Polemizzando sulla Buona scuola

Polemizzando sulla Buona scuola

di Sergio Bailetti e Maurizio Tiriticco

 

Caro Maurizio bentornato!
Forse avrai accumulato un po’ di ruggine nelle dita, ma non nello spirito battagliero, e sono sicuro che dopo questo tuo post sia andata tutta via. La carica è aumentata e forse con qualche eccesso.
Anche io sono nato, ormai parecchi anni fa, e ricordo la scuola democristiana dei ministri “balneari” che lasciavano il potere decisionale ai direttori generali dell’MPI che, per fortuna, erano esperti e conoscevano la scuola. Scuola democristiana che ha permesso anche a me quella mobilità sociale che ora stenta ad affermarsi. Ma non è colpa della Buona scuola. Il mondo è cambiato, la società è cambiata. Caro Maestro, quando andavamo in prima elementare, non sapevamo nulla e l’insegnante sapeva tutto! I percorsi preparavano ad un lavoro standardizzato e la conoscenza/competenza poteva restare immutata per il resto della vita perché per il resto della vita il lavoro rimaneva pressoché immutato. Questo mondo non esiste più (vale anche per gli insegnanti). Ora la conoscenza è dappertutto nell’etere: arriva prima delle maestre e dei professori, il ruolo dei quali, per questo motivo, è profondamente cambiato e non varranno le resistenze conservatrici di retroguardia a frenarlo; sai, di gente incompetente, saccente e un po’ cialtrona: boria e faccia tosta ne è pieno il mondo.
La scuola non è privatizzata: è autonoma. Molti non se ne sono ancora accorti. E’ tutta un’altra cosa e il DS, non il Miur, risponde dei risultati. Quei risultati che sono l’ultimo pensiero di molti DS e dei loro collegi corporativi che rifiutano di misurarsi e di valutare la propria offerta formativa, non per una concorrenza di mercato, ma per una doverosa risposta alle famiglie che si aspettano che i propri figli abbiano strumenti culturali e professionali per affrontare il mondo di oggi, anzi di domani e di dopodomani. La concorrenza c’è e c’è sempre stata: gli “open-day” sono un’occasione di promozione mercantile dove la qualità dell’offerta viene presentata da abili venditori. “Quella scuola si apprende di più e meglio” Ed è anche vero che quando ti-capita.tra-capo-e-collo un DS incapace (sia sceriffo o no) la scuola va a capofitto in pochissimo tempo. Questa funzione non è stata mai monitorata abbastanza e le prospettive non sono eccellenti.
Ho capito che questi governanti della scuola non ti piacciono, andava meglio la Gelmini col suo tunnel da L’Aquila al Cern di Ginevra e i suoi tagli indiscriminati di ore scuola e di posti di lavoro? Qui ci sono fondi e posti di lavoro e un nuovo modo di fare scuola con l’alternanza scuola-lavoro (oggetto, guarda caso, di referendum abrogativo!)
La Buona scuola pur se costruita con artifici giuridici (ma non è l’unico esempio in questa era parlamentare), pur se effetto di mediazioni forzate, pur nella sua incompletezza rappresenta una tendenza di una scuola che si avvia ad un rinnovamento profondo più consono, a mio avviso, a quello richiesto dalla società globalizzata.

SERGIO


 

Caro Sergio!

Che tu, Luigi e qualche Campioncino siete a favore della Buona scuola lo so, ma – a prescindere da un giudizio sui contenuti della 107 – non mi sembra che problemi di riordino così profondi e sconvolgenti (tu confidi nei tempi lunghi) fossero all’odg. Due sono – ed erano – le urgenze: un serio riordino dei cicli ormai ultradatati e “fuori legge”: pensa all’esame di terza media, obsoleto e in piedi proprio perché nessuno si è mai peritato di scrivere che è l’obbligo decennale che conclude il primo livello di studi e non una scuola media che è ancora quella dei nuovi programmi del ’79; e sai bene con quale squallore, invece, termina quell’obbligo decennale vigente – si fa per ridere – dal 2007, se la memoria non fallisce; e pensa alla necessità di un intervento massiccio sulle metodologie di apprendimento/insegnamanto (non scrivo insegnamento/apprendimento) che accompagnasse le Indicazioni nazionali che nessun insegnante ha letto perché continua a pensare solo in termini di programmi ministeriali, quelli in vigore ai tempi in cui andava a scuola lui. Con la 107 è stato liquidato un ordinamento pubblico da sempre per avviarne uno privatistico, ma che lascia insoluti i due problemi a cui accennavo prima. Non si rinnova la scuola nei contenuti e nelle metodologie, ma si avvia un ordinamento più o meno al’inglese che dovrebbe fare il miracolo. Ma se ordinamenti e Indicazioni restano quelli che sono, tutti gli aspetti “innovativi” della 107 cambieranno forse molte facciate (un preside con maggiori poteri) ma ben poco i contenuti e le lezioni cattedratiche di sempre. Tu come me sei un uomo di scuola e sai bene quanto ti devo in termini di idee e di incoraggiamenti. E sei abbacinato da questa aura innovatrice di cui la 107 si ammanta: una Buona scuola libera da tanti laccioli burocratici!!! Mio caro! Un’altra era l’operazione da fare: un serio riordino dei cicli e una massiccia preparazione degli insegnanti (ti ricordi la preparazione degli insegnanti elementari dopo la legge innovativa della loro scuola?). Ma così non è stato e così non sarà.

MAURIZIO