Lettera aperta a Tullio De Mauro

Lettera aperta a Tullio De Mauro

di Maurizio Tiriticco

 

Caro Tullio! Non ti sento da tanto tempo e, se mi dai un cenno di risposta, sono felice. Io, dopo sei mesi di ospedali e di rincoglionimento, sono più o meno azzoppato! Per questo non c’ero in Campidoglio alla bella iniziativa sulla… ignoranza degli italiani, direi, che tu denunci da sempre, ma che… non ha mai una risposta efficace! Altro che Buona scuola! L’ignoranza a noi italici, più che italiani – che è un’altra cosa – ce piace tanto, perché… ce piaciono il pallone e i selfie. Che fare a fronte di tale disagio che nessun italico avverte? Poco o nulla.

Ricordo un tuo volume, “La cultura degli italiani”, se non erro! Forse un altro titolo, l’ignoranza degli italiani, avrebbe provocato qualche risposta più mirata. Che fare? Anche l’Ocse ci penalizza, ma gli italici non recepiscono. A che serve la ricerca linguistica, di cui tu sei maestro, se tutti pensano che la lingua sia quella cosa carnosa che abbiamo in bocca e che ci permette di deglutire? Penso che le tue ricerche siano più note all’estero che da noi! Mah! Dante – quale poeta, quale maestro – Machiavelli, Leopardi e via dicendo, gli italici se li meritano? A mio vedere, no! In effetti sono solo uno strazio degli anni di scuola!!! La ricerca letteraria e quella linguistica non sono cose di casa nostra.

A volte penso che i nostri grandi sono nati e/o sono stati prodotti nei piccoli staterelli in cui la penisola (non chiamiamola Italia, espressione geografica, diceva qualcuno e forse aveva ragione) era divisa! Forse saggiamente divisa! Sarà una bestialità, ma… questo strano Risorgimento non so quanto ci abbia giovato. Ci sono autori, di cui non ricordo il nome, che vedono l’Unità del Regno (non tanto dell’Italia), come un’occupazione più che come una liberazione! Altro che Risorgimento degli italiani (che non sono mai esistiti, tranne quei pochi sognatori che abbiamo studiato fin dalle elementari), ma una occupazione sabauda! Un piccolo Regno che “occupa”, anche con l’aiuto di sognatori come un Mazzini o un generale come Garibaldi e con l’avallo della Francia… e la disperazione del Papa! La questione meridionale non è nata per caso. E’ stata artatamente costruita dai conquistatori! Altro che liberatori! E lo stesso cosiddetto brigantaggio non era forse una forma di resistenza contro l’occupazione sabauda?! I partigiani contro gli occupanti!!! Una resistenza violenta e decisa, certamente! I bersaglieri mobilitati contro i “briganti”! Per non dire dell’eccidio di Bronte (la patria dei pistacchi! Chebbuoniii!!!). Altro che “Saluto il Re l’Italia”! Avrebbe dovuto dire, ma forse lo pensava: “Saluto l’occupatore del Regno delle Due Sicilie che io ho conquistato e liberato”. Teano ha segnato la fine dell’Eroe dei due mondi! E, con molta umiltà – così dicono i libri di storia – il nostro eroe se ne tornò a Caprera con un sacco di fagioli. “Tòrnatene a casa, che non servi più”: questa era la realtà! Tant’ è vero che qualche anno dopo l’Eroe dei Due Mondi venne impallinato dai fucilieri del medesimo Re d’Italia. E’ nota la canzonetta: “Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba. Garibaldi che comanda, che comanda il battaglion”. Ma quale battaglione!!! Il Re d’Italia, con la erre maiuscola, ovviamente, non aveva più bisogno dell’Eroe dei due mondi.

Come sappiamo, il Regno dei Borboni era molto più avanzato del Regno Sabaudo. Ed era anche un Paese industriale! Lo abbiamo saputo molto dopo, però!!! Quando andavo a scuola, i Borboni erano veramente dei Birboni, così mi diceva la maestra! In effetti, un regno distrutto e occupato non poteva essere destinato che a creare un “problema”! La questione meridionale, appunto, la bella toppa che i Savoia hanno messo sulla realtà di un’occupazione vera e propria. Una questione inventata ad arte! La questione meridionale – quanti studi sono stati fatti… Gaetano Salvemini, “La questione meridionale e la costruzione dello Stato nazionale democratico”, intervento al decimo Congresso del Partito Socialista Italiano (1908). Per non dire del Gattopardo… la questione meridionale di fatto è stata creata! Per avallare un’occupazione, altro che liberazione! Non è nata per caso! La scuola obbligatoria del Coppino, la leva obbligatoria, tutte operazioni per fare gli Italiani – come disse qualcuno – o per creare dei sudditi ubbidienti?

E i re sabaudi dovevano far presto! Il nuovo Regno si doveva misurare con Regni ed Imperi altri, che da sempre dominavano in Europa! Con un alto prezzo da pagare: la distruzione di quegli “staterelli” che invece, da sempre, avevano prodotto quella Cultura (lettere, arti, ricerche, teatro) di cui la storia della nostra letteratura è piena ed orgogliosa! Conoscerai senz’altro il triestino Fabio Cusin, scomparso prematuramente nel 1955, autore, tra l’altro, di quell’ “Antistoria d’Italia“, del 1948, nella quale analizza la piaga del centralismo che ha sempre caratterizzato la nostra storia. Insomma, l’Italietta doveva farsi sentire e la lezione del Cavour aveva fatto veramente… lezione! Quindi la corsa per mostrare al mondo che l’Italia (I’Ittagliaaa, come avrebbe detto il Duce) era una Nazione, anche se il siciliano e il friulano non si sarebbero mai capiti. Ma l’obbligo scolastico (legge Coppino del 1877) e l’obbligo militare (la coscrizione obbligatoria di tutti i cittadini di sesso maschile fu sancita da una legge del 1875) cominciarono a dare i loro frutti. Insomma, siamo veramente una Nazione, abbiamo un Patria? Mah! Ce ne ricordiamo solo quando vinciamo al pallone in partite internazionali o una medaglia olimpica. Non credo che il Romano o il Friulano o il Siciliano vadano oltre la loro Regione! Per questo, costituzionalmente riconosciamo cinque Regioni a Statuto speciale. Mah! Qualcuno disse: “L’Italia è fatta! Ora bisogna fare gli Italiani”. In effetti nessun governante e re ci ha mai provato! Ci ha provato Mussolini… Sole che sorgi, libero e giocondo… Alme Sol possis nihil Urbe Roma visere maius, per dirla con Orazio, il Carmen Saeculare…Ma è andata com’è andata! Così va il mondo, direbbe qualcuno. Così va l’Italia, direi io! I trinariciuti di Guareschi di fatto non erano e non sono solo i comunisti… che poi non esistono più! Siamo un Paese di trinariciuti? Io non vorrei, ma… a volte, quando mi faccio la barba, le narici me le conto… non si sa mai!

Comunque, ogni tanto dalla nostra scuola esce qualche buon cervello che poi, però, scappa via a gambe levate! E giustamente! Per evitare che gli nasca la terza narice! Forse non siamo un popolo, anche perché non lo siamo mai stati! E non lo saremo mai più perché, con i rivolgimenti che sono in atto – spostamenti di intere popolazioni, quindi modi di vivere diverse, religioni e attese diverse – patria e nazione da concetti forti risorgimentali, diventeranno sempre più parole vuote!

Un abbraccio forte! Maurizio