Quinto comandamento: battesimare

QUINTO COMANDAMENTO BATTESIMARE di Umberto Tenuta

CANTO 715

BAMBINI, BATTESIMAVAMO I NOSTRI MICI di Umberto Tenuta

 

Ricordo -bambini intorno ai tre-cinque anni- battesimavamo i nostri piccoli gattini.

Un gioco cerimonioso, lungo, affascinante!

Eva dovette fare la stessa cosa.

In giro per il Paradiso Terrestre, col cestello dei nomi appoggiato al grembo, Eva porgeva al docile Adamo i cartellini delle parole, scritti su cartoncini plastificati in nove colori

Innanzitutto, i NOMI.

I primi due cartellini: ADAMO EVA.

Gentilissimo, Adamo infilò il Cartellino EVA tra i seni di EVA, senza spilli.

EVA, carina, glielo spillò, profondo, sopra il cuore.

Ora, contenti e giulivi, andarono alla pianta del melo.

Adamo non ebbe dubbi: MELO sul tronco e MELA su una mela appena morsicata.

Poi toccò al pino.

Ah, sì, Eva: PINO alla pianta, e PIGNA al frutto!

E giù di lì!

PERO alla pianta, PERA al frutto.

MELO alla pianta, MELA al frutto.

ULIVO alla pianta, ULIVA al frutto.

FICO alla pianta, FICA al frutto…

-Stupido, svergognato, ma che vai dicendo?

Adamo non capì un fico secco, ma obbediente passò oltre, alle altre piante ed ai loro frutti.

E non sbagliò un solo cartellino.

Dalle piante passò agli animali.

Con molta circospezione, LUPO al maschio e LUPA alla femmina.

ASINO all’asino ed ASINA all’asina, CAVALLO ai maschi e CAVALLA alle femmine.

……

“O cavallina, cavallina storna,

portavi a casa sua chi non ritorna!

a me, chi non ritornerà più mai!

Tu fosti buona… Ma parlar non sai!

Tu non sai, poverina; altri non osa.

Oh! ma tu devi dirmi una cosa!

Tu l’hai veduto l’uomo che l’uccise:

esso t’è qui nelle pupille fise.

Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.

E tu fa cenno. Dio t’insegni, come”.

Ora, i cavalli non frangean la biada:

dormian sognando il bianco della strada.

La paglia non battean con l’unghie vuote:

dormian sognando il rullo delle ruote.

Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:

disse un nome… Sonò alto un nitrito.

Il NOME.

Il GIOCO DEI NOMI

Giocano gli alunni nel gran laboratorio del mondo che li circonda.

Il mondo è il loro laboratorio.

Giocano a dare un nome agli animali, alle piante, alle cose.

Giocano in gruppi di Adami e di Eve.

Come diceva Platone, i bimbi debbono apprendere come in un gioco.

Ai docenti il compito, non di preparare LEZIONI, ma di inventare GIOCHI PER APPRENDERE.

Nel LABORATORIO LINGUISTICO della scuola si gioca:

– a dare un nome alle cose

– a indicare le qualità delle cose

-a dare un nome alle azioni

-a scoprire le parole delle azioni

A inventare la Grammatica!

 

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