Rinnovo dei contratti

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Rinnovo dei contratti: le promesse di Renzi sembrano evaporare

La nota di assestamento di bilancio emanata dal Consiglio dei ministri conferma i timori del mondo della conoscenza: non ci sono risorse per la firma del rinnovo del contratto nazionale. È l’ennesima presa in giro di questo governo che non garantisce ai lavoratori e alle lavoratrici del Pubblico impiego, e in particolare a quelli del comparto della conoscenza migliori condizioni salariali e valorizzazione delle professionalità. Per queste ragioni servono immediatamente l’atto di indirizzo per l’apertura delle trattative, risorse adeguate nella legge di stabilità e il superamento della legge Brunetta. Occorre estendere e rendere esigibile la contrattazione decentrata per migliorare la qualità dei servizi e dell’offerta formativa. Il nostro obiettivo è quello di innovare i contratti nazionali affermando parità di diritti e di retribuzioni tra lavoratori precari e a tempo indeterminato per riunificare il lavoro in tutti i comparti della conoscenza.

Il rinnovo dei contratti nazionali nel pubblico impiego non è una cortesia che il premier e il suo governo fanno ai lavoratori e alle lavoratrici. È un impegno preciso che deriva dalla necessaria e immediata applicazione di una rigorosa sentenza della Corte Costituzionale, che lo impone all’esecutivo. Ogni tentativo di dilazionamento o addirittura di rinuncia del rinnovo contrattuale, non solo danneggia centinaia di migliaia di lavoratori della conoscenza e le loro famiglie, che in questi anni hanno perso salario, ma contravviene a una specifica sentenza della Suprema Corte.