“Dio di Illusioni”, romanzo di Donna Tartt
di Mario Coviello
E’ disponibile nelle edizioni Rizzoli Vintage Gold, a 15 euro con l’acquisto di un altro volume della stessa collana, due al prezzo di uno insomma,” Dio di illusioni” di Donna Tartt, il capolavoro che ha rivelato l’autrice de “ il Cardellino”, di cui vi ho parlato in una mia precedente recensione.
E’ un libro magnificamente riuscito che mi ha accompagnato durante il mio soggiorno a Ostuni, la meravigliosa città “bianca”, in provincia di Brindisi.
Nel giardino del Centro di spiritualità “ Madonna della Nova,un’oasi di serenità e calda ospitalità, e sulle spiagge dell’oasi naturale di Torre Guaceto mi hanno fatto compagnia le 633 pagine finemente cesellate, con una scrittura colta e scorrevole, di “ Dio di illusioni”. Il romanzo racconta un anno di vita di Richard Papen, un ragazzo di 19 anni che riesce ad entrare nell’ esclusivo Hampton College nel Vermont. Richard viene dalla California, scappa da un padre manesco e da una madre succube e fa amicizia con due gemelli orfani Charles e Camilla, con Francis, allevato dai nonni,Bunny, sportivo e dislessico e Henry, un genio ricco che recita Omero in greco e si appassiona al sanscrito.
Sono tutti allievi di Julian Marrow, professore di greco antico che ha solo questi sei alunni, è amico di Ezra Pound e T.S. Eliot, ha legami con il Vaticano e principi del Medio Oriente.
Julian diviene loro padre e maestro, li educa al bello e fa loro conoscere i riti dionisiaci. Julian contagia i giovani discepoli con la sua passione per quel mondo antico e misterioso. Un mondo in cui l’irrazionale, il dionisiaco non erano tabù. “È un’idea tipica dei greci, e molto profonda. Bellezza è terrore. Ciò che chiamiamo bello ci fa tremare. E cosa potrebbe essere più terrificante e più bello che perdere ogni controllo?”.
Nelle pagine della Tartt scorrono fiumi di alcool e droghe e i rapporti fra i protagonisti si complicano con sottili giochi erotici e un pericoloso senso di onnipotenza.
Alla ricerca di se stessi, non si pongono limiti e Richard, sempre più grato per essere stato accettato in questo circolo esclusivo, si lascia trascinare in un gorgo, diventa complice e spettatore di una caduta senza redenzione.
Donna Tartt racconta il mondo universitario americano degli anni settanta, quello degli hippy e il lettore viene afferrato da una sottile angoscia che non gli permette di staccarsi dalle pagine. Spera nella salvezza dei personaggi che impara a conoscere sempre più a fondo ma i giovani protagonisti, quando il loro padre e musa, il professor Julian li abbandona al loro destino, sono travolti dalle loro colpe.
A Richard non resta che raccontare, narrare per capire e andare fino in fondo.
Questi giovani che hanno vissuto “ l’onda improvvisa di potere e godimento, di sicurezza e di controllo. La sensazione della ricchezza del mondo, delle sue infinite possibilità” (pag. 483 ) quando hanno infranto tutte le regole, capiscono che “ non c’è nulla di sbagliato nell’ amore per la Bellezza, ma la Bellezza, se non è sposata a qualcosa di più profondo è sempre superficiale “ ( pag 573 ).
Raccogliete l’invito della Tartt che introduce “ Dio di illusioni” con queste parole tratte dal secondo libro de “ la Repubblica” di Platone : “Venite dunque, e trascorriamo/ un’ora dilettevole narrando storie,/ e la nostra storia sarà l’educazione dei nostri eroi”.
Non ve ne pentirete.
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