Disabilita’, un caso di discriminazione al giorno segnalato al Centro Bomprezzi

Redattore Sociale del 04-10-2016

Disabilita’, un caso di discriminazione al giorno segnalato al Centro Bomprezzi

Primo anno di attività del Centro: 1.281 le segnalazioni e le richieste di informazioni. Di queste, 236 erano per casi di discriminazione a scuola, lavoro o nei rapporti con la pubblica amministrazione. Al primo posto tra le segnalazioni, le difficoltà di inserimento degli alunni.

MILANO. Un caso al giorno: nel suo primo anno di attività, il Centro antidiscriminazione Franco Bromprezzi della Ledha ha lavorato a pieno ritmo. Su 1.281 segnalazioni e richieste di informazioni ricevute, 236 erano relative a situazioni in cui una persona disabile era stata discriminata. Se si tolgono i festivi e il mese di agosto quando il Centro Bomprezzi era chiuso, si tratta di un caso al giorno: dalla scuola al lavoro o nei rapporti con la pubblica amministrazione, per molti disabili non rimangono che gli avvocati e le aule giudiziarie per far rispettare i propri diritti. L’altro dato significativo del Report del Centro andiscriminazione Bomprezzi, è che rispetto a tutte le segnalazioni, una su tre riguardava la scuola. Seguono la compartecipazione al costo dei servizi socio-sanitari (85 casi, pari al 12,4%), il lavoro (64 casi, il 9,3%), l’accesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie (59 casi, l’8,6%), le barriere architettoniche (41 casi, il 6%) e la tutela giuridica (39 casi, il 5,7%). “Stiamo attraversando un periodo in cui le istituzioni, nel loro complesso, faticano a garantire i diritti fondamentali alle persone con disabilità, a partire dall’inclusione scolastica dei bambini e ragazzi con disabilità”, afferma Alberto Fontana, presidente di Ledha.

Per ogni pratica, i legali del Centro hanno svolto attività di diversa tipologia e complessità. Nel 54,6% dei casi (529 volte) sono state fornite consulenze legali personalizzate, sia attraverso consulti orali (telefonici o di persona) che attraverso la redazione di pareri legali scritti. In 81 casi è stato necessario un intervento di assistenza legale stragiudiziale, che si è espressa soprattutto attraverso la redazione di diffide scritte. Solo in 26 casi (il 2,7% del totale) sono stati promossi ricorsi in Tribunale per chiedere l’accertamento e la rimozione delle discriminazione. (dp)