Fondi Pon, già impegnati oltre 364 milioni. Nel mirino dispersione scolatica innovazione digitale

da Il Sole 24 Ore

Fondi Pon, già impegnati oltre 364 milioni. Nel mirino dispersione scolatica innovazione digitale

di Francesca Malandrucco

I fondi comunitari del Programma operativo nazionale (Pon) 2014-2020 fanno gola alle scuole. A partire dall’anno scolastico 2014-2015 ad oggi, secondo i dati appena aggiornati dall’Autorità di gestione del programma Pon del Miur, è già stato impegnato il 12% dei circa 3 miliardi di finanziamenti previsti dai fondi Fse e Fesr, e destinati direttamente alle scuole, per un totale di 364,3 milioni di euro, di cui 49,7 milioni sono già stati spesi. Altri 240 milioni verranno impegnati entro la fine dell’anno nei progetti contro la dispersione scolastica (il bando del Miur si chiude il prossimo 30 ottobre), facendo salire al 20% la quota complessiva di fondi impegnati.

Risorse fresche
Un’iniezione di risorse fresche che gli istituti scolastici utilizzeranno per far partire interventi destinati al miglioramento delle “competenze per lo sviluppo” di studenti e insegnati, ma anche degli “ambienti per l’apprendimento”. La corsa all’utilizzo dei finanziamenti messi a disposizione dal programma Pon, però, non si ferma qui. Il Miur sta già lavorando alla stesura di nuovi bandi che verranno presentati, sempre entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di stimolare le scuole a lavorare a progetti che riguardino da una parte le competenze chiave degli studenti, dall’altra il raccordo tra scuola e il mondo del lavoro a partire da alternanza e tirocini. Non saranno trascurati neanche i Cpa, ovvero i corsi per adulti, nell’ottica sempre di un’azione mirata contro l’abbandono scolastico. I tempi per la realizzazione dei nuovi progetti saranno più lunghi e toccheranno anche l’anno scolastico 2017-2018.

Spendere tutto entro il 2023
L’obiettivo, spiegano dall’Autorità di gestione del programma Pon, la gabina di regia del Miur dedicata all’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo e del Fesr, è quello non solo di impegnare ma anche di spendere il 100% dei fondi entro il 2023, termine ultimo per la rendicontazione delle spese. Un traguardo che il ministero ha già raggiunto con il programma Pon 2007-2013. In questo caso il programma coinvolgeva solo le quattro regioni italiane considerate più svantaggiate, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia, e conti alla mano, la rendicontazione delle spese si sta concludendo in questi giorni, è stato impegnato il 120 % delle risorse per riuscire a spendere i quasi 2 miliardi di fondi comunitari divisi tra Fse, 1 miliardo e 486 milioni destinato alle competenze per lo sviluppo, e Fesr, 510 milioni di euro per gli ambienti per l’apprendimento.
Il fondi del Pon 2014-2010, invece, chiamano in causa tutte le scuole italiane, seppur con una distinzione tra regioni più svantaggiate, cui si aggiungono anche Basilicata, Molise e Sardegna, dov’è concentrato il maggior numero delle risorse, e il resto del territorio italiano.
E mentre il Miur, con una circolare inviata a tutte le istituzioni scolastiche, comunica che sul Sidi, all’interno della piattaforma Sif 2020, è già disponibile la nuova funzione di gestione certificazioni Fesr, si iniziano a fare di primissimi bilanci.

Innovazione digitale
Sul fronte del digitale, per esempio, sono arrivate al Miur ben 6.200 richieste di finanziamenti da parte della quasi totalità delle scuole italiane. I progetti prevedono la dotazione per le scuole di nuove attrezzature grazie ai fondi Fesr e in linea con il Piano nazionale della scuola digitale. Di questi sono stati accolti il 100% dei progetti provenienti dalle regioni del Sud Italia, e il 70% di quelli provenienti dal resto del territorio.