Caro Beppe… a proposito della scuola come sistema

Caro Beppe… a proposito della scuola come sistema

di Maurizio Tiriticco

 

Condivido totalmente le riflessioni di Beppe Bagni, presidente del CIDI, apparse su Facebook, sulle difficoltà in cui versa la nostra scuola! Altro che “sistema nazionale di Istruzione e formazione”. Anni fa un certo Bertalanffy elaborò la teoria dei sistemi, dimostrando che si ha un sistema quando tutti gli elementi/fattori del medesimo concorrono a raggiungere un determinato fine. Ovviamente, se uno dei fattori viene meno, è l’intero sistema che va in crisi. Il motore di un’auto è un sistema e guai se una valvola o una candela vanno in tilt. Viene da chiedersi: perché si continua a indicare la nostra scuola come un sistema, quando vanno in tilt giorno dopo giorno i diversi fattori che dovrebbero, invece, farlo funzionare?

I guai hanno origini lontane, ma la 107, che nella presunzione degli anonimi estensori doveva sanare e rinnovare il sistema istruzione, in effetti ha messo in profonda crisi tutta una serie di elementi/fattori. Albi territoriali, chiamate dirette, bonus e quant’altro, concorrenza tra scuola e scuola, sono tutti grimaldelli che non rinnovano il sistema, ma vi creano ulteriori difficoltà operative. Bagni è generoso verso l’amministrazione, perché si limita a rilevare tutti i buchi neri dei recenti concorsi, impasticciati nei fini, nei contenuti e nei metodi. Si tratta di buchi che comporteranno effetti deleteri nella conduzione delle attività dell’insegnare ad apprendere. Non voglio essere cattivo, ma la professionalità di un insegnante, continuando andazzi di questo tipo, verrà sempre meno. E proprio in un momento in cui, invece, la cosiddetta società dell’infomazione e della conoscenza necessita di sistemi Educativi, Istruttivi e Formativi di alto profilo.

Se è vero che l’Italia è agli ultimi posti per ciò che riguarda il numero dei laureati e dei diplomati, nonché la vendita di libri e quotidiani, comprendiamo perché l’illetteratismo, che Tullio De Mauro denuncia e combatte da anni, sia nel nostro Paese tra i più alti. Su cento nostri concittadini, più della metà non è in grado di leggere/comprendere un testo per la funzione che intende svolgere, fatta salva comunque la competenza strumentale. Ma leggere senza comprendere è poca cosa! Eppure tutti scrivono e leggono messaggini a iosa! I cellulari sono sempre in funzione, facebook è una palestra di incontri verbali, ma… non basta lo strumento perché una competenza linguistica si sviluppi e si consolidi. Per non dire del recente rapporto Ocse, che non è affatto tenero verso la nostra scuola.

E qui emerge appunto una grossa responsabilità di chi la scuola la governa, che sistema di fatto non è, ma un insieme spesso scoordinato di attività che la 107 intenderebbe disciplinare, mentre, invece, concorre ad aggravarne la crisi. Che fare? Resistere, resistere, resistere non basta! Ma per una seria inversione di rotta dovremmo avere un altro ministro e un altro governo. Navigare tra i i flutti agitati senza un buon capitano e un buon timoniere è difficile e pericoloso. Mah! Comunque, caro Beppe, tu ed io e tutti gli amici del Cidi ce la mettiamo tutta per denunciare ciò che non va e proporre ciò che si dovrebbe fare: una revisione dei curricoli è più che urgente, ma…che cos’è un curricolo? Mah! Per non dire del nuovo esame di Stato con cui si continuerà a non certificare quelle competenze di cui alla legge istitutiva del 1997 e alle indicazioni ormai perentorie – direi – dell’European Qualifications Framework, EQF… ma i più sanno di che cosa si tratta? Mah! E quando mai la nostra scuola potrà concorrere con quelle degli altri Stati membri dell’UE? Finché avremo la coppia Giannini-Faraone a governare la nostra scuola, di sistema di istruzione non parleremo mai!