conclude.