L’Europa di Lottieri
di Antonio Stanca
Giovedì 1 Settembre, quale supplemento del quotidiano “il Giornale” nella serie “fuori dal coro”, è comparso il brevissimo saggio L’Europa è il problema, la Svizzera la soluzione (Una via elvetica per ripensare il Continente) di Carlo Lottieri, docente di Filosofia Politica presso l’Università di Siena e di Filosofia delle Scienze Sociali presso l’Università Teologica di Lugano.
Lottieri è nato a Brescia nel 1960 ed ha studiato a Genova, Ginevra e Parigi, dove ha svolto un dottorato di ricerca. Allievo di Alberto Caracciolo è stato sempre a contatto con personalità di rilievo nell’ambito della filosofia politica. Ha svolto attività di collaboratore e di ricercatore nelle Università di Trieste e di Siena. Nel 2003 ha creato, insieme ad altri studiosi, l’Istituto Bruno Leoni ispirato alla figura e all’opera del noto pensatore torinese. In precedenza aveva insegnato Dottrine dello Stato presso l’Università di Siena. Collabora con “il Giornale”.
Filosofia libertaria viene definita la filosofia politica del Lottieri poiché s’ispira al pensiero libertario della classicità e si pone contro i sistemi di governo che con facilità si formano all’interno delle democrazie e tendono a rimanere per sempre rifiutando ogni cambiamento e diventando sistemi di dominio. La realtà politica, economica, sociale, statale, giuridica dell’Europa, la sua storia, i suoi problemi, sono i temi più trattati nei suoi studi e nei lavori pubblicati. Attento, profondo e documentato conoscitore di questi argomenti si mostra capace di muovere da essi e scoprire quanto è mancato o manca, come sarebbe stato o sarebbe possibile rimediare. Lottieri, nelle sue opere, non perde mai di vista la complessità, la totalità della situazione in esame anche se di un suo aspetto o problema si sta interessando. Chiaro, semplice risulta, inoltre, nel linguaggio ed è un altro dei meriti da attribuirgli se si tiene conto di quanto complicata sia diventata l’espressione in questo genere di lavori.
Anche nel recente opuscolo il filosofo si esprime chiaramente nonostante la brevità dell’opera. Stavolta l’argomento che discute è quello dell’Unione Europea nella fase attuale. L’uscita dell’Inghilterra, il Brexit è stato, per lui, un rifiuto motivato, ha rappresentato la volontà del Regno Unito di non far più parte di una corporazione giunta ad avere molti problemi, a stare fortemente in crisi. Contrariamente a quelle che erano state le premesse, quando si era parlato di una federazione che avrebbe proceduto nel rispetto di ogni suo componente, che avrebbe accolto, compreso la singolarità, la particolarità di ogni Stato, che sarebbe stata per tutti uguale, pari, si è giunti ad assistere ora, secondo Lottieri, alla formazione di un contesto nel quale sono emerse, hanno acquistato rilievo solo alcune delle Nazioni che lo compongono, che è finito col rappresentare il potere di queste, che sinonimo di verticalità e non di orizzontalità è diventato. I palazzi di Bruxelles sono la punta di questo vertice, la sede di questo potere di pochi, dei Paesi europei, cioè, più forti, più potenti nell’economia, negli armamenti, nel sistema politico, nella situazione sociale e in ogni altro aspetto della vita pubblica. Piramidale è la posizione degli Stati nell’Europa Unita, non si è tra pari ma tra superiori e inferiori. E questi ultimi non solo non hanno potere ma neanche la possibilità di vedere ascoltata la loro voce, di comunicare i loro bisogni, i loro problemi. Niente c’è, di federale, di democratico nell’Unione Europea.
Il Lottieri, nel suo lavoro, riesce pure a percorrere brevemente la storia, la formazione del pensiero politico europeo e a mostrare come la nuova Europa abbia perso alcune delle conquiste che nella politica del passato aveva ottenuto. Ad un recupero, quindi, invita di quanto di democratico, di liberale ha fatto parte della politica europea e ad una maggiore attenzione a quanto da secoli avviene in Svizzera, a come in questo Paese sia rimasto sempre valido il sistema federale. Per la Svizzera, stato federale, stato dei Cantoni, federazione ha sempre significato rispetto di ogni sua parte, dell’autonomia, delle regole, delle tradizioni, della cultura, della lingua di ogni Cantone anche se tutti rispondono ad una Costituzione, ad un Governo centrale. In Svizzera anche i più piccoli valgono, hanno il diritto di dire di sé, dei propri problemi, la possibilità di discuterli, di risolverli per proprio conto, nei propri posti, con proprie assemblee. Lo Stato federale svizzero sa essere diviso, sezionato tra le parti che lo compongono ed anche unito. Questo esempio il Lottieri esorta a seguire per salvare l’Unione Europea dalla crisi che sta attraversando e che è derivata dal mancato rispetto di quelle regole che pure le appartenevano ma che sono state trascurate al punto da trasformare in unione di pochi quella che sarebbe dovuta essere unione di molti.
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