Una lettura per l’estate

Una lettura per l’estate
Lettera firmata di una studentessa di quindici anni

di Adriana Rumbolo

Batten_-_Europa'sFairyTalesCara dottoressa, come può vedere ho seguito il suo consiglio e le ho scritto questa lettera, se così si può chiamare!!!
Prima di esporle il mio problema, però, le vorrei fare un quadro di me stessa: sono una ragazza di 15/16 anni, alta, fisicamente, anche se sono a dieta, non mi lamento, mi accetto e vengo abbastanza accettata.
Nel rapporto con gli altri, ho un mio “metodo”:io, non mi sono mai fidata di nessuno.
Poi . naturalmente, andando avanti nel conoscersi, capisco se questa persona è fidata o meno.
In famiglia sono abbastanza chiusa:a differenza di alcune mie amiche, io non considero mia madre come una delle mie migliori amiche, alle quali vado a dire i miei problemi e a chiedere consigli.
Naturalmente non la estraneo totalmente dalla mia vita, ma mi limito a non raccontarle i miei fatti personali, le mie esperienze, perchè penso che ognuno debba fare le proprie scelte con la propria  testa, senza dipendere da altri: ho paura, infatti, che alla fine,  raccontando tutto a mia madre, i suoi consigli si trasformino in obblighi e questo non mi andrebbe giù!!!
Arrivando  al “nocciolo” della questione, il mio problema nasce da una situazione per me stupenda:sto insieme ad un ragazzo…., da sei mesi, ma non riesco mai a dirgli quello che sento.
A dirle la verità, all’inizio non ero sicura, ma adesso sono più che convinta di AMARLO: è una certezza, glielo assicuro!!!
Eppure la frase che vorrei dire non è complicata: TI AMO!!!
Che c’è di complicato in due parole?!?!
Non riesco a capire il perchè  di questo blocco!!!
Ed è per questo che le ho scritto queste righe, per chiederle se lei poteva darmi sia una spiegazione che un consiglio su questo argomento: non so veramente come superare questo ostacolo!!!
Se non le è di troppo disturbo potrebbe rispondere?
La ringrazio infinitamente e la prego  di non parlare in classe di questa lettera

Della lettera naturalmente non ho parlato ma del “blocco” si.
L’educazione educativa  inizia soprattutto dal corpo.
La carezza, l’abbraccio che tante volte i bambini hanno cercato invano secondo i loro tempi e bisogni , la mancata condivisione di percezioni primordiali, le punizioni corporali, la gabbia dei pregiudizi, la carenza del contatto con la natura,  il corpo a macchie sporche.
Tutti i lacci delle emozioni imprigionate ricordano chi ha scritto: se Freud  avesse conosciuto le scoperte delle neuroscienze, avrebbe detto:l’inconscio sta nel corpo.
E l’educazione sofferta dal corpo che sembra si fermi lì, potrebbe  pericolosamente e pesantemente disorientare la sicurezza, la stabilità del Sè nel futuro
Piano , piano, mentre la natura preme perchè il corpo possa esprimere la sua crescita in ogni suo centimetro piano, piano, sembra un paradosso, il soggetto ne  perde la percezione.
L’educazione vuole che tu ignori il tuo corpo perchè solo così sarà meno pericoloso e più sottomesso.
Sottolineo il famoso sogno di molte adolescenti di partorire un figlio  senza alcuna partecipazione o dolore.
Lo chiamano “Il complesso della Madonna” perchè  ispirato dalla figura femminile più adorata per la sua perfezione.
Allora quando arriverà la pubertà e tutto il corpo sarà percorso da percezioni nuove e coinvolgenti, il soggetto spaventato potrebbe rifugiasi  in un forte controllo razionale che potrebbe esprimersi in rigidità,  sublimazione dei sentimenti molto pericolosi perchè potrebbero allontanare il soggetto  dalla realtà  con sofferenze psicosomatiche, disordini alimentari e a volte anche con disordini comportamentali.
Infatti è per questo che proprio nella pubertà si manifestano i disturbi psicologici  più gravi e meno comprensibili perchè spesso  la loro causa è da ricercare nella lontana prima infanzia.
Forse la studentessa ha solo bisogno di tempo e di buone informazioni sulle emozioni , sull’unione mente-corpo  da elaborare per dire con tutta se stessa le due parole , ti amo,  che diventeranno facili quando avrà più coscienza del proprio corpo e alla rigidità difensiva avrà sostituito la flessibilità che appartiene naturalmente al corpo.
Così come nella favola “La bella e la bestia” la  protagonista nel lungo e forzato soggiorno,  prigioniera nel castello dell’orribile mostro,  piano, piano comprenderà per la gentilezza e l’amore in cui lui l’avvolge(l’importanza della corte) a non avere  più paura dell’amore inteso nella sua completezza e allora vedrà bello ciò che prima le sue paure, le sue incertezze la sua rigidità avevano mostrato come minaccioso e disgustoso.
Le favole sanno come spiegarci con la fantasia realtà molto complesse.