LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

La cerimonia di apertura dell’anno scolastico, che sottolinea in modo festoso la ripresa delle attività
per milioni di studenti, è un evento importante al quale conferisce particolare prestigio la presenza del
Capo dello Stato, dando testimonianza alta e autorevole dell’attenzione e della cura che il Paese deve
prestare alla sua scuola, alla missione che le è affidata e al lavoro che vi si svolge.
Di questa giornata cogliamo tutta la rilevanza e il significato, come organizzazioni sindacali
rappresentative delle tante persone – insegnanti, personale amministrativo e ausiliario, dirigenti – cui è
affidato ogni giorno il compito di rendere attiva e presente la nostra scuola pubblica in ogni angolo d’Italia,
persone che meglio di chiunque altro ne conoscono, perché li vivono quotidianamente in modo diretto,
punti di forza e di debolezza, risorse e problemi.
I problemi anche quest’anno, purtroppo, non mancano e, per portarli almeno in parte a soluzione,
abbiamo chiesto di poterci confrontare ai massimi livelli di responsabilità del MIUR, con l’obiettivo di
limitarne quanto più possibile l’impatto sull’ordinata ripresa delle attività scolastiche.
Noi sappiamo quanto le famiglie, gli studenti, i cittadini in generale ripongano fiducia e manifestino
apprezzamento per il lavoro di quanti, a vario titolo e con compiti diversi, operano nella scuola: lavoratrici e
lavoratori come sempre, e ancora una volta, si fanno carico in questi giorni di garantire l’avvio dell’anno
scolastico con l’impegno, la professionalità, la passione e la dedizione che, nonostante tutto, continuano a
mettere in campo.
Proprio per questo, come Organizzazioni rappresentative del mondo del lavoro scolastico, sentiamo
il dovere di riproporre all’attenzione della pubblica opinione, e in questa particolare circostanza a quella del
Capo dello Stato, le più acute criticità su cui occorre intervenire, frutto di scelte in materia di politica
scolastica assai controverse e discutibili.
Tali scelte, che non hanno posto efficace rimedio ai danni causati dal taglio di risorse cui per anni la
scuola italiana è stata sottoposta (taglio evidenziato nei giorni scorsi dall’ultimo rapporto OCSE), stanno
comportando ora, a causa di una cattiva gestione di precisi accordi contrattuali, anche la violazione di
diritti delle persone, che è doveroso ripristinare pena il venir meno della certezza del diritto proprio
nell’ambito di un sistema che ha per finalità la formazione e l’educazione delle giovani generazioni.
In particolare:
• resta alto il numero delle classi sovraffollate, specie laddove le dotazioni organiche non consentono di far
fronte adeguatamente all’incremento della popolazione scolastica
• non è assicurata la piena agibilità degli spazi di ampliamento dell’offerta formativa, a causa dei vincoli cui
deve sottostare l’impiego del cosiddetto organico potenziato
• le dotazioni organiche del personale ATA restano insufficienti e non consentono di assicurare il regolare
espletamento degli adempimenti amministrativi e le necessarie condizioni per la vigilanza degli ambienti
scolatici; una situazione aggravata anche dalle restrizioni nel ricorso a supplenze introdotte dalla legge di
stabilità per il 2015
• gli effetti delle numerose irregolarità riscontrate nelle operazioni di trasferimento (comportanti – come
già ricordato – la lesione di diritti individuali solo in minima parte risolta in sede conciliativa), insieme al
protrarsi nel tempo delle operazioni di assunzione, stanno determinando ancora una volta ripetuti
avvicendamenti del personale, a danno della continuità didattica.
Tutto ciò in un quadro di interventi che nel ridefinire molti aspetti della governance e della gestione del
personale mettono, a nostro avviso, in discussione principi e prerogative di rango costituzionale su cui si
fondano l’autonomia della scuola e la stessa libertà di insegnamento, ridimensionando il ruolo degli istituti
posti a garanzia e tutela dei principi di autogoverno e indipendenza professionale, che trovano nel collegio
dei docenti la massima espressione.
Su tutti questi problemi, che stanno determinando un clima di tensioni e disagio certamente non propizio
per il buon andamento del servizio scolastico, si ritiene quanto mai opportuno riaprire spazi di confronto e
riflessione a partire dai quali sia possibile ricostituire, su obiettivi e strategie di rinnovamento e crescita
della nostra scuola, un contesto di più ampia e forte condivisione.
Anche in tal senso resta pienamente confermato l’impegno delle nostre organizzazioni sindacali in difesa
del ruolo e del valore della scuola e per rivendicare il giusto riconoscimento al lavoro che in essa svolgono
insegnanti, personale ATA e dirigenti.

FLC CGIL
Domenico Pantaleo
CISL SCUOLA
Maddalena Gissi
UIL SCUOLA
Giuseppe Turi
SNALS CONFSAL
Marco Paolo Nigi