EDUCAZIONE DI GENERE

EDUCAZIONE DI GENERE: LESIVI DEL DIRITTO COSTITUZIONALE ALL’EDUCAZIONE I DISEGNI
DI LEGGE PRESENTATI OGGI ALLA CAMERA

Questa l’opinione espressa in un documento presentato dal Vice presidente
dell’Associazione dei genitori di scuola cattolica Giancarlo Frare all’audizione
presso la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, per l’esame
delle proposte di legge n. 1230 e abbinate.  Gli 8 disegni di legge per
l’introduzione dell’educazione di genere nella didattica, sono stati stroncati
dai genitori di scuola pubblica paritaria che Agesc rappresenta per buona parte.
I dettami contenuti negli artt. 30 e 31 della Costituzione impongono infatti
alla famiglia di istruire ed educare i figli e alla Repubblica di agevolare  la
famiglia nell’adempimento dei compiti relativi. Agesc ha evidenziato il pericolo
insito nella volontà  di intervenire sull’educazione emotivo-sentimentale, che
non rappresenta il compito principale per il quale la famiglia affida alle
scuole del sistema nazionale di istruzione i propri figli. Alla Scuola, oltre
che alla famiglia, compete l’istruzione delle giovani generazioni e il Ministero
dell’Istruzione deve rimanere estraneo all’ambito affettivo sentimentale di
competenza esclusiva della famiglia. L’Agesc ritiene estremamente pericoloso
introdurre l’insegnamento curriculare dell’educazione sentimentale attraverso la
coercitiva modifica dei piani di studio, privando di fatto le scuole
dell’autonomia, che rappresenta una ricchezza di pluralità culturale per il
Paese, e le famiglie di qualsiasi possibilità di esprimere il proprio consenso
informato: una volta scelta la scuola, si accettano tout court insegnamenti e
libri di testo sconosciuti ai genitori.
“Favorire lo sviluppo  dell’identità di genere e rimuovere gli stereotipi
presenti” mediante  l’applicazione del progetto POLITE, potrebbe indurre
condizionamento, o peggio censura, verso autori ‘non allineati’ e la progressiva
scomparsa del pluralismo educativo, soppiantato dall’uniformità garantita dalla
centralizzazione scolastica. E’ forte per Agesc anche il timore che, anziché
favorire lo sviluppo di una società pluralista e multiculturale con la crescita
del rispetto della figura femminile, del suo ruolo e della sua importanza nella
società, si introducano elementi potenzialmente distruttivi dell’istituto
familiare, così come concepito dai fondatori della Repubblica e previsto dalla
Carta Costituzionale.
Il Vice presidente Frare ha concluso confermando la disponibilità di Agesc a
formulare proposte ed emendamenti per adeguare il DDL della Commissione con
strumenti che realmente combattano le diseguaglianze sociali ancora esistenti
nel nostro Paese.