Eurydice sui salari: solo l’Italia è ferma

da tuttoscuola.com

Eurydice sui salari: solo l’Italia è ferma
Turi (Uil): ci aspettiamo che il dialogo riavviato porti a risultati certi in termini di modifiche della legge 107 e al rinnovo del contratto

Unici in Europa.  Una nota della Uil scuola rimarca il fatto che è rimasta solo la scuola italiana ad avere insegnanti con stipendi ancora fermi: ‘frozen’, congelati. È quanto risulta dal rapporto Eurydice sulle retribuzioni del personale della scuola in Europa, che analizza i dati relativi al 2015-2016.

Il quadro di riferimento analizzato dal rapporto mostra un aumento del livello delle retribuzioni in 24 paesi,  un livello stabile in 16 nazioni. E il fermo assoluto in Italia.

A questo punto, commenta il segretario della Uil scuola Pino Turi, “il rinnovo del contratto di lavoro per il personale della scuola appare quanto mai urgente. Ci aspettiamo un contratto vero. Non un contratto per adesione, né tantomeno un contratto ponte”.

Per il sindacalista la riunione di lunedì sera tra sindacati e ministero “dà continuità agli impegni presi con il ministro”: il prossimo incontro, fissato per il 2 novembre, discuterà di “organici, mobilità, individuazione per competenze (bilancio e prospettive), prospettive del rinnovo del contratto”.

Positivo che si sia parlato di adeguamento dell’organico di diritto e di fatto per 25 mila posti che consentiranno stabilità e possibilità di trasferimenti ulteriori.  L’introduzione degli assistenti tecnici nel primo ciclo di istruzione  e un  piano di assunzioni per  il personale Ata – spiega Turi – sono da valutare positivamente.

Quel che proprio lascia dubbi e perplessità è la rimodulazione finanziaria per l’attivazione delle nove deleghe della legge 107; questo perché – chiarisce il leader della Uil scuola, – vanno prima discusse,  confrontate ed  introdotte le modifiche alla legge, solo dopo si può affrontare e di conseguenza rimodularle  e renderle coerenti con le deleghe aperte.”

A questo proposito – spiega Turi,  – “non può che essere  la sede contrattuale quella destinata a risolvere le rigidità e gli errori della legge. Ci aspettiamo nella legge Finanziaria risorse adeguate che non possono essere quelle annunciate in questi giorni. Metà dei lavoratori pubblici è nel comparto della scuola, università e ricerca. Il dato europeo ci mostra impietoso che persino la Grecia ha ricominciato ad aumentare gli stipendi del personale.  La scuola italiana non può vivere in questa contraddizione: sarebbe il caso di far ripartire gli aumenti di stipendi anche da noi”.