Il curricolo… ovvero la metafora della carriola!

Il curricolo… ovvero la metafora della carriola!

di Maurizio Tiriticco

 

Ormai sembrano desuete espressioni come progettazione o programmazione curricolare. Eppure negli anni Settanta e a seguire le ricerche e gli studi sul curricolo sono stati molti e di molto interesse. Tra gli stranieri ricordiamo H. Taba, D. K. Wheeler, P. H. Taylor, R. W. Tyler, P. H. Hirst, D. Lawton. Per quanto riguarda il nostro Paese, il ricercatore che, a mio vedere, più di ogni altro ha studiato il curricolo e lo ha “offerto” alla ricerca educativa e alle scuola è stata Clotilde Pontecorvo.Basti ricordare il suo “Psicologia dell’educazione. Obiettivi e valutazione nel processo educativo”, Giunti Editore, 1998. Tuttavia è doveroso ricordare anche il volume collettaneo “Curricolo e scuola”, a cura di Raffaele Laporta, Clotilde Pontecorvo, Raffaele Simone, Lidia Tornatore, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1978. Acqua passata! Potrebbe dire qualcuno, ma si tratta di ricerche affatto datate, bensì attualissime. Anche se pochi le conoscono… purtroppo… forse perché le tenaglie della 107 hanno messo la mordacchia a tutta la ricerca educativa e alla legislazione scolastica precedenti, come se fossero abrogate di fatto! Ma non è, non deve essere affatto così.

Comunque, va detto con forza che, quando si parla di curricolo, non si deve intendere solo quello scolastico ma quello ben più ampio che intriga e influisce su un nuovo nato e per tutta la vita. L’organismo di un umano, fin dalla nascita, reagisce agli stimoli esterni, li fa propri e ap/prende, com/prende nella misura in cui questi sollecitano le sue reazioni. Pertanto il nuovo nato cresce, si sviluppa e apprende nella misura in cui il suo ORGANISMO è investito dagli STIMOLI che sono lanciati dall’ambiente e dalle persone. A ogni stimolo il nuovo nato deve essere in grado di organizzare una risposta. E le risposte dovrà darle non solo per tutto il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, ma anche per tutta la vita adulta. Che un soggetto a una certa età sia considerato maturo in quanto abile e competente per inserirsi produttivamente nella società non comporta che il percorso di vita (il curricolo, appunto) non sia condizionato anche da continui e a volte contraddittori stimoli esterni, ai quali a volte occorre rispondere con atteggiamenti e comportamenti che potremmo definire extracurricolari.

Ciascuno di noi pensa, agisce, produce nella misura in cui reagisce a stimoli esterni ed interni: dal freddo alla neve, dalla fame alla sete e alla stessa vita lavorativa e non. Pertanto, è come se ciascuno di noi spingesse fin dalla nascita e per tutta la vita una carriola invisibile (il CURRICULUM, in latino vale sia come carriola che come percorso) in cui altri (persone, cose, fatti, situazioni) lanciano mattoni (stimoli). Se gli stimoli sono significativi, bene, altrimenti… Un ambiente sano e motivato lancia stimoli positivi. Al contrario un ambiente povero e demotivato lancia stimoli negativi (si pensi a quelle foto terribili di bambini neri, nudi, con una pancia grossa così e la bocca e gli occhi aggrediti da miriadi di mosche e altri insetti). A volte gli stimoli lanciati dalla famiglia e dall’ambiente sostengono e favoriscono gli stimoli lanciati dalla scuola. A volte – nel caso di ambienti e famiglie deprivate, in cui gli stimoli lanciati forse non sono dei migliori, dei più civili e condivisi – gli stimoli lanciati dalla scuola non trovano terreno fertile per attecchire. Sono fenomeni terribili che interessano e investono soprattutto alunni dei primi anni dell’istruzione obbligatoria.

Anche la scuola, quindi, lancia i suoi stimoli e dà luogo, appunto, al curricolo scolastico! Si tratta di stimoli che in parte derivano dalle indicazioni ministeriali (si tratta, appunto di Indicazioni nazionali, che riguardano il primo ciclo di istruzione e i licei e che non sono più i programmi prescrittivi di un tempo), in parte dalle scelte compiute dai Collegi dei Docenti e dai singoli Consigli di Classe, i quali sono tenuti a proporsi e proporre agli alunni obiettivi, contenuti e relativi percorsi da perseguire. Si ricordi che la Carta dei Servizi Scolastici – anche se è del 1995, è pienamente vigente – afferma chiaramente che “l’allievo deve conoscere gli obiettivi educativi e didattici del suo curricolo, il percorso per raggiungerli, le fasi del suo curricolo”.

Progettare (enfatizzare finalità e obiettivi) e programmare (delineare i percorsi, indicando, contenuti, mezzi, tempi, criteri di misurazione e di valutazione) significa dar vita a percorsi curricolari, per i quali è anche doveroso prevedere il da farsi nella misura in cui certi obiettivi, certi tempi e quant’altro non coincidano con quanto programmato. Il Pert (project evaluation and review technique) è uno strumento di project management che presiede alla programmazione delle attività che costituiscono l’hard core del progetto e permette di valutare in itinere il progress che si è attivato, soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei tempi, la correttezza dei contenuti, la coerenza degli obiettivi.

Insomma, il curriculum non è un’astrazione, ma il concreto percorso che giorno dopo giorno, ora dopo ora interessa ed investe quel soggetto in età evolutiva che si chiama alunno, alumnus, appunto, che dalla scuola deve essere… alimentato! E bene!!!