Maturità e scuole dell’obbligo: avviare forme partecipate di riforma

Da indiscrezioni di stampa veniamo oggi informati dell’esistenza di una bozza del MIUR che conterrebbe le nuove linee guida sulla riforma dell’esame di maturità e altri cambiamenti nella scuola dell’obbligo previsti dalla legge 107/15, quella della “brutta” scuola. Il quotidiano di Confindustria rivela che la bozza è stata sottoposta al giudizio di associazioni e operatori scolastici, e perfino degli studenti.

Non entriamo qui nel merito delle indiscrezioni di stampa, ma ci chiediamo come sia possibile divulgare notizie ad hoc su un tema tanto delicato quale è il sistema di valutazione scolastica, che interessa milioni di studenti, e le loro famiglie, nei prossimi anni, forse decenni, senza un vero confronto pubblico, serrato, rigoroso e articolato, con tutti i soggetti che nella scuola operano quotidianamente. Ci chiediamo, ad esempio, come sia possibile introdurre nella valutazione finale dello studente le ore di alternanza scuola-lavoro, senza una precisa e rigorosa ricognizione di come essa venga applicata su tutto il territorio nazionale. E come sia possibile eliminare la terza prova per sostituirla con una prova Invalsi, che tante contestazioni ha sollevato.

Questa iniziativa della comunicazione del MIUR appare più come l’ennesimo ballon d’essai, che serve a capire come potrebbe reagire l’opinione pubblica dinanzi a questa o quella riforma, piuttosto che l’inizio di un percorso condiviso che possa condurre a scelte le più razionali e felici possibili per la scuola, i dirigenti scolastici, i docenti e gli studenti. È il momento di dire basta a questo modo di condurre il governo della scuola, e di cambiare davvero rotta, verso iniziative di riforma le più partecipate e ampie possibili.