Concorsi docenti, facciamoli regionali: non si possono sradicare le persone. È polemica

da La Tecnica della Scuola

Concorsi docenti, facciamoli regionali: non si possono sradicare le persone. È polemica

Scatta la polemica sulle modalità da adottare sul nuovo concorso dei docenti, che quest’anno ha presentato problemi per l’assegnazione dei vincitori.

“Servono concorsi su base regionale. Non puoi sradicare le persone. Servono concorsi su base regionale per insegnanti, poliziotti, postini”, tuona il segretario della Lega, Matteo Salvini, intervistato a Mattino 5.

Immediata, arriva la replica di Elena Centemero, deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia: “a chi in queste ore, a fronte dei problemi legati all’avvio dell’anno scolastico, sta chiedendo che per la scuola si svolgano concorsi su base regionale, ricordiamo che i concorsi sono già su base regionale. Il problema, piuttosto, deriva dalla fretta con cui è stato licenziato il provvedimento sulla Buona scuola e dal piano straordinario di mobilità, che stanno creando un vero e proprio marasma nei nostri istituti, con grandi spostamenti di docenti dal Sud al Nord e dal Nord al Sud”.

Nella stessa giornata, arriva la contro-replica della Lega Nord, stavolta attraverso Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord.

“A chi in queste ore, commentando la nostra proposta sui concorsi regionali, ricorda che sono già su base regionale, chiediamo di non fermarsi alla prima riga del nostro comunicato. La “gestione” regionale – continua Pittoni – è solo il punto di partenza di un meccanismo che dovrà prevedere “candidati liberi di scegliere in quale regione eleggere il proprio domicilio professionale (norma europea già recepita dall’Italia) senza vincolo di residenza, per poi confrontarsi alla pari con gli altri iscritti nella stessa regione. La concorrenza tra regioni – ispirata ai principi del federalismo – farà il resto, innescando un meccanismo virtuoso a vantaggio della qualità generale”.

Pittoni, segnala, inoltre, che “la mobilità straordinaria non è la causa ma l’effetto del caos generato da un sistema a tutti gli effetti centralizzato delle assunzioni. Siamo stati noi, tra l’altro, ad avvertire (quando ancora la marcia indietro era possibile) che accelerare sul concorso previsto dalla “Buona scuola” assegnando quote di nuovi insegnanti regione per regione prima degli spostamenti consentiti dalla mobilità straordinaria, avrebbe portato all’attuale ingovernabilità”.