Buona scuola: cade il referendum abrogativo per mancanza di firme

da tuttoscuola.com

Buona scuola: cade il referendum abrogativo per mancanza di firme
Decisione della Cassazione. I commenti del Comitato referendario e della sen. Puglisi (PD)

La Corte di Cassazione ha comunicato che per i quattro quesiti referendari contro la Legge 107 sulla ‘Buona scuola’ sono state raccolte poco meno delle 500.000 firme richieste, decretando la caduta dell’iniziativa referendaria..

“E’ stata comunque una straordinaria esperienza di confronto – sottolinea in una nota il Comitato referendario – che ha dato voce a centinaia di migliaia di cittadini, lavoratori, studenti, pensionati, che con la loro firma hanno manifestato contrarietá per i contenuti di una legge che snatura il valore costituzionale della scuola pubblica”.

Il Comitato sottolinea inoltre che “l’avvio dell’anno scolastico in corso ha evidenziato le contraddizioni, ha messo a nudo tutti gli aspetti, negativi, confusi e anticostituzionali della cosiddetta ‘Buona scuola’: contenziosi legali infiniti, cattedre vuote, alunni disabili ancora senza sostegno, uffici nel caos, tutto per l’arrogante pretesa di poter fare a meno di ogni serio confronto con il mondo della scuola, con i lavoratori, con gli studenti e chi li rappresenta.

Il consenso alle nostre battaglie sostenuto dai quasi due milioni di firme, indica una direzione, ci invita ad andare avanti, non arretrare – conclude il Comitato -. Le associazioni e le organizzazioni sindacali che hanno dato vita alla campagna referendaria proseguiranno nel contrasto alla legge 107 e alle sue nefaste conseguenze per la scuola della Costituzione”.

Sul fronte opposto la dichiarazione della responsabile scuola del PD.

“Dopo il fallimento di Civati, la Cassazione certifica che sulla ‘Buona scuola’ non sono sufficienti le firme per il referendum abrogativo, articolato in 4 quesiti dal Comitato promotore”.

Lo dice la senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale del Pd.

“D’altronde è evidente- continua Puglisi- che pensare di abrogare una norma come quella sull’alternanza scuola-lavoro degli studenti o negare la possibilità di prendersi cura di un bene comune come la scuola con donazioni non incontra il favore della maggioranza degli italiani. Sulla chiamata diretta e sulla premialità aggiuntiva ai docenti, l’esperienza di questo anno ci dimostra che, dopo lo scetticismo iniziale, le scuole hanno lavorato con grande serietà per costruire criteri condivisi.

Evitando di perdere tempo in un perenne conflitto demagogico, adesso lavoriamo insieme per migliorare le croniche criticità che affliggono la scuola, sulla quale negli anni si sono affastellate norme contraddittorie che bloccano l’autonomia scolastica. L’attuazione delle deleghe contenute nella legge 107 e la riapertura del contratto, già annunciata dal governo, possono essere l’occasione del definitivo superamento delle incomprensioni e del rilancio della scuola pubblica”.