Un grido d’allarme
di Antonio Stanca
Giornalista e scrittrice, Concita De Gregorio ha cinquantatré anni. E’ nata a Pisa nel 1963 da madre spagnola e padre italiano, è cresciuta a Livorno dove ha compiuto gli studi fino al liceo. Si è laureata in Scienze Politiche a Pisa. E’ sposata ed ha quattro figli.
Molto giovane ha iniziato a lavorare per radio e TV locali, nel 1985 ha cominciato a scrivere per “Il Tirreno” e dal 1990 per “la Repubblica”, dove è diventata una delle firme più importanti. Dal 2008 al 2011 è stata direttrice del quotidiano “l’Unità”, poi ha ripreso con “la Repubblica”. Dal 2013 conduce su Rai 3 il programma culturale “Pane quotidiano”.
Saggista e scrittrice oltre che giornalista è la De Gregorio, nel 2007 il suo romanzo Una madre lo sa è tra i finalisti del Premio Renato Benedetto Fabrizi.
Un’intellettuale, un’artista impegnata in ambito culturale, letterario ma anche politico, civile, sociale, una donna che vive, soffre i problemi di un tempo investito dalla crisi dei valori tradizionali, dalla mancata comunicazione, dall’incomprensione, dalla violenza, che ascolta, raccoglie le voci di quanti ne sono vittima e le traduce nei motivi della sua scrittura è la De Gregorio. Il più recente esempio di tale suo impegno morale e civile è il libro Cosa pensano le ragazze, pubblicato a Maggio del 2016 dalla Einaudi di Torino nella serie “Einaudi Stile Libero Big” (pp.130, € 16,00). E’ un’opera nella quale l’autrice ha riportato alcune delle interviste fatte, insieme a delle collaboratrici, a moltissime ragazze italiane o in Italia residenti, alle quali è stato chiesto di loro, della loro vita, della loro condizione, della loro famiglia, della loro scuola, del loro lavoro, delle loro aspirazioni, dei rapporti con i ragazzi, con gli adulti, delle loro esperienze amorose, sessuali, di tutto quanto può far parte della vita di una ragazza che vive in Italia e del quale vuole parlare. E’ stata un’operazione avviata dalla De Gregorio, è stato un invito il suo che le ragazze hanno accolto e in tante che il libro contiene solo alcune delle interviste fatte mentre altre sono rimaste escluse ed altre sono ancora in corso e possono essere lette sul sito “Repubblica.it”. Un progetto sempre aperto è risultato, un interesse senza limiti ha suscitato sia presso le intervistate sia presso il pubblico di lettori, un tema, un problema tra i più attuali e più sentiti si è rivelato quello della condizione individuale, sociale vissuta oggi in Italia dalle ragazze. Le loro risposte a chi le intervistava chiariscono, spiegano come vivono, cosa fanno, cosa pensano le adolescenti italiane dei nostri tempi, fanno emergere un quadro che, nonostante l’ampiezza, la vastità delle voci che lo compongono, può essere ridotto ad elementi che si ritrovano, si ripetono. Ragazze di provenienze diverse, di famiglie, condizioni sociali diverse, di zone, città diverse, si scoprono accomunate dagli stessi problemi, dalle stesse esperienze, dalle stesse aspirazioni. Tutte sono libere da pregiudizi, da remore, tutte hanno problemi con la famiglia, con la scuola, tutte vivono divise tra i doveri ai quali devono attendere e i piaceri che vorrebbero provare, i sogni che vorrebbero realizzare e per questo conducono una vita sregolata, confusa, per questo diventano vittime dei piaceri più facili, più immediati quali quelli sessuali, per questo importante diventa l’attenzione per il corpo, il bisogno di essere belle, di piacere, per questo tutte sono pervase da uno stato di insoddisfazione, d’inquietudine, tutte sono alla ricerca di esperienze nuove, tutte vorrebbero cose diverse da quelle che hanno. Piuttosto gravi sono le conseguenze di un simile comportamento soprattutto perché assunto da ragazze e perciò in maggiore contrasto con quanto, famiglia, scuola, società, è intorno a loro e non le capisce, non le accetta, ne fa delle colpevoli, vede come trasgressiva, indecorosa la loro condotta.
Questo risulta dall’opera della De Gregorio, questo contrasto tra le ragazze di oggi e l’ambiente, tra la loro vita, i loro costumi, i loro pensieri, le loro azioni, il loro linguaggio, le loro aspirazioni e una società che di fronte a tante domande si trova impreparata, non sa offrire una risposta. Non c’era modo migliore di quello usato dalla De Gregorio col suo libro per mostrare il problema, per farlo apparire in tutta la sua evidenza e gravità. Lo ha fatto tramite le risposte delle ragazze intervistate. La loro voce è diventata l’espressione più autentica della difficile condizione vissuta oggi nel nostro Paese da una certa fascia della sua popolazione, la testimonianza più vera della grave contraddizione che si è creata tra essa e il resto della società. Un grido d’allarme vuole essere quello della De Gregorio circa i pericoli che potrebbero derivare da simile situazione.
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