Studenti in piazza: manifestazioni in crescendo fino al referendum

da tuttoscuola.com

Studenti in piazza: manifestazioni in crescendo fino al referendum

Ora basta. Decidiamo noi”. Uno slogan privo di complemento oggetto: che cosa dovrebbero decidere gli studenti? Forse non lo sanno neppure quelli – 100.000 secondo l’ottimistica stima degli organizzatori – che hanno aderito alla manifestazione di protesta indetta dalle organizzazioni studentesche Link e Uds per il 7 ottobre e che sono scesi in piazza in molte città italiane, con livelli di partecipazione differenziati.

In realtà l’obiettivo dell’iniziativa non era quello di chiamare gli studenti a decidere qualcosa in positivo, ma solo, essenzialmente, quello di opporsi a decisioni prese da altri, in primo luogo dal Governo in carica: la riforma della ‘Buona scuola’ da una parte e soprattutto la riforma costituzionale, in vista del referendum del 4 dicembre.

La riforma approvata nel luglio 2015 è solo il primo attacco sferrato dal governo Renzi contro la democrazia”, aveva detto infatti Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, alla vigilia della manifestazione, “ma l’ultimo tassello di questo attacco è il referendum costituzionale con cui il governo sta tentando di realizzare un accentramento di potere. Noi vogliamo difendere la sovranità popolare e la tutela della democrazia può partire solo dalle scuole”.

La manifestazione del 7 ottobre è stata dunque solo la prima. Ce ne sarà almeno un’altra, già annunciata per il prossimo il 29 ottobre: un giorno scelto non a caso perché è quello dell’apertura ufficiale della campagna elettorale sul referendum costituzionale. E la ‘mobilitazione’ nelle scuole crescerà – se ne può essere sicuri – fino al 4 dicembre. Con l’idea che un no al referendum rimetterà in discussione anche la Buona Scuola. Sarà insomma un no doppio.